Andre' Matos, Astra, BlackWing @ Il Peocio
23/01/09 - Il Peocio, Trofarello (To)


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Il Peocio (www.ilpeocio.it) inizia il nuovo anno con un concerto decisamente di classe. Ospite della serata il grande cantante Andrè Matos ex singer di Viper, Angra, Virgo, Shaman ed ora al via con una nuova carriera solista. Ad accompagnarlo in questa serata sono presenti gli Astra, gruppo romano nato come tribute band dei Dream Theater, per poi assumere un’identità vera e propria.

Arrivo al locale quando il primo gruppo sta già suonando un genere molto vicino al thrash dei Metallica, in una prova piuttosto gradevole. Seguono i BlackWing, capaci di proporre un power metal di buona fattura. I ragazzi sono davvero molto giovani e si vedono nei loro occhi l’entusiasmo ed il divertimento. Bravi, continuate così!

Ora è la volta degli Astra, capitanati dal grande Titta Tani (nome ben conosciuto a chi ascolta il metal italiano e legato a gruppi come DGM, Empty Tremor).
Si parte con “Me Myself And I” (estratto dal primo disco “About Me Through Life And Beyond”) per poi passare all’esecuzione di pezzi estratti dal nuovo disco “From Within” intitolati: “Promises You Made”, “Over the hills”, “Memories remain” “The hitman” fino ad arrivare all’esecuzione di due cover dei Dream Theater (“Pull Me Under” e “Constant Motion”).

 

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Arriva infine il momento clou della serata, l’ingresso sul palco di Matos. La simpatia di Andrè è devastante. Si parte con “Wasted years”, eseguita davvero con maestria. Lo stesso singer ci confesserà che questa è la sua canzone preferita di tutto il repertorio degli Iron Maiden e, continuando nelle “confidenze”, ci porta a conoscenza del fatto che Steve Perry è il suo cantante preferito subito prima di introdurre “Separate Ways” dei Journey.
A sorpresa arriva l’esecuzione di “The Final Countdown”, un classico conosciuto davvero da chiunque. Nel riascoltarlo tornano in mente le discussioni del 1987/88, “Gli Europe non sono metal”, “ci sono le tastiere, non è rock!!”… A distanza di anni gli Europe hanno dimostrato di essere rock e quella canzone è diventata “leggenda” (passatemi il termine), la dimostrazione sta nel fatto che tutti i presenti la cantano.
Ma torniamo “sul pezzo”. A grande richiesta finalmente l’esecuzione di due pezzi degli Angra. Il primo è “Nothing To Say” estratto da “Holy Land”, mentre il secondo pezzo è il pluriacclamato “Carry on”, contenuto sia nel primordiale demo (“Reaching Horizon”) che nel successivo esordio discografico “Angels Cry”. Esecuzione da brividi!!

Torniamo nel campo infinito delle cover, dove Matos si avvale della presenza di Titta per le ultime tre canzoni e il repertorio degli Iron Maiden viene di nuovo chiamato in causa con“Aces High”. Si passa dall’Inghilterra alla Germania degli Helloween, con l’esecuzione di “Eagle Fly Free”, (finalmente eseguita con le giuste tonalità) che regala sorrisi a tutti i presenti. Ero al concerto con un amico superfan degli Helloween. Il suo sguardo è valso più di mille parole.
La chiusura è col botto con l'intramontabile “We are the champion”.
Andrè Matos dimostra ancora una volta le sue capacità, sebbene il tempo passi, la sua voce rimane intatta. Il brasiliano sa come intrattenere il pubblico, scherzando e facendo sorridere. Si cala addirittura nelle vesti di pacere per sanare un focolaio di discussione nelle prime file. Insomma un cantante del genere merita palchi di ben altra levatura.
Nota personale, Andrè Matos ha interpretato canzoni, che nelle versioni originali sono eseguite da cantanti con indiscusse capacità vocali, senza minimamente sfigurare, anzi in alcuni casi la sua versione è risultata molto interessante. Speriamo possa tornare in Italia, vista anche la sua recente -ed ottima- produzione “Time to be free”.




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