Theatre Of Tragedy (Frank Claussen)
I Theatre Of Tragedy, band norvegese che potremmo annoverare a tutti gli effetti tra i pionieri del gothic metal, sono tornati con un album, "Forever Is The World", che saprà accontentare sia i fan delle nebbiose sonorità doom degli esordi che quelli della svolta futuristica dalla quale sono nati lavori controversi come "Musique" ed "Assembly". Con il chitarrista Frank Claussen abbiamo fatto il punto della situazione.
Articolo a cura di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 10/10/09

Sono trascorsi ormai due anni dalla pubblicazione del vostro ultimo disco, “Storm”. Come avete impiegato questo tempo?

Siamo andati in tour ed abbiamo fatto qualche piccola data qua e là. Abbiamo nuovamente visitato Mosca ed è stata un’esperienza fantastica. Poi ci siamo chiusi in studio ed una gran parte del nostro tempo l’abbiamo consacrata alla composizione del nuovo album. Ormai è una consuetudine per noi, tutti i membri della band sono coinvolti in questo processo, quindi ci è voluto un po’ di tempo per mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.


Siete stati tra i pionieri della scena gothic metal. La seguite ancora? Vi sentite ancora parte di essa? Cosa ne pensate della massa di ‘nuovi arrivati’?


Personalmente, credo di poter affermare che i Theatre Of Tragedy non fanno parte di questa scena. Credo che nessuno di noi dia un gran peso a questo fatto, pensiamo solo a noi stessi e continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto. Io stesso non ascolto un granché di gothic metal; adoro suonare nei Theatre Of Tragedy e questo rappresenta probabilmente la mia unica dose di questo genere. Un tempo ascoltavo band come My Dying Bride, Anathema, Tiamat e Paradise Lost, ma devo confessare di aver perso ormai da tempo le loro tracce. Comunque, se voglio ascoltare del buon gothic metal, scelgo una delle band che erano in voga ai tempi del nostro debutto. Mio Dio, sto proprio invecchiando…


Oggigiorno stiamo assistendo all’ascesa delle cosiddette female fronted band. Ce n’è qualcuna che apprezzate in modo particolare? Cosa distingue i Theatre Of Tragedy dalla concorrenza?


In realtà no, mi spiace. Spero che i Theatre Of Tragedy siano una band unica e che sia il nostro particolare sound a distinguerci da tutti gli altri.


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Dopo due album all’insegna della sperimentazione (“Musique” ed “Assembly”) avete deciso di tornare alle vostre radici. “Storm” ha riportato a galla chitarre pesanti e melodie malinconiche unendole a linee vocali più soft, ma “Forever Is The World”, il vostro nuovo disco, sembra avvicinarsi in modo ancora più evidente ai vostri primissimi parti. Come spiegate questo processo?


Penso che sia dovuto al fatto che ci siamo stancati di comporre musica di fronte ad un computer. Gli ultimi due album sono stati composti in un modo che si avvicina veramente molto al processo che portò alla pubblicazione dei nostri primi tre dischi. Tutto nasce nel nostro studio, quando la band si ritrova nello stesso posto per dare vita a nuovi brani.

Altro elemento che rimanda al passato è il growl di Raymond, presente in più di una canzone. A cosa è dovuta la scelta di riesumare questo tipo di voce dopo tanti anni?


Abbiamo trascorso un periodo veramente sperimentale, durante il quale Raymond ha cercato di esprimersi in modi diversi. Il growl non avrebbe avuto senso su album come “Musique” o “Assembly”.


Perché avete intitolato il vostro nuovo album “Forever Is The World”?


La scelta del titolo di un album è uno sforzo da non sottovalutare. Solitamente cerchiamo di scegliere un titolo che possa sintetizzare tutto ciò che si trova nelle canzoni del disco. Questa volta abbiamo estrapolato il titolo dai testi. È un titolo efficace che acquisirà ancora più significato nel futuro…


Quali sono i temi principali affrontati nelle vostre liriche e chi se n’è occupato?


Nell e Raymond si sono occupati dei testi. Nell si è calata sempre di più nella parte, mentre Raymond non canta un gran numero di parti, come invece accadeva in passato. Spesso le nostre liriche affrontano i grandi temi della vita. Amore, odio, tradimento, morte, fiducia e così via.


theatreoftragedy_2009_03Per essere più precisi, quanto ha influenzato il risultato finale la figura di Nell?


Nell è sempre più impegnata nella composizione. Sa suonare il pianoforte ed altri strumenti quindi ha avuto un ruolo chiave nell’assemblaggio dell’album. È stata principalmente lei a comporre brani come “Hide And Seek”, “Revolution” e “Forever Is The World”.


Per promuovere “Storm” avete realizzato un videoclip. Ne girerete un altro per il nuovo album?


Ci piacerebbe tanto realizzare un altro video, ma non so se questo sarà possibile. Suppongo sia tutta una questione di budget.


Cosa puoi dirci riguardo ai vostri piani futuri? Andrete in tour? Ci sarà modo di vedervi suonare in Italia?


Sarebbe bello tornare in Italia! In questo momento sta piovendo a dirotto qua fuori, quindi sarebbe bello muoversi verso posti un po’ più caldi. Al momento Lorentz si trova in Australia, quindi siamo stati costretti a posticipare il tour al prossimo anno. Non so dirti con precisione quali nazioni toccheremo, ma l’Italia è sempre stata ricettiva nei nostri confronti, quindi chissà.




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