Celeb Car Crash (Nicola Briganti)
Tra le band italiane che stanno cercando di emergere dal sottobosco delle autoproduzioni vale la pena segnalare i Celeb Car Crash, formazione emiliano-romagnola che da un anno a questa parte sta portando su e giù per la penisola il proprio rock leggero ma che fa pensare. A rispondere alle nostre domande l'estremamente disponibile e ciarliero Nicola Briganti, voce solista della formazione.
Articolo a cura di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 30/04/14

Come band siete nati da poco, ma come musicisti avete già il vostro bagaglio di esperienze con esperienze precedenti (per esempio Nicola e Carlo Alberto con i Lena's Baedream). Volete raccontarci attraverso quali passaggi vi siete ritrovati a formare i Celeb Car Crash?

 

"Ambush!" compie un anno tra pochi giorni. Galeotto fu il Naima a Forlì, in seguito ai Lena's e Klogr, assieme a Carlo Alberto volevamo creare un progetto e non avevamo un nome o un'idea ben precisa sul come portarlo avanti, avevamo e stavamo lavorando alle preproduzioni delle canzoni. Proprio nel momento giusto e parallelamente ai Violet Gibson è arrivato Michelangelo che ha messo ordine alle nostre idee e si è immediatamente creato un gruppo di "persone", con l'aggiunta anche di Simone, che volevano esprimere il loro concetto di Rock. Le esperienze passate sono servite proprio per aver un maggior focus sulla musica e sull'onestà del progetto, il Mood della nostra vita, dei nostri pensieri ed il nostro modo d'essere nella vita e sul palco. Questa è la versione colta ed edulcorata della vicenda. a versione reale è che credo di aver farfugliato qualcosa di Alcolico circa il Rock ed una band e delle canzoni a Michelangelo in un suo Post-concerto e mosso a compassione ha capito il mio disagio; siccome "nel sottobosco dell'underground della nicchia" ci si conosceva già e c'era molta stima abbiamo rimandato alla settimana dopo la creazione della "band precedentemente conosciuta come Boh". Io ho portato in dote Carlo Alberto, lui Simone, ora sta a voi capire chi ci ha rimesso.


Il vostro monicker è estremamente accattivante. Come siete arrivati a sceglierlo?

 

Era già titolo di una canzone e dell'album. A questo punto democraticamente Miky ha deciso che era un nome troppo impattante per non usarlo come nome della Band. Poi il concetto dello schianto o incidente automobilistico della celebrità ci ha conquistati, in fondo è così la nostra musica, diretta ed inevitabile. Sposiamo in oltre la macabra ironia della Celebrità o coloro che si credono tali o i privilegiati che si schiantano contro il muro della realtà. Chi sei?, dove vivi? E cos'hai da dire?.

 

celebcarcrash_itw_03Nella vostra musica si sentono diverse influenze stilistiche provenienti dagli anni '90. Cosa hanno significato per voi quegli anni, e quali band vi hanno stimolato maggiormente?

 

Abbiamo un debito di ascolti con gli anni 90 ma soprattutto di come si facevano e producevano le canzoni in quegli anni e lo spirito, quel che di "freak" ed ispirato che ci ha illuso che le cose potessero davvero cambiare. Tolta questa nostalgica constatazione la lista è infinita, di quegli anni o a cavallo direi: Soundgarden, Nirvana, Pearl jam, Alice In chains, Faith No More, Metallica ...
Però "non si vive solo di Malinconia" (cit. Nonna Briganti), il tutto è completato dai nostri percorsi musicali, dal nostro gusto e dalle sonorità moderne, Oddio moderno vuol dire davvero poco, una volta detto è già vecchio, diciamo da quello che ci ispira. Da Elvis (che era Dio in Terra ed ora vive su Marte) fino ad arrivare ai Kings of Leon...

 

Il vostro è un rock molto passionale, con tematiche personali ed il desiderio di scuotere gli animi anestetizzati delle masse. Cosa chiedete alla vostra musica?

 

Una risata vi seppellirà. Le tematiche che affrontiamo nei testi non sono marcatamente "felici" tutt'altro, con questo non vuol dire che il mezzo per farle passare debba essere esclusivamente la serietà, l'essere trasversali permette di abbattere certe convenzioni legate ai generi e alla loro omologazione e penetrare il qualunquismo generalizzato. Questioni come "Tu canti come, vesti come, stai sul palco come", per noi sono solo stronzate, logico che la musica ha un passato ed una storia e da un punto bisogna iniziare ma il nostro focus è sulle canzoni e quello che vogliamo dire e sul nostro stomaco ed il nostro cuore. Quando sei stato onesto con te stesso ed hai espresso quello che sei al 100% allora le vibrazioni sono giuste ed il pubblico se ne accorge. Cosa chiediamo alla nostra musica? Di non abbandonarci mai perché è la colonna sonora della nostra vita.

 

Come vi siete organizzati al momento della stesura dei singoli brani? Vi è una suddivisione dei compiti o se ne occupa una sola persona?

 

Per "Ambush!" abbiamo lavorato assieme io (Nicola) e Carlo Alberto in un primo momento, poi con il già citato arrivo di Miky dietro le pelli abbiamo potuto rivedere e limare con tre paia d' occhi tutte le pre-produzioni per poi registrare l'album tutto da soli ed in casa. Simone ha completato invece la Line up ed è stato preziosissimo per dare un bel metodo di lavoro per la preparazione allo spettacolo Live.

 

"I Am the Walrus", "Drinking In L.A.". Avete una certa propensione per le cover. Due canzoni alquanto diverse tra loro. Per quali motivi avete scelto quei brani specifici e come si inseriscono nell'idea che avete della musica che suonano i Celeb Car Crash?

 

Erano tutte e due pronte per "Ambush!"... ma due cover in un solo Album erano troppe, abbiamo scelto i Beatles ed una delle canzoni più Lennoniane nel senso stretto del termine, un finto non-sense carico di attacchi ai giornalisti, ai musicisti contemporanei e alla società borghese. Quindi tutto in linea perfetta con "Ambush!". "Drinking in L.A." è stata scelta per quello che ha significato per la nostra adolescenza e per quello spirito di contaminazione tipica degli anni 90. Era il pezzo giusto, fatta da una one hit band i Bran Van 3000, una one hit song conosciuta ma non troppo così da non scadere nel banale. Con la Bagana Records abbiamo pensato ad un'uscita apposita per questa canzone, con qualche pezzo acustico in aggiunta per avere un Mini Ep. Non tanto per restituire dignità ad un pezzo per me favoloso nel suo genere, ma per sottolineare se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto è meravigliosa ed imprevedibile la musica nelle sue sfaccettature anche non Rock.


Parlando di cover, non si può non citare il video di "Drinking in L.A.": Hannibal Lecter, Jason Voorehees, Darth Vader, Twister, il Nintendo, Luigi (di Super Mario Bros), giochi da tavolo anni ‘80/'90, luchadores mascherati... Un gran bella parata di ricordi degli ultimi due decenni del 1900. Come si inserisce questa canzone e questa leggerezza nel vostro stile dopo un album di debutto con tematiche adulte ed impegnate? Qualche aneddoto divertente della lavorazione del video?

 

Il tributo visivo e la citazione al video originale era dovuto, più tutta la nostra sceneggiatura che omaggia i feticci Pop della nostra gioventù... Pascoli direbbe che abbiamo alimentato il "fanciullino" noi lo chiamiamo "consumismo" unito all'elemento Hangover, cliché delle rock band. I piani di lettura sono il filo conduttore del perché possiamo passare da un'estetica cupa e riflessiva all'essere scanzonati. Ad esempio "Drinking in L.A." che tanto ci ha portato "fortuna mediatica", Rolling Stone Magazine Etc... è una canzone dal testo apparentemente scanzonato, è la descrizione della giornata tipo dei "PerdiGiorno" di chi se la racconta, di chi è partito con delle ambizioni e si è disilluso. "Che cavolo sto facendo qui a 26 anni, a bere a Los Angeles?" Ci siamo riconosciuti nelle parole di James di Salvio (BV3k), lui era partito dal Canada per arrivare a Los Angeles e diventare regista, non ha mai diretto nulla ma è diventato leader di un collettivo musicale ancora in attività, che ha un seguito, famosi in tutto il mondo. Il nostro smarrimento è anche il suo ma per noi è diverso: siamo musicisti in un paese dove nessuno riconosce il valore dell'arte e... ne siamo circondati (di arte). Citando I Ministri " Questa Chitarra non vale niente, tanto vale provarci comunque". Aneddoti divertenti... direi tutto a partire dall'accanimento fisico del Lottatore su Carlo Alberto, alle riprese in stato di ebrezza, alla faccia della padrona di casa quando ha capito in che casino si era cacciata nel prestarci la casa, alla commovente disponibilità dei nostri affetti e amici/che nella realizzazione di questa piccola follia. Un giorno pubblicheremo il reale diario di bordo del video.

 

celebcarcrash_itw_04Il mago di Oz ("Dorothy"), L'attimo fuggente ("Dead Poets Society") ed i già citati Guerre stellari, Il silenzio degli innocenti e Venerdì 13 ("Drinking in L.A."). Siete degli appassionati cinefili o avete voluto semplicemente approfittare di icone e tematiche conosciute a livello mondiale per parlare di argomenti vostri?

 

Io potrei recitarti interi film a memoria mimando anche gli effetti speciali... siamo dei cinefili, dei lettori... in questa società pragmatica, siamo assolutamente faceti e valiamo come uno zoppo ad una gara di calci nel culo... probabilmente. Ma la bellezza dell'arte che sia in un film, libro o canzone ci affascina ed è parte del lascito che vorremmo donare alle generazioni future. Visto che di soldi non ne lasceremo. Servono dei "Topoi" universalmente riconosciuti per far passare alle persone i concetti, oltre che i fatti.

 

Sul fronte dell'attività live avete già collezionato diverse date lo scorso anno a supporto di "Ambush" ed altre quest'anno con "Drinking in L.A.": Italia, ma anche resto dell'Europa. Come siete stati accolti, sia in patria che nelle altre nazioni che avete toccato con il vostro tour?

 

Siamo ormai a 50 date tra un Tour e l'Altro, l'accoglienza è stata sempre molto positiva sia in Italia che in Europa. Sappiamo di dover macinare tanta strada ma è un buon punto di partenza.

 

Cosa significa per voi essere una band "underground" in Italia?

 

Vuol dire far parte di quel gruppo misto fatto da chi vende dalle 0 alle 10000 copie, da chi macina in furgone chilometri su chilometri in vari paesi, da chi dorme poco ma sogna tanto, da chi sa di fare un doppio lavoro, perché quando la passione è tanta, la musica anche se non ti dà mangiare diventa un lavoro. Proprio perché c'è tanto sacrificio ed i mezzi per le band nel nostro paese sono pochi, che bisogna considerare un dono prezioso per tutti il momento in cui una di queste esce dall'Underground. L'Italia non è senza speranza, teniamo duro.

 

Quali sono i vostri progetti per questo 2014?

 

Continueremo il nostro Tour, che si prolungherà fino alla fine dell'Estate, torneremo in Europa a suonare. Interviste, comparsate in Tv più o meno web e più o meno digitali. Nel Frattempo stiamo lavorando alle pre-produzioni del nuovo album. Non ci fermiamo mai, abbiamo l'eternità per riposare. "Il lavoro non ci spaventa, il conto non vi spaventa".


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