Francesca Gaza (Francesca Gaza)
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Francesca Gaza e sviscerare con lei la composizione e i sentimenti contenuti nel suo album d'esordio "Lilac For People", disco in cui è accompagnata da un ottetto. La giovane musicista sarà questa sera a Firenze e il 31 a Milano per due live acustici.
Articolo a cura di Federico Falcone - Pubblicata in data: 29/07/19
Ciao Francesca, benvenuta su SpazioRock. Come stai?

 

Benissimo, grazie!

 

So che stai lavorando a un nuovo progetto che è particolarmente ambizioso. Senza aggiungere altro, vuoi presentarlo tu ai nostri lettori?

 

Sto lavorando al mio progetto "Lilac For People", un ottetto crossover con il quale ho appena pubblicato il mio primo disco e con il quale abbiamo appena finito la prima parte di tour estivo che ci ha portato in Italia, Svizzera e Germania. È in continua evoluzione per cui non mi stanco mai di cambiarlo nei minimi dettagli, aggiungere sezioni, cambiare le dinamiche o scrivere nuovi pezzi e arrangiamenti.

 

"Lilac For People" è stato anticipato del video per il singolo "Almond Tree". Puoi raccontarci come è stato girarlo e come è nata l'ispirazione per il prodotto finale?

 

"Almond Tree" parla della fioritura del mandorlo, il primo albero che sboccia dopo l'inverno, e mi sono immaginata una storia in cui io e il mandorlo invochiamo la fioritura l'uno dell'altro. Mi sono lasciata ispirare dal mito greco di Demetra e sua figlia Persefone, la quale con la sua apparizione sulla terra scandisce le stagioni. La regista del video, Erika Errante ha contribuito enormemente alla creazione della trama, è una artista con grande personalità visionaria che con la sua sensibilità ha trasformato la mia musica in una storia visiva. Nel video mi ha fatto diventare una sciamana, un'esploratrice tenace di un mondo surreale e un simbolo di rinascita in continua fioritura. Sul set ci siamo divertite molto ed è stato un onore indossare gli abiti cuciti da sua sorella, la stilista Sara Baruffaldi. È stata un'esperienza fantastica.

 

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I testi, davvero molto accurati, sembrano scritti appositamente per una musica densa di atmosfere e suggestioni. Come si è sviluppato il processo di songwriting che ha portato alla stesura dell'album?

 

Tendo ad osservare molto ciò che succede intorno a me e dentro di me. Prendo molta ispirazione dalla natura e dalla mia interpretazione di essa in relazione alle persone. La scrittura del testo a volte nasce immediatamente insieme alla musica, oppure delle volte ho solo delle idee testuali evocative che poi si concretizzano man mano che rifinisco la musica.

 

Per un artista emergente, il primo album ha un sapore sempre particolare, tra chi lo considera un punto di arrivo e chi, invece, ritiene che, tutto sommato, non sia indispensabile quanto il secondo o il terzo. Quale è stato il tuo approccio in sala di registrazione?

 

Per me è stato un momento fondamentale e ancora mi emoziono a pensarci. Per me è la solidificazione di un processo creativo che è durato anni, per cui sono molto fiera e felice di aver condiviso questo percorso insieme alle persone meravigliose che formano la mia band. Abbiamo avuto con noi anche un grandissimo produttore, Andrea Lombardini, il quale è riuscito a coordinare gli aspetti estetici suoi con il mio modo di arrangiare e scrivere musica, è stato molto bello e stimolante lavorare con lui in studio. Con la testa sto già iniziando a ideare il prossimo disco e non vediamo l'ora di lavorarci e condividerlo con voi.

 

Hai avvertito qualche paura o pressione particolare?

 

Mi viene spesso chiesto di definire stilisticamente quello che faccio. Ho però molte difficoltà a farlo perché credo che qualsiasi genere musicale contenga moltitudini e definirlo andrebbe contro la natura della sperimentazione e la spontaneità che cerco di mantenere viva in ogni nuovo brano che scrivo. Poi c'è l'argomento del sessismo in musica che mi capita spesso di dover affrontare. Affermazioni che partono dal presupposto che io in veste di cantante e leader donna non scriva la musica ma solo i testi sono all'ordine del giorno, ma l'argomento è molto più ampio e richiederebbe un approfondimento accurato che necessita di un altra intervista.

 

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Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzato e quelli che, invece, hanno rappresentato per te un'ispirazione durante la fase di songwriting?

 

Artisti come Laura Mvula, Björk o David Sylvian sono sia a livello musicale che a livello di ideazione dell'espressione artistica delle grandi muse per me. Adoro unire l'aspetto musicale a quello visivo, pensando all'espressione artistica come un'unica, anche se personalmente l'ascolto per ora rimane la dimensione fondamentale. Inoltre, sono una grande amante della musica antica, in particolar modo mi affascina tutto il periodo del Rinascimento e barocco fiorentino in tutti i suoi aspetti. Capire come veniva pensata e realizzata la musica in passato mi aiuta a trovare nuove strade per uscire da schemi personali ripetitivi. Inoltre ascolto molta musica diversa, leggo molte poesie, sono affascinata dalla danza e cerco di andare a molte mostre per osservare opere d'arte. Tuttavia quando sono nel processo di scrittura cerco di isolarmi da tutte queste influenze per arrivare al nocciolo di quello che voglio dire per non assorbire ciò che non sento mio. Non è una cosa facile, ma è un'ambizione che negli anni vorrei provare a soddisfare.

 

Quale è il peso specifico che hanno avuto i musicisti che ti hanno accompagnato in percorso?

 

I sette i musicisti che mi accompagnano nel disco fanno parte del mio progetto da quando è nato, quindi quasi da tre anni. Sono le colonne portanti della mia scrittura e anche della mia evoluzione artistica. Fare musica con loro va al di là del mero gesto del suonare i miei brani, ma vi si aggiunge una dimensione di conoscenza e profondità che porta gli otto strumenti a sembrare un unica cosa. Sono tutti musicisti eccelsi di altissimo livello, attivi in vari generi del jazz, dell'elettronica, della musica sperimentale e del pop con propri progetti originalissimi. Siamo una famiglia ed è veramente un sogno ritrovarsi ogni volta per vedere i cambiamenti l'uno dell'altro, fare musica e avere sempre più connessione quando si suona, mi sento molto fortunata e onorata ad averli con me.

 

Piani per l'immediato futuro? Avremo la possibilità di vederti in tour?

 

Assolutamente! I prossimi appuntamenti saranno il 29 luglio a Firenze e il 31 a Milano dove faremo dei mini live in acustico. Poi ci ritroveremo al completo l'1 settembre per andare a suonare al Jazz Italiano per L'Aquila, e il 2 settembre a Formia al Mary Rock. Invece il 31 Ottobre ci sarà un attesissimo evento in cui apriremo al quartetto di Marc Ribot nel Teatro Puccini di Firenze. Non vediamo l'ora!




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