Jeff Lynne
Armchair Theatre [Reissue]

2013, Frontiers Records
Prog Rock

Recensione di Federico Mainardi - Pubblicata in data: 03/05/13

Con questa preziosa ristampa la Frontiers Records rende finalmente disponibile “Armchair Theatre”, il primo album solista di Jeff Lynne risalente al 1990 e quasi introvabile nell’ultima decade. Fondatore degli Electric Light Orchestra e produttore di successo, il polistrumentista Jeff Lynne diede corpo con questo lavoro decisamente retrò ad una sapiente fusione di stili e generi, avvalendosi delle collaborazioni di musicisti, tra amici ed eroi di sempre, del calibro di Tom Petty, Richard Tandy e George Harrison.

“Armchair Theatre” è un disco brioso e godibilissimo, in cui ogni singola traccia conferisce intense vibrazioni positive grazie ad un songwriting fine, alla ricca strumentazione e all’uso massiccio dei cori che echeggia talvolta i Queen di “A Night At The Opera”. Ma – com’era logico trattandosi di Jeff Lynne – è anche un disco stupefacente per talune soluzioni inaspettate, in grado di variare stili che sono ben noti se presi singolarmente, ma che qui sono portati alla perfetta ed originale integrazione reciproca. Da incorniciare, in questo senso, l’entrata del coro in “Don’t Let Go”, che interrompe il veloce incedere rockabilly del brano con uno stacco netto tipico di tanto rock progressivo degli anni ‘70, o ancora il guizzo di tastiera che stempera il piglio funky del sax in “Every Little Thing” (pezzo che ai tempi fu lanciato come singolo). Ogni brano si rivela degno di nota per qualche sua peculiarità: la dolce “Lift Me Up” debitrice delle ballad ottantiane, “September Song” (cover di una pietra miliare del pop a stelle e strisce) venata di jazz, “Don’t Say Goodbye” che con la sua classe retrò non avrebbe sfigurato nel succitato album dei Queen, “Blown Away” per il suo basso ammiccante, e via dicendo. Ma la menzione di merito spetta probabilmente a “Now You’re Gone”: delicata e robusta al contempo, fonde meravigliosamente violino e voci indiane in un pop ricco di pathos, indimenticabile sin dal primo ascolto. Le ultime tre tracce (di cui due sono bonus tracks) di questa reissue vedono Jeff Lynne solo, non più affiancato da special guests, a prodigarsi con tutti gli strumenti canonici: sono un po’ meno energiche e più introspettive, ma la qualità resta al top. Da segnalarsi il passaggio progressivo, che fa un rapidissimo e sfuggente eco alle partiture minacciose degli Emerson Lake & Palmer, al centro della conclusiva “Forecast”.
 
“Armchair Theatre” è un disco fresco e rigenerante, a ragione molto amato dai fans e oggi, finalmente, di nuovo accessibile ad ogni palato fine che ancora non lo possedesse. Un lavoro da non lasciarsi sfuggire!



01. Every Little Thing

02. Don't Let Go

03. Lift Me Up

04. Nobody Home

05. September Song

06. Now You're Gone

07. Don't Say Goodbye

08. What Would It Take?

09. Stormy Weather

10. Blown Away

11. Save Me Now

12. Borderline (bonus track)

13. Forecast (bonus track)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool