"Chiamo questo album "Long Wave", perché tutte le canzoni che ho incluso sono quelle che ho sentito alla radio a onde lunghe (in inglese long wave, nda) quando ero un ragazzino che cresceva a Birmingham, Inghilterra. Queste canzoni mi riportano al senso di libertà di quei giorni e riassumono la sensazione di sentire quelle potenti onde musicali per la prima volta attraverso la mia vecchia radio. Mio padre tra l'altro teneva la radio accesa tutto il giorno, quindi alcune di queste canzoni sono state stampate nella mia testa per quasi 50 anni. Potete immaginare com'è grandioso farle finalmente uscire da lì dopo tutti questi anni".
E le riprese di Lynne hanno quel tono intimista della cover alla quale si è affezionati, per i ricordi che vi sono legati e per le atmosfere d'altri tempi che le permeano. Si tratta infatti di brani composti e divenuti famosi tra gli anni '50 e i '60, il periodo d'oro del rock n'roll e del pop angloamericano. Brani che, anche senza essere appassionati del genere, è sicuramente capitato di ascoltare, perché eseguite da molti musicisti o inserite nelle colonne sonore di film o serie televisive, e questo particolare rende l'album godibile da tutti. Un esempio è l'opening "She", di Charles Aznavour, probabilmente conosciuta ai più nella versione proposta da Elvis Costello nel 1999 e inserita nella colonna sonora del film Notting Hill. Seguono altri grandi successi come "Smile", composta da Charlie Chaplin e poi portata al successo da Nat King Cole, "Love Is A Many-Splendored Thing" o "Let It Rock" di Chuck Berry. Canzoni in cui la semplicità è il punto di forza ed è proprio la caratteristica che viene mantenuta inalterata, traducendosi in esecuzioni personali, ma sempre alla luce delle caratteristiche del brano originale, senza stravolgimenti o innovazioni anacronistiche. La voce calda di Lynne si inserisce armonica e spontanea su questi brani che hanno avuto interpreti dai timbri piuttosto diversi rispetto a quello del cantautore di Birmingham. Interessante in proposito l'interpretazione di "At Last", che nonostante sia stata composta e incisa per la prima volta nel 1942 da uomo è più conosciuta nella versione di Etta James, grande voce femminile del blues.
In complesso, quel che ne emerge è un invito, per chi non conosce questo periodo della storia della musica, ad approfondire ed esplorare gli artisti che hanno influenzato quasi tutto quanto è venuto dopo, e soprattutto un tuffo nel passato, tra grandi classici riproposti con la cura e la dedizione che solo chi li culla nei propri ricordi per anni può avere.