The Hives + The Bronx 2012
04/12/12 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Alberto Battaglia

Un mastino rasato che scuote la testa come un mulinello. Quiete pubblica che deraglia verso i binari della guerriglia urbana. Calci nei denti sonori e sonore legnate. Erano gli Hives... No, scusate, i Bronx. Ecco qual è stato l'effetto suscitato dall'Hardcore punk di questa band di "Los Fucking Angeles" (sic), che ha aperto la serata di ieri; difficile immaginare di meglio. La gente che pareva sopita e imbellettata, dopo poco sfodera le proprie belve, e si scatena un pogo in cui l'attacco è l'unica difesa possibile.

 

Questa è la storia di un punk rock forse più ortodosso, spregevole e iracondo rispetto a quello infracchettato e circense degli svedesi. Dopo il cambio palco, dunque, la storia prende un'altra piega. Lo spettacolo degli Hives è sapientemente caricaturale, a partire dalla presenza semiseria di quelle uniformi elegantissime, le mosse da saltimbanchi e finendo con le facce da squilibrati o le chiacchiere cabarettistiche col pubblico. In una parola: è teatro. Ovviamente la musica è la solita sequela di pezzi scalmanati a cavallo tra punk e garage, diretti, semplici, accattivanti; gli svedesi fanno da molti anni spettacoli in cui non risparmiano energie, fa piacere vedere che dal 1996 non è cambiato il sugo della sceneggiatura.Sono pur molti i gruppi che sanno offrire con grande generosità ogni goccia del proprio sudore, non sono però molti quelli che sanno fare teatro come gli Hives; e, se è vero che questa è spesso indicata come una delle migliori band dal vivo, la gran parte delle ragioni per questa istituzione vanno ricercate in questa dote teatrale. Pelle Almqvist sente un bisogno costante di comunicare col pubblico, di scherzare, darsi finte arie, al punto che studiarsi l'italiano non sembra per lui un'impresa così inutile (come lo è invece per molti altri cantanti che non si sprecano ad andare oltre il "grazie, Milano"). Ci vedremo dunque stimolati a "Fare casino" (ipse dixit) mentre il nostro cantante si diverte a fare cenni di canti popolari come "O mia bella Madunina" o similari. Non è per nostra superficialità che ci si sofferma alla superficie: quanto di veramente unico c'è nello show hivesiano sta nella giullaresca presenza di questa banda.

 

Non dimentichiamo poi che in un certo senso gli Hives sono, nella loro semplicità musicale, una delle band più genuinamente rock and roll degli ultimi quindici anni, un periodo in cui spesso si sono affermati gruppi dotati di questo spirito positivo e scaccia problemi. Gente come i loro ultimi eredi Royal Republic o i tanti complessi limitrofi alla scena Indie Rock. L'unione di questa carica musicale con quella presenza teatrale rappresenta l'essenza di un concerto delle "orticarie", che è senza dubbio molto, molto, coinvolgente. Anche se bisogna dire la verità tutta intera: a nostro parere se esistesse una corona di "miglior live band" essa non potrebbe giacere sulla testa di un gruppo così rudimentale tecnicamente parlando. Perchè d'accordo che è bello essere semplici, ma l'arte è techné ed "il migliore" dovrebbe saper suonare anche qualcosa di più. In ogni caso, che siano i migliori oppure no, gli Hives sanno dar spettacolo e divertire ogni volta. Non è poco ed è ciò che davvero conta.

 

 

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