Ray Alder (Ray Alder)
In occasione dell' uscita del suo album di debutto da solista, il frontman dei Fates Warning Ray Alder ci racconta di come "What The Water Wants" sia figlio del tempo libero e della chimica degli opposti
Articolo a cura di Ludovica Iorio - Pubblicata in data: 28/10/19
Ciao Ray! Benvenuto su SpazioRock.it, la nostra webzine. Come stai?



Sto bene, un po' stanco, sto lavorando al nuovo album dei Fates Warning praticamente tutto il giorno tutti i giorni da qualche mese a questa parte.



Per iniziare, congratulazioni per il tuo album d'esordio, "What The Water Wants", uscito il 18 ottobre! Vorrei chiederti: perchè la scelta di un disco solista? Sentivi la necessità di esprimere qualcosa da parte tua, non sotto altri nomi come Fates Warning?



Penso che sia dovuto principalmente al fatto che il momento fosse quello giusto. I Fates erano in pausa, Jim Matheos [chitarrista dei Fates Warning, ndr] era occupato con gli Arch/Matheos, per cui avevo un po' di tempo libero per effettivamente scrivere e registrare musica. Inoltre volevo farlo da un po' di tempo e, di nuovo, non avevo il tempo perchè i Fates erano molto impegnati per i loro ultimi due album, e il tour, e tutto quanto. Sai, vivo in Europa ora e penso che ora la situazione sia un po' più tranquilla, per cui per non starmene in panciolle, a giocare ai videogiochi tutto il giorno ad esempio, ho dovuto far qualcosa. Ma in realtà è stato bello tutto questo, una fatica dettata dal sentimento.



Potresti raccontarci brevemente come hai riunito gli altri musicisti poi coinvolti nel processo creativo del tuo disco? Hai detto che vivi in Europa ora, ho letto che sono circa tre anni che vivi in Spagna, per cui in che modo il luogo ha avuto influenza nella stesura?



In origine conobbi Tony Hernando dei Lords Of Black qui in Spagna tramite un amico in comune e al tempo ero interessato a fare un disco da solista, per cui un giorno, davanti a una birra ne parlammo, gli dissi che ci stavo pensando e lui era interessato alla cosa, così iniziammo a scrivere. Poi divenne molto impegnato con la sua band e non aveva il tempo materiale di andare avanti col mio progetto. Mike Abdow [chitarrista turnista dei Fates Warning, ndr] venne da me un giorno, credo mentre eravamo in tour o qualcosa di simile, e mi chiese come stesse andando il mio progetto solista e di fargli sapere qualora avessi voluto il suo contributo; io esclamai semplicemente: "Sì, certo, sarebbe fantastico!". Ecco come si è sviluppato il tutto, Mike e Tom sono diventati entrambi i due chitarristi del progetto. Avevo ingaggiato all'inizio altre persone, tipo 4/5 chitarristi, ma non aveva senso. Sarebbe stato piuttosto bizzarro e la musica sarebbe suonata troppo diversa nelle sue diverse parti... era meglio mantenere solamente due persone.



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Per quanto riguarda il titolo dell'album, il soggetto è l'acqua. Ascoltando ad esempio la traccia "What The Water Wanted", questa è vista nella forma di un'inondazione che sommerge la persona, che potrebbe essere una metafora di tutto ciò che potrebbe minacciare la vita. Qual è il tuo rapporto con questo elemento naturale?



Innanzitutto, direi che l'acqua è una perfetta metafora per molte cose. Può essere vista nella forma di un temporale, può significare cose diverse per due persone diverse: può portare con sè la vita, la morte, la felicità o la tristezza, dipende da ciò che la persona sente nel momento in cui sta piovendo o altro. E ancora l'inondazione è una metafora: può rappresentare un cambiamento, una soverchiante sensazione di impotenza, può essere qualsiasi cosa. Per cui preferirei piuttosto che le persone interpretassero le lyrics a modo loro, con la speranza che possa significare qualcosa per loro come lo è stato per me. Una volta stavo cercando di spiegare i testi a qualcuno e subito: "No, non dirmelo!", perchè magari hanno un' idea di cosa questi significano per loro, e penso che ciò sia molto speciale. Quando scrivi i testi puoi essere piuttosto letterale oppure puoi essere un po' oscuro e lasciare che l'ascoltatore si faccia la propria idea in merito. Ribadisco, per me l'acqua, in qualsiasi forma, continuava a ritornarmi alla mente ed ecco perché sono giunto ad intitolare l'album "What The Water Wants". E non so che cosa voglia l'acqua, voglio dire essa può portarti gioia o cambiamento o forse può riempirti un momento che nessun altra cosa riesce a fare: insomma, cose diverse. Se dovessi scrivere una storia, lo farei per lasciare spazio all' immaginazione del lettore di potersi esprimere, e ciò può essere diverso da persona a persona. 



Come impressione generale, sembra che questo disco sia pieno di luci ed ombre, come anche l'acqua che viene vista sotto le sue diverse forme e i suoi diversi significati. Potresti raccontarci qualcosa di più sui temi trattati? E' un concept album?

Non è un concept album, è piuttosto una raccolta di temi che ricorrono lungo tutto l'album. Non l'ho fatto apposta, è venuto fuori con le lyrics. Non sono propriamente una persona malinconica, sai sono un tipo piuttosto sereno [ride, ndr]. Ma, quando scrivo, non mi sento di scrivere di arcobaleni e unicorni e altro, è un processo davvero profondo per me. Mentre scrivo una melodia, quindi con la musica di fronte a me, inizio a cantare parole nonsense che non trascrivo: è semplicemente qualcosa che mi viene in mente per trovare la corretta vocale, o consonante...il suono giusto per quel punto della canzone. Per cui è davvero un qualcosa di subconscio per me e poi, una volta che torno indietro e la melodia è stata completata, a volte le lyrics escono fuori in una qualche maniera e quindi le trascrivo. A volte mi ritrovo con certe parole senza saperlo o senza pensarci. Ma non è sempre così, a volte mi capita di sedermi per due settimane a scrivere duecento fottute parole [ride,ndr]. E' davvero un processo tosto, i testi sono sempre stati davvero un problema, rappresentano la parte peggiore dello scrivere un brano. Le melodie e altre cose simili sono più interessanti e divertenti, mentre le lyrics sono davvero una rottura di scatole.




Continuando sulla scia delle luci ed ombre, questo aspetto sembra essere presente anche nella musica. Il sound di un paio di canzoni è molto fresco, come "Crown Of Thorns" che presenta una bassline molto pulita; altre sono più nello stile "Fates Warning" con potenti muri di chitarra. In "The Road" ci sono campionamenti elettronici e si possono sentire richiami ai Pink Floyd. Ti aspettavi un risultato simile? Avevi idea che questo disco sarebbe stato pieno di tutti questi elementi diversi e non categorizzabile sotto un certo genere?



E' divertente che tu dica questo, perché quando ho iniziato la stesura dell'album sapevo che avrei voluto fare diversi tipi di brani. Volevo un po' di heavy, un po' di elementi di elettronica... una sorta di hommage alla musica degli anni '70, forse persino ai Brothers Johnson per lo slap con il basso (non ho mai fatto una canzone in cui ci fossero linee di basso slap). Per me è stato semplicemente diverso, qualcosa che non avrei mai fatto coi Fates warning, ed è stato questo il punto nodale del fare questo disco. Tony ha portato con sé la parte hard rock; Mike invece è più per l'ambient, per i suoni effettati, più dark... Mi piacciono davvero tanto entrambi gli stili. Ma ripeto, all'inizio sapevo di gran lunga che avrei messo assieme diversi stili, non volevo essere definito sotto una certa categoria. Anche ora la casa discografica mi chiede: "Come lo definiresti?" Sinceramente non saprei, non è heavy metal,...vada per rock.



La copertina riflette perfettamente il contenuto del disco, ed è stata progettata dalla tua moglie Cecilia. E' davvero bello quando le persone a te care ti supportano in ciò che fai, oltre che col pensiero, anche con un aiuto concreto! Come è nata l'idea? 



In origine già sapevo ciò che volevo sulla copertina. Sapevo che avrei voluto lo sfondo bianco, il blu al centro, il quadrato, il concetto dell'acqua: avevo l'idea di come sarebbe dovuta essere. In un certo stavo cercando degli artisti, dei fotografi, e quando trovavo qualche foto che mi piaceva, mia moglie, che è una graphic designer, stava mettendo assieme i tasselli per me, chiedendomi cosa pensassi di questa cosa o di quell'altra. Ad un certo punto ho esclamato: "Perché non te ne occupi tu? Lo stai già facendo!", invece di avere qualcun altro che avrebbe dovuto dipingere qualcosa o utilizzare una foto. La sua idea è stata quella di aggiungere una macchia di sangue che rappresenta sempre gli opposti, la vita e la morte, e ho pensato che fosse davvero un'idea fantastica. Se guardi bene ci sono alcune macchioline sulla parte bianca, e continuo a scherzare con lei sul fatto che quella è stato il risultato di un mio pensiero; e lei: "Non è vero, non è roba tua quella!" [ride, ndr]. Per essere la prima volta in questo ambito ha fatto davvero un ottimo lavoro artistico: ha pensato, oltre alla copertina, alle lyrics,...a tutto. Sono contento che sia stata disponibile a fare tutto questo.

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Dato che il tuo lavoro è appena uscito, hai in mente di fare qualche show per promuoverlo?



Nessun piano. Sapevo che avrei voluto pubblicarlo e renderlo fruibile per le persone con la speranza che avrebbero gradito. Sapevo che non appena avrei finito col mio album avrei dovuto scrivere per quello dei Fates e in realtà, ancora prima che fosse completamente finito, stavo già cominciando a scrivere per quest'ultimo: i due lavori si sono sovrapposti. Per cui sono così impegnato ora che non ho praticamente il tempo di fare nient'altro. O meglio, al momento nessun piano, forse tra un paio di anni, vedremo.



Quindi i lavori coi Fates Warning stanno procedendo...



Sì esatto, stiamo scrivendo un sacco di canzoni, dovremmo esserci! Entro la fine dell'anno dovremmo aver finito il processo di scrittura. L'obiettivo sarebbe quello di far uscire il nostro nuovo lavoro per l'anno prossimo, 2020, si spera il più presto possibile.



Questa era l'ultima domanda, grazie per il tuo tempo! Vorresti lasciare un messaggio per i nostri lettori?


Spero che vi godiate l'album per quello che è. E' semplicemente musica, non ha la pretesa di essere qualcosa di speciale, ecco. E soprattutto godetevi la vita!



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