Shijo X (Laura Sinigaglia)
Con il loro terzo ed ultimo album "Odd Times" hanno svelato tra liriche complesse e tempi storti la nostra più completa assenza di equilibrio. Ora si presentano gli Shijo X con le parole della polistrumentista Laura Sinigaglia, voce magnetica sul palco e narratrice dell'avventura musicale della band bolognese.
Articolo a cura di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 14/11/17
Salve ragazzi e Benvenuti su SpazioRock.it! È la prima volta che siete nostri ospiti e mi piacerebbe subito presentarvi ai nostri lettori attraverso la vostra musica. Siete stati associati a molti generi musicali differenti, a voi come piace definirvi?
 

Ormai abbiamo perso la bussola anche noi e abbiamo qualche crisi di identità! In realtà non saprei dirlo, forse la chiave vincente è proprio quella di non dover per forza trovare un genere di appartenenza. L'elemento che ci ha accomunato nella prima fase è stato l'amore per il trip hop, che a sua volta è frutto della fusione di generi diversi. Nonostante questo, siamo sempre stati piuttosto eterogenei negli ascolti e nei gusti musicali, siamo divoratori di musica di quasi ogni tipo! Ora però, ci stiamo allontanando da quella strada per percorrerne altre che con quella hanno sì dei punti in comune ma che presentano anche tante differenze e sinceramente, non ho idea di dove andremo a finire!

 

Parlando del vostro lavoro ultimo lavoro, "Odd Times", è un lavoro maturo ed estremamente complesso dal punto di vista compositivo, motivo per cui mi piacerebbe saperne di più del vostro processo di songwriting...

 

Tutti i testi sono scritti da me e Davide, mentre per quanto riguarda le musiche, queste partono dalle idee più disparate e diverse. In realtà, però, è l'arrangiamento la parte che richiede più tempo, perché su questo lavoriamo sempre insieme e sentiamo la necessità di essere tutti pienamente e profondamente convinti del risultato. Cerchiamo spesso soluzioni che richiedono un'attenzione particolare, sia dal punto di vista compositivo/armonico che dal punto di vista vocale.

 

La scelta dei tempi dispari sicuramente ha reso al meglio l'architettura strumentale dei brani e nonostante questo avete trovato il modo per impreziosire le sezioni di molte canzoni con dei dettagli non da poco. Mi viene in mente "Weightless" e la suggestione delle onde del mare; come mai questa scelta?

 

"Weightless" è una delle canzoni con più suoni di tutto il disco. Quando penso al volermi sentire "senza peso" appunto, la prima cosa che mi viene in mente è fare il morto in mezzo all'acqua. E' quello il preciso momento in cui sfidi le tue paure e ti abbandoni completamente, sennò non stai a galla!! La suggestione del mare quindi è fondamentale. La morbidezza e la sinuosità dei due ritornelli e del tema centrale cercano di rappresentare proprio questo stato d'animo di abbandono.

 

Dal 9 al 12 novembre sarete impegnati con alcune date italiane a partire da Siena per arrivare a Torino... Qual'è il luogo a cui siete più affezionati e dove vi piacerebbe riportare la vostra musica? E il palco dove sognate di esibirvi, magari anche oltre ai confini nazionali?

 

E' una domanda difficile! In questa parte del tour a dire il vero faremo tappa in alcune città dove non abbiamo mai suonato come Siena e Torino (sono città che amiamo e quindi presentare lì la nostra musica sarà un gran piacere). Forse, rimandendo nei confini nazionali, Bologna è la città che più ci rappresenta (essendo il luogo dove è nato il progetto) e al quale siamo più affezionati, mentre Napoli, ad esempio, è una città nella quale ci dispiace particolarmente non aver mai sounato. Sicuramente suonare al Primavera Sound ha in qualche modo realizzato un sogno che avevamo da tanto tempo, ma già pochi giorni dopo fantasticavamo su nuove mete all'estero (ce ne sono alcune non ancora annunciate). Di palchi interessanti c'è ne sono davvero tanti e questo è sicuramente lo stimolo più forte che si possa avere.

 

shijoxintervista2017int1

 

"Brink" la opener del vostro "Odd Times", è una canzone estremamente reale: questo sentirsi paralizzanti, come se ogni passo ci riportasse dove in realtà già si era arrivati, come un eterno ritorno. Da cosa deriva la scelta di metterla per prima?

 

"Brink" è una canzone che parla testualmente dell'essere "on the brink", cioè sul bordo, sul punto di fare qualcosa. Durante tutto il brano ci si prepara a fare qualcosa che poi alla fine si rimanda al giorno dopo per poi ciclicamente ricominciare da capo. E' un brano complesso, musicalmente molto stratificato e con un minutaggio impegnativo, però dal nostro punto di vista era perfetto per cominciare ad entrare nel mood di "Odd Times". Le sonorità non sono affatto aggressive, ma avvolgenti e profonde, eppure il contenuto già preannuncia che qualcos'altro accadrà... E' il nostro cavallo di Troia!

 

Il vostro album ha un grande impatto emotivo, come se le canzoni le potessimo indossare tutti, avete cercato dei punti in comune da rendere in musica oppure fate riferimento ad eventi personali?

 

In realtà le canzoni partono da stati d'animo assolutamente personali e ti dirò che in tutta la prima fase di approccio compositivo non eravamo neanche consapevoli della direzione che stavamo prendendo. Il tema del disco, che ruota attorno allo straniamento ed al disequilibrio, infatti, si è palesato in un secondo momento, quando cioè abbiamo capito che stavamo girando intorno ad un concetto. Le emozioni dunque sono assolutamente personali, ma assumono sicuramente una dimensione piuttosto universale. Credo sia una fase che in pochi non hanno vissuto.

 

Quale delle undici canzoni vi rappresenta maggiormente? A quale siete più legati e perché?

 

Siamo un po' mutevoli anche in questo. Andiamo a periodi, le potremo chiamare canzoni stagionali, ognuno di noi ha una canzone preferita che riesce a mantenere la prima posizione solo per qualche tempo per poi cedere il posto ad un'altra! E' come se stessimo ancora metabolizzando il disco!

 shijoxintervista2017int2

 

"Fireflies" è un brano dolce e deciso allo stesso tempo, mi piacerebbe che ce ne spiegaste ilsignificato...

 

La dolcezza di Fireflies è una boccata di aria fresca all'interno di "Odd Times", è un momento di svago per così dire. L'espediente è abbastanza semplice: camminare tra i palazzi di una città, che potrebbe essere in un qualunque luogo del mondo, ed immaginare le vite che si nascondono dietro le finestre illuminate, che rappresentano delle lucciole metropolitane. Così come nel video, dunque, la curiosità verso ciò che si può solo intravedere spinge la mente a fare capriole con l'immaginazione. Questo mezzo può essere interpretato come una via di fuga dal proprio stato e dalla propria condizione. Quindi la curiosità e l'immaginazione diventano un vero e proprio toccasana.

 

"Spiral" poi è un pezzo dal carattere ancor più forte, soprattutto nella resa video, vi riferite forse all'assenza di equilibrio e della realtà duplice di cui parlate spesso?

 

"Spiral" è uno dei primi brani di "Odd Times" che abbiamo scritto. E' uno dei pezzi più rappresentativi del disco ed ha rappresentato un momento di passaggio rispetto ad "If A Night", il nostro secondo album. Il messaggio di "Spiral" è proprio quello che hai individuato nella domanda: l'essere intrappolati in una spirale emotiva dalla quale non si riesce ad uscire. E le sonorità scure e spigolose rispecchiano perfettamente questo sentirsi in trappola. Anche il video è un susseguirsi di opposti, come ad esempio una gabbia ed una corsa affannosa, in cui la protagonista si dimena ma di fatto rimane sempre nello stesso posto. Una passeggiata di salute insomma! 

 

Unendo i titoli degli undici brani sembra quasi che raccontiate una storia, in alcuni casi i sostantivi si uniscono spontaneamente, come "Tear" e "Drop", volete raccontarci il gioco degli opposti in cui sono coinvolte queste due tracce?

 

Volentieri! "Tear" e "Drop" sono due canzoni speculari. L'esperimento che abbiamo provato a mettere in pratica è quello di usare gli stessi elementi (stesse parole, stessi passaggi melodici ed armonici) per dare vita a due brani che esprimessero due stati d'animo profondamente opposti. L'idea di fondo è che ogni realtà può avere due opposte letture, che dipendono dall'approccio di chi guarda o, in questo caso, ascolta. Ci piaceva l'idea di mescolare le carte e scrivere due brani che al primo ascolto non fossero facilmente associabili ma che con una più attenta analisi fossero profondamente simili. "Tear" racconta un confortevole senso di quiete e serenità tradotto in un morbido r&b mentre "Drop" analizza uno stato irrequieto ed inquieto tradotto in suoni aggressivi accompagnati da una ritmica spezzettata e frenetica.

 

Passiamo all'estetica... la cover art è decisamente interessante: gli occhi sbarrati e le mani rivolte verso noi stessi, significa che dovremmo guardarci di più, essere più consapevoli? Più consapevoli del nostro disequilibrio?

 

Ok! Se per te va bene questa ce la potremmo rivendere! In realtà è un'interpretazione molto interessante e non credo neanche troppo lontana dalla realtà. L'artwork è stato fatto da Jonathan Calugi che quando ci ha proposto questa grafica ci ha letteralmente colpito. Le mani, gli occhi e la spirale sono elementi fondamentali usati in innumerevoli modi e linguaggi diversi. In questo caso le nostre mani hanno undici dita. Ad una prima occhiata si rimane colpiti dai tratti forti del disegno e dall'occhio, e solo in un secondo momento si percepisce la stranezza di una mano con sei dita. È un piccolo elemento fuori posto che catalizza l'attenzione una volta colto.

 

Vi ringrazio per aver condiviso con noi il vostro tempo, è stato un piacere avere la possibilità di parlare con voi ed approfondire i retroscena di "Odd Times". Vi auguro il meglio per il tour del disco, a questo proposito, volete salutare i nostri lettori e dargli qualche appuntamento in particolare? 

 
Grazie a te... anche delle belle parole che hai speso e delle riflessioni che hai dedicato ad "Odd Times". Salutiamo i lettori dicendo che l'album in realtà si presta a tante interpretazioni diverse quindi potete sbizzarrirvi perchè è sempre interessante conoscere nuove interpretazioni delle proprie canzoni! 
Noi per ora siamo a lavoro su un terzo video e su qualche altra trasferta estera... da poco, infatti sono iniziate due promozioni, una in America ed una in Brasile... quindi incrociamo le dita!



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool