Jeff Loomis - Euroblast Tour
14/11/12 - Land Of Live, Legnano (MI)


Articolo a cura di Luca Ciuti
Chi fa da sé fa per tre. Lasciati per strada cattive abitudini e compagni di viaggio poco affidabili, Jeff Loomis si mette in proprio, armato unicamente del suo talento e di tanto entusiasmo. E scopre che forse la carriera solista non è poi così male. Tocca al Land Of Live di Legnano ospitare l’atto finale del fortunato Euroblast tour, la location è una vera e propria discoteca che di recente ha ospitato nomi del calibro di Billy Sheehan e Paul Gilbert (non troppo pubblicizzati, a dir la verità).

Meritano una citazione le band apripista, che hanno stuzzicato a dovere i palati di chi ama le sonorità moderne; sugli scudi i Monuments, autentica rivelazione con il loro metalcore progressivo, e il fuori cartellone del duo locale di Ralph Salati e Gianluca Ferro (l’ex “Guardian Angel” dei Doomsword), autori di un convicente metal progressive strumentale. Jeff Loomis, pur avendo un sound tradizionale rispetto agli apripista, non pare proprio disdegnare la modernità, anzi, in un certo senso si pone esattamente a metà strada: cresciuto con i guitar hero degli anni ’80, ha ripreso quello stile facendolo suo ed attualizzandolo, unendo alla nota ecletticità da solista una forza ritmica impressionante enfatizzata dall’accordatura in drop D e riff stoppati.

Il chitarrista è un autentico schiacciasassi e, a dispetto di un’ora e mezzo di musica strumentale, la noia non fa capolino neanche per un secondo. Fa niente che il biondo chitarrista non conceda neanche due parole di circostanza alla platea. Dopo una partenza a razzo, passati i primi due-tre pezzi Loomis scalda i motori e regala assoli di rara bellezza in cui non manca niente, dalle melodie aperte allo sweep picking più sfrenato. Tutta la band è un’autentica schiacciasassi, pescando equamente nel repertorio solista del chitarrista americano, senza alcuna concessione ai Nevermore che, ammettiamolo, sarebbe stata fuori luogo fosse anche per la sola assenza di un certo Warren Dane. Alla fine si conteranno un centinaio di spettatori, tutti visibilmente soddisfatti della generosa performance dell’headliner.

A giudicare dall’entusiasmo stampato sul suo volto e su quello dei fan, cui non ha mancato di concedersi a più riprese, forse un’altra vita per Loomis è davvero possibile.



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