Victor, bentornato sulle pagine di SpazioRock! Come va?
Ehi! Ti sto parlando direttamente dalla mia auto, sono bloccato nel traffico e non sono arrivato a casa, ma per il resto tutto bene! (ride NdR) Sono appena andato a sistemare alcune faccende burocratiche per il tour, e appunto non sono ancora riuscito a rientrare. È bellissimo guidare in Germania perchè è uno dei pochi paesi in cui non c'è un limite di velocità, eppure in questo momento sto andando a 70 km/h (ride NdR)
Il vostro nuovo album "Kingslayer" è uscito solo pochi giorni fa, il 24 novembre. Questo titolo sembrerebbe avere anche una vena politica, oltre a quella storica che ci hai raccontato nei vostri trailer. C'è qualche connessione anche con il momento che stiamo vivendo?
Sì, diciamo di sì... amo molto la storia, ero molto soddisfatto del lavoro fatto con "Tsar" a livello di concept. Era un bella storia, qualcosa di nuovo, la gente ha apprezzato molto e si è interessata all'argomento andando a leggere altro perché per loro era qualcosa di non molto familiare, magari, come momento storico. Anche l'artwork era davvero bello e attinente. Volevo avere lo stesso risultato anche con "Kingslayer", ho cercato storie intriganti che provenissero da paesi di tutto il mondo, non ho voluto concentrarmi su una sola vicenda. Non è propriamente un concept, ma sicuramente è un album storico. Per me è stato interessante e penso che il problema sia che non ci liberiamo mai della Storia, e continua ripetersi ciclicamente nello stesso modo. Quello che sta accadendo ora in tutto il mondo, tutte le guerre, questi avvenimenti folli in Europa... penso che dovremmo leggere di più la Storia e imparare finalmente qualcosa.
Si tratta di un album dallo stampo storico, quindi che tipo di fonti avete usato per scrivere i testi di questo disco?
Sono diverse storie che parlano di re, o altri episodi interessanti come ad esempio il primo suicidio, oppure di guerrieri, donne e pirati provenienti dalla Cina. Parlo anche di quello che avveniva lì nel Settecento, quando le donne avevano molto potere, un periodo assurdo. Una canzone, "Guilty As Charged" parla di Mandela. Il mio desiderio era proprio quello di intraprendere questa direzione e Andy, David e Jeannette hanno fatto un lavoro ottimo, perché David ha scritto i testi di quattro canzoni, anche Andy ne ha scritte quattro e Jeannette una. Prima di comporre i testi ci siamo documentati. Penso anche che le canzoni siano parte del cantante, perché è lui che poi interpreterà quei brani dal vivo su un palco. Il risultato è decisamente migliore quando si ritrovano a cantare brani scritti di loro pugno, piuttosto che canzoni frutto di altrui ispirazione.
Passando a parlare del sound, sembra molto compatto e il muro di suono è distruttivo. È stato difficile imboccare la direzione giusta dal punto di vista del sound, per questo secondo disco, che è sempre quello cruciale?
No, è stato un processo davvero semplice, è filato sempre tutto liscio. Abbiamo suonato molto insieme, abbiamo fatto tantissime date per promuovere "Tsar", abbiamo fatto più di 50 concerti, erano due tour. Tutta questa esperienza condivisa ha fatto sì che il sound non cambiasse. Quando abbiamo portato "Tsar" nei live, molti fan ci hanno detto che il sound dal vivo era molto più potente rispetto al disco. È davvero così, quando suoni dal vivo ci metti sempre molta più energia rispetto a quando suoni in studio. Abbiamo imparato molto da questo come a migliorare gli arrangiamenti ad esempio. È stato facile in realtà, una volta tornati dal tour mi sono messo a comporre, avevo moltissime idee, poi siamo andati in sala prove e abbiamo deciso che farne. Non mi piace registrare demo, preferisco andare in sala e suonare insieme provando già degli arrangiamenti che possano andare bene dal vivo, perché se funzionano quando suoniamo insieme, sicuramente funzioneranno anche in studio. Già con i primi tre, quattro brani avevo capito che questo disco sarebbe stato molto più pesante dell'altro, non ci sarà molta differenza tra il sound in studio e quello dal vivo.
Avete pubblicato alcuni video in cui tu e Andy parlate del disco. Credo che sia una cosa che i fan apprezzano molto. Come vi sentite a rivelare e a rendere pubblici alcuni dettagli del backstage? Quanto è importante condividere anche questo con i fan?
A me piace molto, è facile, fai dei video da mettere su YouTube e Facebook per comunicare con i fan, soprattutto per quelli interessati a cosa facciamo e a come lo facciamo. È divertente. A volte usiamo questi mezzi in modo eccessivo, questo non mi riguarda molto per fortuna, perchè non ho molto tempo da dedicare ai social. Però è interessante vedere cosa succede dietro le quinte e in studio. Probabilmente, più avanti faremo altri video, non propriamente per un DVD, ma li metteremo magari sul nostro canale. Parleremo di strumentazione e delle cose più strettamente legate alla registrazione e al mix.
Nel tuo passato c'è stata una band di grande successo, i Rage. Come ti sei sentito a iniziare da zero un nuovo processo quando la tua carriera era già avviata?
Ho preso questa decisione perché iniziavo ad annoiarmi dopo 15 anni nei Rage, c'era troppa routine e non mi piace per niente quando la mia vita si basa sulla routine. Ho sempre cercato di fare tutto al meglio, amo quello che faccio, per me fare musica non è un lavoro come gli altri, dove vado, faccio quello che devo fare e prendo i soldi. La musica è una passione, non mi piace scendere a compromessi. Non era più divertente, quindi ho lasciato perdere senza avere altri grandi piani. Volevo solo fare quello che mi piace, suonare con bravi musicisti, divertirmi facendo musica, così ho fatto dei tour da solisti con degli ospiti. È stato un bel periodo. E gli Almanac sono nati subito dopo con questo spirito, senza nessun progetto in mente, abbiamo iniziato a parlare tra di noi, e poi con Nuclear Blast. Lavoriamo insieme da anni, quindi è stata una decisione semplice e rapida. Sono molto contento che la gente apprezzi la band e il nostro lavoro. Abbiamo fatto molti concerti e suonato a molti festival. Volevo solo rilassarmi, divertirmi e fare quello che volevo (Ride NdR).
Nel primo trailer che avete pubblicato, hai detto che dopo aver pubblicato "Tsar" sapevi che avresti potuto fare di meglio. Quali sono le tue sensazioni ora? Ti senti alo stesso modo?
Come dicevo prima, non mi piace scendere a compromessi, prima di pubblicare qualcosa mi prendo il tempo necessario, e nel momento in cui pubblico do il 100%. non è che voglia davvero cambiare qualcosa. A volte quando esageri con la produzione, o comunque quando ti rendi conto che la produzione sta prendendo davvero troppo tempo inizi a cambiare qualcosa, non perchè sia davvero meglio, ma perchè in quel periodo sei cambiato, il tuo gusto è cambiato. Mi fido sempre di come mi sento la prima volta che sento qualcosa, se mi piace, mi piace e non voglio cambiare più niente dopo. Penso che il modo migliore sia seguire il proprio istinto. Tre, quattro, dieci anni dopo, ovvio che cambieresti qualcosa, magari faresti anche un lavoro migliore, effettivamente. Dal punto di vista musicale non sarebbe meglio. Si tratta solo del tuo gusto che cambia e semplicemente ti piacciono di più altre cose. In questo momento penso che il disco sia il meglio che possiamo tirare fuori e non cambierei assolutamente niente.
Circa a metà novembre avete fatto due date in Russia, prima dell'uscita del disco. Com'è la vostra relazione con il pubblico russo?
Sì, all'inizio avevamo programmato la pubblicazione del disco per l'inizio di novembre, quindi abbiamo fissato delle date per metà novembre, poi però abbiamo spostato la pubblicazione alla fine del mese, quindi non è proprio perfetto, ma sarebbe stato difficile cambiare le venue, quindi abbiamo mantenuto queste date. È sempre bello suonare in Russia, abbiamo dei fan grandiosi là, abbiamo avuto anche un paio di giorni liberi, quindi abbiamo anche fatto festa con i fan (Ride NdR).
E l'Europa? Avete già in programma delle date?
Sì, stiamo già organizzando per l'inizio dell'anno prossimo, dovremmo iniziare a febbraio. Nel frattempo farò qualche data da solista a novembre e anche a gennaio, quindi devo far incastrare tutto e con gli Almanac si slitterà a febbraio.
Con questa chiudiamo e ti ringrazio. Ti chiedo solo di lasciare un messaggio finale ai tuoi fan italiani e ai nostri lettori.
Grazie mille per il supporto, spero di suonare in Italia presto con gli Almanac, amo molto il vostro paese, siete davvero empatici (Ride NdR). La mia ragazza è italiana, quindi lo so bene (Ride NdR). Conosco bene la mentalità, diciamo e mi manca molto suonare lì. Spero di incontrarvi presto l'anno prossimo.