Prodigy - Lucca Summer Festival 2014
10/07/14 - Piazza Napoleone, Lucca


Articolo a cura di Nicolò Rizzo
"Oh Eagles! Bene bene...poi? Ah Nile Rodgers, ottimo! Poi lì chi c'è? Ah, Steve Wonder, leggendario! E quelli invece chi...THE PRODIGY?!?"

 


Non c'è che dire, all'interno del programma del Lucca Summer Festival 2014, costellato da vere e proprie paginone centrali di storia della musica (e non parlo di Emma Marrone), un nome come quello dei Prodigy non può che saltare all'occhio come la pecora nera della situazione. Come volevasi dimostrare, a poche ore dal concerto sono subito scattate le polemiche: fan in giro fino alle quattro a fare casino, vandali per le strade di Lucca, nessun guadagno per la città, record di portafogli rubati e altri fattacci che hanno fatto guadagnare ai Prodigy un bel cartello "Io non psso entrare" da appendere fuori dalle mura della città.

 

Io al concerto c'ero e, a differenza di certi giornalisti che scrutano il pubblico dalla tribuna gold gridando a borseggiatori e taglia gole di ogni sorta, in mezzo alla folla non ho incontrato nessuno criminale, anzi: dopo aver contato una decina di portafogli calpestati, alcuni cellulari abbandonati al loro destino e una macchina fotografica lasciata insieme alle cartacce, posso dire che l'unico crimine commesso dal pubblico lucchese sia stato quello di non prestare troppa attenzione alle tasche mentre si saltava e ballava (come dargli torto). Pertanto, invece di dare fiato a queste inutili polemiche, preferisco schierarmi dalla parte di Maxim e combriccola e diventare la pecora nera della stampa musicale, presentando il concerto di Lucca per quello che è stato: un evento eccezionale.

 

In effetti, i Prodigy sono, a tutti gli effetti, un pezzo di storia: dagli anni '90 ad oggi, con un'agenda live decisamente più impegnata di quella discografica, Maxim Reality, Keith Flint e Liam Howlett sono stati dei veri e propri pionieri della big beat, che, insieme a gente come Fatboy Slim e The Chemical Brothers, hanno contribuito a far uscire questa branca dell'elettronica dai rave party per farla conoscere al mondo. Con il passare degli anni, il sound dei Prodigy è diventato sempre più ricercato, con contaminazioni metal, raggae e alternative che, ovviamente, hanno avuto delle ripercussioni anche su di un pubblico divenuto sempre più variegato.Un pubblico che, il 10 luglio, ha letteralmente invaso lo spazio esso a disposizione da piazza Napoleone.

 

image_600Dopo un apprezzato dj set affidato ad Alvino, Maxim (con indosso un pelliccia probabilmente ricavata da un centianio di puzzole), Keith (sempre meno sano) e Liam (niente da dire) sono saliti su un palcoscenico per dare una scossa a un pubblico formato da circa cinquemila persone. Per togliersi subito un sassolino dalla scarpa, il primo pezzo in scaletta è "Breathe", un vero e proprio mostro sacro contenuto nel bellissimo "The Fat of The Land". Il pubblico è in delirio: stare fermi è impossibile, mentre a poco a poco, incitati a gran voce dai Maxim, dei cerchi iniziano ad allargarsi tra la gente per dare spazio ad un pogo senza sosta . Dopo un inizio così scoppiettante, i motori sono già su di giri: "Jetfighter", "Voodoo People", "Omen" e "Poison" si accavallano in un irresistibile onda sonora che si espande anche al di fuori delle mura dela cittadella, facendo letteralmente tremare il terreno sotto ai piedi. Quello messo in scena dai Prodigy è uno spettacolo coinvolgente, dove Maxim Reality è un indiscusso frontman, messo da parte di tanto in tanto da un saltellante Keith Flint, ancora in grado di stordire Lucca con una splendida versione di "Firestarter" (con tanto di bengala accesi tra la folla).

 

Un concerto esplosivo, il cui unico intento è quello di far ballare il pubblico a più non posso. Obbiettivo che, ovviamente, non poteva essere raggiunto in modo migliore: incitati da continui "I CAN'T FUCKIN' EAR YOU" e "JUMP!" da parte di Maxim, la scaletta prende velocemente forma, passando da "Run With The Wolves" a "Invaders Must Die", per poi concludersi provvisoriamente con una delirante "Smack My Bitch Up", in cui cinquemila persone si abbassano tutti insieme per poi saltare in perfetta sincronia sul il finale del pezzo: una scena surreale.Purtroppo, dopo poco più di un'ora di concerto, la scaletta si conclude davvero con "Take Me To The Hospital" e una violentissima "Their Law", mentre Maxim si inchina in rispetto della devozione del pubblico italiano.Nonostante il pubblico li richiami a gran voce, le luci si accendono e i tecnici iniziano a riporre via gli strumenti, mentre una "Stand Up" in sottofondo richiama il pubblico all'ordine.

 

Quello dei Prodigy è stato uno spettacolo breve ma di un'intensità rara, il cui unico difetto è forse quello di essere ancora troppo legati al tour successivo all'uscita di "Invaders Must Die", che, a momento, costituisce l'ultimo capitolo della loro discografia.

Attendiamo con ansia dei cambiamenti e un nuovo ritorno in Italia: se è vero che il loro album migliore è quello che ancora non abbiamo sentito, dobbiamo aspettarci grandi cose.

 

Setlist:

 

Breathe
Jetfighter
Voodoo People
Omen
Poison
Rock Weiler
Thunder
AWOL
AWOL Beats
Firestarter
Run With the Wolves
World's on Fire
Spitfast
Omen (Reprise)
Invaders Must Die
Smack My Bitch Up
BIS
Take Me to the Hospital
New Beats
Their Law




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