Alternative Rock
Omid Jazi: esce "Onda Alfa", un divertente ed entusiasmante quadretto pop futurista


pubblicato in data 15/01/13 da Marco Belafatti
Comunicato stampa:

Dopo l'ottimo riscontro dell'Ep “Lenea” (febbraio 2012), il musicista emiliano (oltre a suonare da anni con Nevruz Joku nel duo Water In Face, è stato anche il tastierista/chitarrista/corista nell'ultimo tour dei Verdena) presenta il suo primo full-length, interamente registrato e prodotto da lui stesso nel suo Hot Studio nella provincia di Modena.

Un disco pop che flirta con l’elettronica e concepito praticamente nella sua totalità con un Macbook portatile.  Eterogeneo con influenze che spaziano da Björk a Depeche Mode, passando per David Lynch, John Lennon e la psichedelia anni ’60, Omid Jazi con Onde Alfa ci regala un quadretto pop innovativo e  futurista.

ONDE ALFA è il primo full-length di Omid Jazi. Immerso nella solitudine di una campagna modenese dai colori ocra, Omid vede passare i mesi e le stagioni dalla finestrella di quella sala prove che prende il nome di Hot Studio, dove trascorre i mesi nella ricerca dei linguaggi musicali e poetici facenti parte della sua poetica.
Omid decide di puntare sul suo mondo interiore, di fotografarlo cercando di mantenere incontaminate le pulsioni che gli giungono alla coscienza. Quasi tutte le liriche son state scritte durante il sonno, così come alcune canzoni, la cui creazione è una sorta di liturgia, che avanza a ritmo di “Onde Alfa”.
Onde Alfa è la chiave di lettura per questo lavoro di tipo scientifico/psicologico, volto alla scoperta di un inconscio collettivo, archetipi, forme universali del pensiero emerse nella parola.
L'album è stato registrato interamente da Omid nel suo Hot Studio con il solo ausilio di un computer: sfatando il mito delle grandi e costose produzioni il musicista suggerisce come metodo il “fai da te”, tramite il quale è possibile con pochissimi mezzi creare un disco in maniera intelligente, il tutto cercando di mantenere un profilo allo stesso tempo ironico e preciso.
Nella veste di produttore e ingegnere del suono Omid ha miscelato l'analogico e il digitale usando gli strumenti che aveva a sua disposizione in studio, da amplificatori Fender dei primissimi anni '60, a tastiere analogiche anni 80 come la Juno6, passando dai più recenti synth/sequencer giocattolo come il Kaossilator Pro, mantenendo una forma e un'identità costanti, composte da suoni frizzanti e di vetro.
In alcuni brani del disco è stato richiesto il prezioso apporto del batterista Federico Alberghini, dei Three In One Gentleman Suit.
Nato a Perugia, poi trasferito a Modena, Omid si avvicina alla musica dall'età di sei anni dopo che il padre, musicista e insegnante di musica, gli regala una tastiera.
Dopo aver militato in diversi gruppi, nel 2009 trova una nuova dimensione musicale e inizia a lavorare come one-man-band, producendo i suoi brani e suonando tutti gli strumenti, compresi synth, sequencer, batteria e basso.