NUOVE USCITERECENSIONITOP ALBUM

Wiegedood – There’s Always Blood At The End Of The Road

Non appare affatto pretenzioso o esagerato affermare che negli ultimi anni il collettivo belga noto come Church Of Ra si sia reso di protagonista di un’interpretazione del black metal piuttosto originale, prendendo spunto da sonorità spesso aliene dall’ambito estremo per ricomporle in nuove fattezze tra le maglie di dischi di assoluto livello. I Wiegedood costituiscono la frangia dell’aggressività dura e pura di un movimento che vede nei cugini Amenra e Oathbreaker i rappresentanti meno visceralmente legati alla tradizione del metallo nero, tanto che risulta abbastanza difficile inserire entrambe le band in un genere preciso. Se nella precedente trilogia “De Doden Hebben Het Goed” la band fiamminga lasciava comunque filtrare elementi cascadian e post attraverso un bellicoso mélange di chiara ascendenza scandinava, il quarto lavoro sulla lunga distanza “There’s Always Blood At The End Of The Road”, a parte qualche brevissimo momento di requie, si rivela di una furia così corrosiva da consumare il cuore e le budella.

Un tornado rancoroso che assorbe gli Anaal Nathrakh, i Converge e l’industrial più caustico e dissonante risputandoli in un contesto cacofonico ed eruttivo, nel quale, oltre a Gorgoroth, Mayhem e primi Marduk, trovano posto caliginosi putiferi thrash in stile Desaster e Aura Noir e atmosfere sinistre memori dalle evocazioni ritualistiche dei Funeral Mist. I brani, essenziali nella durata rispetto al passato, lasciano ovunque traumi ed ecchimosi da conflitto fratricida, a partire dalla bomba infernale “FN SCAR 16”, seguita a ruota dall’altrettanto convulsa “In Old Salamano’s Room, The Dog Whimpered Softly”, la cui seconda parte rallenta soltanto per sprofondare l’ascoltatore in un lugubre abisso di stampo doom gravido di implosioni e incomprensibili rantoli agonici.

Levy Seynaeve spinge la propria voce al limite, quasi a simulare le sofferenze di un individuo in preda a un grave esaurimento psichico, benché il singer sappia anche modulare – e molto bene – il timbro, passando a toni ieratici in “Now Will Always Been” e “Carousel”, due tracce percorse da formicolii lisegico/catacombali marchiate a fuoco dall’imperiale batteria di Wim Coppers. “Noblesse Oblige Richesse Oblige”, “Nuages” e “Theft And Begging” sudano frenesia e rivoli di sangue infetto, mentre in “Until Is Not” le brucianti ustioni chitarristiche tendono ad addolcirsi, pur nella loro insindacabile brutalità. E il break acustico sghembo e atonale rappresentato da “Wade”, invece di calmare le acque, accresce il disagio, la paura, la frustrazione, ma altresì la rabbia, di fronte all’osservazione di una società marcia sino al midollo, che tutto ingurgita e corrompe senza restituire nulla in cambio.

Il canto apocalittico di un’umanità allo sbando, “There’s Always Blood At The End Of The Road” suona sporco, scomodo, spigoloso, a tratti pulp, frutto di un gruppo, i Wiegedood, diventati in poco tempo una garanzia di qualità nel cosmo della Fiamma Oscura. Che le Fiandre e il mondo intero ardano, ineluttabilmente.

Tracklist:

01. FN SCAR 16
02. And In Old Salamano’s Room, The Dog Whimpered Softly
03. Noblesse Oblige Richesse Oblige
04. Until It Is Not
05. Now Will Always Be
06. Wade
07. Nuages
08. Theft And Begging
09. Carousel

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %