Joanne Shaw Taylor si dimostra, col passare del tempo, una delle migliori artiste in ambito rock blues: scoperta, poco più che adolescente, da Dave Stewart e influenzata da Stevie Ray Vaughan, Jimi Hendrix e Albert Collins, la songwriter albionica, autrice di una serie di album di grande successo, specialmente negli Stati Uniti, si lascia apprezzare sia come cantante che come chitarrista, in virtù di un contralto caldo e ricco di sfumature e del talento cristallino che esibisce sulla sei corde. In prossimità dell rilascio dell'ultimo lavoro "Reckless Heart", in uscita il 15 marzo, e a ridosso dell'unica data italiana del tour, prevista per il 21 febbraio al Legend Club di Milano, abbiamo avvicinato ai nostri microfoni la musicista inglese che, parca di parole, non si è comunque sottratta alle domande, stupendoci sin dalle prime battute.
E, soprattutto, mette subito le cose in chiaro. Alla curiosità concernente quale souvenir le piacerebbe acquistare on the road risponde senza batter ciglio: "Spero di trovare un paio di buone bottiglie di vino di qualità, ovvero l'Amarone". Ma subito dopo aggiunge, tornando seria: "Suoneremo l'intero nuovo disco per la prima volta dal vivo dinanzi ai nostri fan. Le performance live rappresentano un momento fondamentale, mi servono per creare una profonda connessione con il pubblico presente". Sorprende poi la sua ammirazione nei confronti di un genio forse troppo prematuramente scomparso: "Amo davvero alla follia Prince, in particolare per la sua abilità nell'aver saputo mescere, durante la carriera, creatività e passione: d'altronde, tale approccio costituisce il mio principale obiettivo quando scrivo canzoni". Attendiamo Joanne Shaw Taylor all'ennesima prova del nove: i fan italiani non resteranno di certo delusi.