Andre Matos
Mentalize

2010, SPV
Power Metal

Secondo atto solista di uno dei più grandi cantanti metal di sempre
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 25/01/10

Never Say Never, mai dire mai. Questa, nell’intervista fiume dedicata, la risposta di Andre Matos alla domanda “tornerai mai nei tuoi Angra?”. Oggi ritroviamo Andre nel bel mezzo del processo di rinnovamento (mentale?) iniziato da Time To Be Free e continuato con "Mentalize", il nuovo disco del cantante brasiliano, ancora una volta accompagnato dai colleghi ex Shaman ed ex Angra, Luis Mariutti (basso), Hugo Mariutti (chitarra), Fabio Ribeiro (tastiere) e da un formidabile diciottenne alla batteria, Eloy Casagrande, vincitore di un prestigioso contest americano riservato ai talenti dello strumento.


Questa volta, in barba alla struttura e allo schema di una recensione, voglio partire dal commento finale comunicandovi che Mentalize, nonostante la discreta qualità delle canzoni che lo compongono, non vale quanto il capolavoro Time To Be Free.
Il gioco degli specchi aveva funzionato egregiamente quando Andre, deluso dai suoi Shaman, aveva pensato di dare un seguito vero all’immortale Holy Land dei suoi Angra; oggi la formula si ripete ma la “magia” è affievolita, anche a causa di una produzione non all’altezza delle aspettative (mi stupisce visto che la firma è quella di Sascha Paeth) e di melodie spesso derivative.
A onor del vero, le prime cinque tracce sono il giusto seguito e il giusto compendio dell’esordio solista, “Leading On” e “I Will Return” non faranno rimpiangere “Letting Go”, anche se la loro costruzione è nettamente più semplice e forse meno ragionata. Refrain e cori di “When The Sun Cried Out”, “Mentalize” e “Power Stream” sono di presa rapida anche se ai primissimi ascolti mi sono sembrati più macchinosi del solito… poi l’illuminazione: sono meno ispirati.
Non mancano le carezze di pianoforte, “A Lapse in Time” per esempio, accompagnate da una voce stupenda, e le cavalcate metalliche, “Shift The Night Away” o “Mirror Of Me”, che faranno la felicità dei power metallers di vecchia data.


Il “nuovo” Matos ha, se non altro, il merito di aver ereditato il meglio del suo storico passato e di aver lasciato cadere tutte le accuse, i sospetti e le discussioni con i suoi ex compagni. Vi lascio alla lunghissima intervista (in italiano e in inglese), nella quale Andre parlerà a trecentosessanta gradi della sua vita da artista, non prima però di avervi consigliato l’acquisto di Mentalize: un lavoro degno di chi l’ha composto e cantato anche se il suo predecessore ci aveva abituato a livelli qualitativi che soltanto ora, ci accorgiamo essere difficilmente eguagliabili.





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