Sula Ventrebianco
Via La Faccia

2013, Ikebana Records/Venus
Stoner/Alternative Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 30/01/13

Lasciate perdere le melodie mielose, scrollatevi di dosso i radiofonici “ti amo”, cercate se vi è possibile di ridimensionare il mondo finora conosciuto dai vostri timpani in favore di qualcosa di più prepotente... Siate distorti come il riverbero delle vostre chitarre, spogliatevi di ogni delicatezza e imposizione, perché qui si combatte una guerra per la libertà: questa è una ribellione. “Via La Faccia” non è un disco alla portata di tutti, sia chiaro; è una di quelle proposte che non te le mandano a dire, e chi non vuole sentire la verità rifletta sullo specchio la propria bugia. I Sula Ventrebianco portano avanti la propria guerra personale con questo nuovo interessante inciso e lo fanno grazie ad un arsenale corposo e cattivo al punto giusto: la voce, il basso, la chitarra e il suo velo di riverbero con la batteria danno sfogo ad una forza brutale e raccontano una sana voglia di libertà che non vuole più nascondersi dietro ad imposizioni di vario genere.

Ma attenzione: sotto ogni sguardo contrariato si nasconde un anima buona, libera, ferita nel profondo, ma smaniosa di far sentire la propria voce. I pezzi dei Nostri si dividono esattamente in due: quelli che trasudano rabbia e quelli che mostrano, per l'appunto, la natura più intima della formazione. Perché l’impressione è proprio quella che alcuni brani ti prendano a pugni in faccia, per accarezzarti subito dopo, facendoti pesare ogni parola. La contrapposizione delle due anime dei Sula Ventrebianco non disdegna le musiche e tanto meno i testi, che mutano continuamente come un camaleonte monito di borchie e anfibi, cambiando totalmente colore. Speculare la reazione degli strumenti, che suonano perfettamente brutali quando è necessario, mentre gli archi e le semplici soluzioni al piano inscenano l’animo più delicato del progetto, senza scalfire l'incisività che contraddistingue la release.

La prima traccia “Strappi Alla Carne” tira fuori la giusta rabbia, ma è la seguente “Run Up” a mostrare un mix veramente ben riuscito delle due anime di cui sopra: l’accordo delicato dell’intro lascia spazio ad una melodia decadente, contaminata, che la batteria segue a ruota. Piccolo gioiello dell’album è “La Peste” che esplode – anche grazie a “macabre” soluzioni metriche - in un vero e proprio incantesimo ad opera di una fattucchiera alquanto bizzarra (“Dai, ci vediamo per tagliare i capelli di mia nonna che dorme”). Ancora una volta il riverbero della chitarra predomina (“Erosa”) e il pianoforte non troppo invadente di “Ragazza Muta” porta a casa un buon risultato, ricamando un tappeto di tutto rispetto per il riff affascinante ed instancabile della title-track, vera e propria muta-forma che ben fa capire quale sia la vera anima di questi Sula Ventrebianco.

Un grande passo avanti rispetto alla precedente prova discografica dei Nostri. Fluidità e variazione nella proposta meritano di essere premiate, come anche l’introduzione ancora più forte degli archi (introdotti al momento giusto senza mai risultare scontati o sottotono) e del piano che nelle sue apparizioni ci marchia a fuoco. Forza e avanti così.





01. Strappi Alla Carne
02. Run Up
03. La Peste
04. Uomini Feroci D'amore Del Nero
05. Oca Mia
06. Erosa
07. Largo Al Re
08. Ragazza Muta
09. Via La Faccia
10. 32 Denti
11. Scheletro

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