Daniel Cavanagh (Daniel Cavanagh)
È uscito da poco "Monochrome", primo disco solista di Daniel Cavanagh. Con il passaggio degli Anathema a Milano abbiamo avuto la possibilità di parlare con la mente della band, che ci raccontato diversi aneddoti sulla genesi dell'album, sul tour corrente e molto altro.
Articolo a cura di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 23/10/17

Ciao Danny, bentornato in Italia! Per prima cosa mi piacerebbe parlare del tuo nuovo album "Monochrome". Come mai hai deciso di pubblicare un album solista dopo tutti questi anni di carriera e quando hai preso questa decisione?


È successo nel 2015, prima di lavorare a "The Optimist". Praticamente fino a oggi è rimasto nel cassetto perchè la casa discografica ha deciso di farlo uscire dopo l'album degli Anathema, in modo da avere una spinta in più in quanto a promozione. Ho deciso di farlo perché avevo dei brani che con la band non sarebbero stati completati, quindi non è stato un problema usarli per un disco solista. Volevo rimanere occupato in estate nel 2015 e fare qualcosa di pratico, quindi ho lavorato in uno studio che mi piace molto a Liverpool, lo stesso in cui abbiamo registrato "Weather Systems". Ho incontrato Vincent [Cavanagh, NdR] e John [Douglas, NdR], che insieme a me sono gli autori principali e ho chiesto se ci fossero delle canzoni su cui volevano lavorare e altre che non gli interessavano. Quindi abbiamo fatto una lista e ho scelto le canzoni che non volevano. C'è solo un brano che ho preso dalla band, "The Exorcist", perché in ogni caso ci cantavo io e avevo bisogno di una buona canzone per iniziare a lavorare. È stato tutto molto facile, avevo semplicemente voglia di fare un disco, non ci sono particolari ragioni dietro a questa scelta. Sicuramente non l'ho fatto perché lavorare con la band è limitante. Comporre e registrare un album con gli Anathema è più divertente perché si ride e scherza continuamente con i ragazzi, ma farne uno da solo è più facile perché prendi tutte le decisioni da solo. Con la band però si vede che il prodotto è il risultato del lavoro di un team.

 

Quindi in questo caso le canzoni sono più personali?

 

No, non direi questo, anche le canzoni della band sono molto personali. Pensa a "One Last Goodbye", "Are You There?", "A Natural Disaster" o ad "Ariel", che ho scritto per mia figlia.

 

Certamente, quello che intendo è che scrivendo con John e Vincent anche loro tendono a mettere le proprie esperienze e la loro vita dentro le canzoni.

 

Sì, da quel punto di vista hai ragione. Queste canzoni sono più pure, diciamo. Ma comunque Vincent e John non cambiano le canzoni per il gusto di farlo, succede solo se ce n'è davvero bisogno. Anche se capita spesso che i loro suggerimenti siano ottimi e funzionino. In ogni caso una delle maggiori differenze è anche il fatto che ovviamente canto in tutti i brani e per me è una cosa fantastica. Con questo non intendo che vorrei cantare di più con la band, ma comunque è una cosa che mi piace molto fare.

 

A proposito di cantanti, in cui album c'è come ospite in tre brani Anneke Van Giersbergen e so che siete amici da tempo. Com'è stato lavorare con lei?

 

È stato fantastico, anche se comunque ha lavorato da casa sua. Mi sono limitato a mandarle le demo, che avevo fatto con Lee Douglas [la cantante degli Anathema, NdR] e in un giorno lei ha registrato tutte le sue parti nello studio di casa. Sono stato fortunato ad averla come ospite perché è una cantante magnifica e anche una buonissima persona. Ho anche collaborato con una violinista [Anna Phoebe, NdR] che è andata alla grande. Lei è venuta nello studio a Liverpool un giorno ed è stata fantastica, improvvisava moltissimo e ha lavorato anche sugli arrangiamenti. Io le ho dato solo qualche suggerimento. Ci abbiamo messo cinque ore a fare tutto.

 

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Alcuni brani in questo album sono simili ai pezzi degli Anathema, ma ce ne sono anche altri diversi. Ad esempio, la canzone che mi è piaciuta di più è "The Silent Flight Of The Raven Winged Hours" e ha elementi e parti diverse tra di loro. Puoi raccontarci come è nata?

 

Sì, è decisamente la migliore! Mi piace molto tutta la prima parte del disco, ma quella in particolar modo. Originariamente avevo quattro parti diverse e sapevo di volerle mettere insieme, ma non sapevo come. L'album all'inizio doveva essere solo con il piano, ma poi è cresciuto sempre di più, quindi ho deciso di unire pezzi diversi che avevo scritto in passato per dare forma a questo brano. In studio ho lavorato molto, provavo cose diverse, poi le abbandonavo e così via. Per questa canzone è stato così, sapevo che l'intro sarebbe stata con il piano e l'avevo scritta nel 2000. La seconda parte è quella che preferisco ed è del 2009, mentre le altre due sono del 1999 e del 1998.

 

Immagino che non sia semplice mettere insieme parti scritte in periodi diversi.

 

In realtà io lo trovo abbastanza facile. Non lo dico per vantarmi, ma trovo molto più facile comporre musica che la vita [ride, NdR].

 

In effetti devo dire che fin dalla prima volta che l'ho ascoltata ho trovato una grande coesione in tutto il brano, pur con elementi così diversi.

 

Ti ringrazio e devo dirti che sono d'accordo, è anche la mia preferita. Mi piace molto l'atmosfera, è molto notturna e si sposa bene con il titolo, che ho preso da Edgar Allan Poe. Avevo sentito quell'espressione forse da un audiolibro, mi sembra che il racconto fosse "Berenice". Lui usa questa espressione per descrivere la notte e l'ho trovata perfetta. La canzone all'inizio si chiamava "Night", ma poi mi è tornata in mente quella lettura e ho anche pensato di chiamare l'album "The Silent Flight Of The Raven Winged Hours". Purtroppo la label non me l'ha permesso perché sarebbe stato troppo simile all'album di Steven Wilson [The Raven That Refused To Sing (And Other Stories), NdR]. A me non importava, non stavo copiando il suo titolo, ma alla fine ho dovuto cedere e hanno scelto "Monochrome".

 

E invece il nome "Monochrome" da dove viene?

 

Non saprei dirtelo, mi è venuto in mente dal nulla. Però credo che sia adatto perché l'album è molto notturno e c'è questa opposizione tra bianco e nero. Anche parlando della copertina, questa è nera, mentre quella di "Memory And Meaning" è bianca. Mi spiace se è ti ho deluso con questa risposta, ma non c'è un vero e proprio significato dietro.

 

Beh però il titolo rappresenta bene l'atmosfera dark dell'album.

 

Sì, è un disco molto notturno. Nel booklet infatti ci sono anche animali come un gatto, c'è una canzone che si chiama "Dawn". È musica da ascoltare a lume di candela.

 

Hai detto che inizialmente questo doveva essere un album con il solo pianoforte, ma poi si è evoluto. Tra tutti gli strumenti che suoni ce n'è uno che preferisci?

 

Beh, per questo disco ho suonato tutti gli strumenti a parte il violino. Anche in "The Optimist" ho suonato quasi tutto, chitarre, piano. Vincent ha lavorato molto sulla parte elettronica, mentre John ha portato moltissime idee durante la fase di scrittura. Personalmente preferisco suonare il pianoforte, ma sono più bravo con la chitarra. Ad esempio, se Roger Waters avesse bisogno di un pianista e di un chitarrista mi proporrei con la chitarra e non con il piano, anche se sarebbe il mio strumento preferito da suonare.

 

Quindi a questo punto possiamo sperare di vederti al prossimo tour di Roger Waters?

 

Beh, ci andrò, ma come spettatore [ride, NdR]. Anche perché probabilmente sarà il suo ultimo tour, voglio andarci. Nel 2011 l'ho visto quando ha suonato "The Wall" e negli anni '90 sono andato ad uno show dei Pink Floyd, con mia madre. È stato fantastico.

 

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Ora invece passiamo agli Anathema. Come sta andando questo tour?

 

Sta andando molto bene, sicuramente meglio del precedente, perché stavolta abbiamo un bus. È molto più comodo, puoi riposarti quando vuoi. Viaggiare sempre in aereo invece è molto stressante e stancate, lo odio.

 

Parlando delle setlist, è difficile scegliere le canzoni migliori da suonare tra tutte quelle che avete pubblicato?

 

Fin dall'inizio del tour in Sud America abbiamo una buonissima setlist, ma comunque cerchiamo di cambiarla continuamente. Preferirei lanciarmi da una finestra che suonare le stesse canzoni tutte le sere per sette settimane [ride, NdR]. All'inizio gli altri non erano tanto d'accordo, ma poi mi hanno dato ragione. In questi giorni ad esempio abbiamo aggiunto "A Simple Mistake" e "The Lost Song, Part III". Stasera suoneremo "Ariel", perché c'è anche mia figlia. Molte canzoni hanno anche un video apposta, come "Lightning Song". È stato creato per lo Starmus Festival, quando abbiamo suonato lì c'era anche Stephen Hawking, è stato fantastico. Tra l'altro la canzone "Endless Ways" è nata praticamente durante quel festival. Stavo guardando Hans Zimmer mentre suonava la colonna sonora di "Interstellar" con mia figlia in braccio e quel film si basa molto sul rapporto tra padre e figlia attraverso il tempo. Quando sono tornato a casa ho ripensato alla scena in cui lui è dietro alla libreria e urla "Stay", mentre nella camera c'è la figlia che lo prega di non partire. In quel momento ho deciso di fare una canzone ispirata a quella scena e così è nata "Endless Ways". Infatti mentre lavoravamo all'album si chiamava "Stay" e c'è un verso che dice "Stay with me, I can't be your memory". Viene proprio da lì.

 

Ti capita spesso di essere influenzato da film? Se non sbaglio "San Francisco" è stata influenzata da Mr Robot.

 

Sì, è sucecsso per queste due, ma negli album precedenti non era mai capitato. Questa volta ho deciso di creare canzoni a partire da immagini, come il viaggiare di notte (e per questo sono stato ispirato da Mr Robot e Midnight Special) o un incendio nel cielo, da cui si è sviluppata "Wildfires".

 

Ok Danny, questa era l'ultima domanda. Grazie mille per il tuo tempo.

 

Beh, possiamo comunque parlare di altro. Anzi, scelgo io. Domande a parte, ti è piaciuto "Monochrome"?

 

Sì, mi è piaciuto molto, soprattutto le atmosfere che riesce a donare. Come ti ho già detto la mia preferita è "The Silent Flight Of The Raven Winged Hours", ma tra le altre adoro anche "The Exorcist". Ho avuto la fortuna di sentirla dal vivo quando hai fatto il tour solista nel 2015 ed è stata forse la migliore canzone del set, è davvero intensa.

 

Sì, anche per me sono le due migliori. Ho iniziato a scrivere "The Exorcist" intorno al 2000 e nel tempo è cambiata, insieme al testo. All'inizio c'era molto rabbia, infatti si chiama "The Exorcist" perché parla dell'esorcizzare i propri demoni. Successivamente è cambiata, comunque è una canzone per mio padre che se ne è andato. Quindi parla di qualcuno che mi manca e al quale provo a chiedere quanto sia orgoglioso di me. Io non lo sono, ma forse lui lo sarebbe. Alla fine nonostante questi cambiamenti ho tenuto lo stesso titolo.




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