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Viagra Boys – Cave World

Quit your job, collect some sticks
Find a tree, move into it

Varcare le porte scorrevoli della Shrimptech Enterprises è come entrare in casa di Drugo Lebowski, disgustomente bellissimo. Paragone azzardato, poco importa, dato che l’attitudine degli (ormai) alfieri del post-punk Viagra Boys è esattamente la stessa del main character del capolavoro dei fratelli Coen: trasandati, sudici, rovinosamente assuefacenti. Nemmeno due anni ci separano da quel “Welfare Jazz” che ha elevato gli svedesi tra i grandi nomi del nuovo corso del genere, che “Cave World” ci rotola dentro casa, sfondando la porta col suo solito incedere da blob rantolante, pronto a scoppiare, incollandocisi addosso come indelebile vernice rosa. L’opera ultima di Sebastian Murphy e soci attinge tanto dal passato, ma è anche lo specchio di un’evoluzione che i Nostri coltivano con costanza e minuziosità dal giorno uno: perchè “Cave World” è un prodotto relativamente fresco, che dialoga con le basi di un sound ormai reso stabile ed efficiente da reazioni chimiche (musicali) perfette – il tocco degli svedesi lo si può distinguere a colpo secco – modellandole step by step a seconda delle lyrics e del mood.

Perchè se “Baby Criminal” e “Ain’t No Thief” guardano all’avventatezza e al furore di “Street Worms”, tra storie sgangherate ed esagerate distorsioni punk, il resto del platter vira verso ritmi per la gran parte più controllati, seppur ugualmente corrosivi. “Cave World” è, forse, l’album più “impegnato” – se possiamo definirlo così – dei Viagra Boys, uno spaccato cinico, irriverente e con una buona dose (immancabile) di spudoratezza di una società contemporanea totalmente allo sbando. “Troglodyte” apre il costante paragone temporale e sociale con la preistoria, quando gli uomini erano scimmie e le cose andavano in maniera ben diversa, tanto per citare un piccolo estratto del testo. Ritmi scanditi e tesi accompagnano l’andamento della traccia, confermando come il pattern ritmico degli svedesi sia ampiamente bass driven, con un Henrik Höckert che prende le sembianze di un’automa insaziabile, sia quando trapana voracemente le quattro corde, sia quando le maneggia in funzione del groove – estatico è il blues punk di una “Punk Rock Loser” a metà tra il tormentone e l’insulto al tormentone stesso -.

Photo Credits: Ellen Qbertplaya

“Creepy Crawlers” riporta l’attenzione sul mondo odierno e sulle assurde fobie che il periodo pandemico si è trasscinato dietro, con una strumentale scarna, ossessiva ed un Seb Murphy che sparla, come un predicatore sotto acidi, di microchip nei vaccini, di bambini con la coda e di uomini-lucertola: assurdo, ma dannatamente realistico. “The Cognitive Trade-Off Hypothesis” ristora il tema dell’involuzione dell’uomo tra andature pacate e ritornelli in inaspettati acuti, “Big Boy” riprende il mood strampalato e claudicante di casa, “ADD” si rinchiude in synth claustrofobici e ripetuti. Gli svedesi ci salutano con “Return To Monke”, un devastante invito a tornarcene tra gli ominidi, tra distorsioni penetranti e testi alla stricnina: “Leave society, be a monkey” si innalza come un coro nel ritornello, viene suggellato da violenti intermezzi e synth essenziali che tuonano come un ticchettìo d’emergenza, pronto a conteggiare l’imminente implosione di quel che resta di una società che, più che evolversi, sembra propinqua all’autoestinzione.

“Cave World” è il dissacrante resoconto delle nostre vite e noi non riusciamo nemmeno a rendercene conto: i Viagra Boys ci risputano addosso verità scomode, camuffandole con la loro indole giocosa e pazzoide e confezionando un prodotto figlio di una crescita che diventa, ormai, palesemente notevole. Intermezzi strumentali ridotti all’osso, songwriting variegato e che non stanca praticamente mai ed un sound mutaforma che ci fa ballare, poi scuotere, poi riflettere. Sotto i piedi degli svedesi c’è un ulteriore mattoncino, ma questa volta più grande delle aspettative: i Viagra Boys stanno seguendo di pari passo l’exploit di un post-punk che dilaga fuori controllo.

Tracklist

01. Baby Criminal
02. Cave Hole
03. Troglodyte
04. Punk Rock Loser
05. Creepy Crawlers
06. The Cognitive Trade – Off Hypothesis
07. Globe Earth
08. Ain’t No Thief
09. Big Boy (feat. Jason Williamson)
10. ADD
11. Human Error
12. Return to Monke

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