Enforcer (Olof Wikstrand)
Giovani, grintosi e sfacciati. Olof Wikstrand ci presenta gli Enforcer e ci svela tutti i dettagli sul nuovo lavoro "Death By Fire". Buona lettura!
Articolo a cura di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 24/01/13

Il vostro sound è chiaramente un omaggio ai lontani anni 80, puoi dirci di più?

L’intenzione non è quella di scrivere canzoni che assomiglino ai brani degli anni 80, l’intenzione è quella di scrivere buone canzoni e basta. Ragionando in quest'ottica non è affatto strano che io mi limiti ad ascoltare metal vecchio stampo e hard rock. Proponiamo lo stesso genere di musica che ci piace ascoltare. Non ci vediamo come una band tradizionale o retrograda, anzi, siamo probabilmente la band più moderna sulla faccia della Terra e il fatto di non essere ispirati dai gruppi moderni non rende una band retrograda.

I brani parlano della morte in tutte le sue forme, come mai?

La maggior parte  delle canzoni che abbiamo scritto in passato tratta lo stesso tipo di tematiche che si possono ritrovare su questo disco. Ad ogni modo, ci siamo concentrati sulla necessità di scrivere testi che fossero coerenti con la musica contenuta in “Death By Fire”. Quindi, se qualcuno afferma che stiamo scrivendo testi più oscuri che in passato, non fa altro che dimostrare di non aver letto nulla di quanto abbiamo scritto in precedenza. E' chiaro che tendiamo ad essere un minimo oscuri, ma i nostri sono testi che colpiscono dritto in faccia e si fondono alla perfezione con la musica. Le parole hanno il compito di esagerare ed amplificare le sensazioni che scaturiscono dalla musica.

La lunghezza complessiva di “Death By Fire” è inferiore ai 40 minuti (come accade anche per i precedenti dischi). Puoi spiegarci questa scelta?


Scriviamo musica per far sì che possa essere incisa anche sui vinili, e un normale LP di solito non può essere più lungo di 19 minuti per lato senza perdite significanti in fatto di qualità sonora. Nessuno dei miei album preferiti dura più di 39 minuti, in ogni caso. È la lunghezza perfetta, quella che consente di mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore dall’inizio alla fine. I dischi sono fatti per essere ascoltati nella loro interezza e quando sono conclusi l’ascoltatore dovrebbe pregare per ascoltare un altro pezzo, non per far sì che il disco finisca. Nei nostri dischi non ci sono riempitivi.

Ai vostri concerti ci sono più ragazzi giovani o persone un po’ più cresciute?


Il pubblico cambia di volta in volta, ma sembra che abbiamo un grande nucleo di fan piuttosto giovane che mai avrei pensato di avere. Penso che le persone più grandi siano le più difficili da convincere con qualcosa di nuovo e fresco, il più delle volte sono troppo concentrati su ciò che già apprezzano. Inoltre credo che molti di loro tendino a paragonarci ai propri idoli, mentre i giovani ci vedono come qualcosa di completamente nuovo. Ovviamente hanno ragione loro.

 

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Secondo te, perché la Svezia (ed ovviamente l’intera zona scandinava) è così prolifica in ambito rock e metal?

Abbiamo una forte tradizione hard rock in Svezia, oltre ad avere una predisposizione per i generi metal più estremi. Tralasciando i super gruppi come Europe e Yngwie Malmsteen, qui abbiamo moltissime valide band in tutti i sottogeneri dell’hard rock. C'è chi ha fatto qualcosa di completamente nuovo, ma anche chi ha inventato un intero genere: Heavy Load, Bathory, Dissection, Entombed e Dismember. Quando il metal estremo tradizionale (conosciuto ora come heavy metal tradizionale da molti) è morto a metà anni 80, lo spirito estremo si è diffuso in altri generi, dando vita al black e al death metal. Quindi, la musica genuina non è mai morta qui in Svezia, è sopravvissuta in forme differenti.

Quali sono le tue sensazioni nel suonare il vostro tipo di musica ai giorni nostri?

Niente. Ci limitiamo a suonare la musica che noi stessi vogliamo sentire e non abbiamo mai considerato quello che facciamo come un omaggio ai tempi andati. Siamo la band più moderna del mondo.

Se potessi tornare indietro nel tempo ci sarebbe qualcosa che vorresti cambiare?

Con gli Enforcer, no.

Cosa pensi della pirateria e della pesante influenza dei social media?

 


Sono piuttosto certo che l’impatto di internet e dei social media ci abbia solo aiutato a diffondere il nostro messaggio presso un pubblico molto più ampio. Il danno causato a noi o all’industria musicale dalla pirateria? Non lo so e onestamente non mi interessa. Io non ascolto mai musica al computer, in ogni caso. Disprezzo il modo in cui la gente ascolta la musica al giorno d'oggi, ascoltare online mezza canzone per poi passare alla successiva. Io ascolto un album dalla prima all’ultima nota, ad alto volume e senza parlare. La vera musica è fatta per essere ascoltata, non da utilizzare come sottofondo.

Dimmi tre cose che ti piacciono dell’Italia, sempre che ti piaccia oviamente...

Il pubblico metal italiano, il cibo, i Danger Zone, i Berserks e i Death SS.

Ok, è tutto. Grazie dell’intervista e a te le ultime parole. Ciao!

Grazie a tutti coloro che sono venuti a vederci! L’apprezziamo moltissimo!




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