Gronholm
Eyewitness Of Life

2010, Lion Records
Prog Metal

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 17/04/10

Uno dei limiti più vistosi del progressive metal è il seguente: qualora un album fosse fatto bene e fosse anche ben suonato, ma dovesse risultare totalmente impersonale e poco incisivo, si tenderebbe a dimenticarlo nel giro di poche ore. Per l'ascoltatore, non sarebbe una tragedia, in quanto avrebbe sentito delle canzoni discrete e proseguirebbe, liscio come l'olio, ascoltando altro materiale di migliore fattura. Diventa invece un problema quando si deve scriverne una recensione esaustiva e convincente. Credo che abbiate già capito che non siamo di fronte ad un lavoro rivoluzionario.


Il finlandese Mika Gronholm giunge al suo debutto con questo album intitolato "Eyewitness Of Life", la cui copertina è stata disegnata da Hugh Syme (disegnatore di copertine di gruppi come Rush, Iron Maiden e Megadeth, scusate se è poco!), un lavoro affascinante per la scelta dei colori e per il contrasto tra l'occhio e le macchie di sangue. Il cantato viene affidato al cantante degli Status Minor, Markku Kuikka (anche ospite nel recente album di Mattson "Tango"), che come al solito dà prova delle sue capacità in modo espressivo e convincente; le chitarre, il basso e i sintetizzatori sono curati dallo stesso Gronholm, mentre la batteria è stata affidata a Tom Rask. Non mancano gli ospiti di calibro notevole, come Derek Sherinian (Dream Theater, Alice Cooper) e Ty Tabor, ma questo non cambia la sostanza dell'album.


Uno dei pregi di questo "Eyewitness Of Life" è senz'altro la compattezza dei singoli brani, a dire il vero caratterizzati da poche digressioni progressive metal e dalla durata relativamente breve. Per certi versi, le sonorità a tratti aggressive di Gronholm combinate alla voce di Kuikka ricordano parecchio i Tarot... Non ci stupiamo, quindi, nello scoprire che dietro al mixaggio dei dischi delle relative band c'è praticamente la stessa persona: Janne Tolsa. Accenni di heavy metal si alternano ad altri decisamente più progressive, più vicini ai Queensrÿche ed ai Rush, momenti che bilanciano il mix di suoni in modo quasi fin troppo razionale. Tuttavia, quest'eccesso di razionalità e cura nulla toglie al fatto che l'album sia piuttosto godibile e ben prodotto; piuttosto, il disco è penalizzato dalla mancanza di brani veramente memorabili o, più semplicemente, di brani brutti, perché anche quelli sono utili ai fini del giudizio complessivo.


Un vero peccato dover ammettere che questo disco non lascerà troppe tracce nel panorama metal, perché da un punto di vista strettamente musicale non è affatto un prodotto da scartare. D'altronde, però, bisogna anche chiedersi quanti album passeranno veramente alla storia oggigiorno, e quanti resteranno, più semplicemente, nella memoria degli ascoltatori, dato che, di dischi ne escono veramente troppi per poter essere assimilati nella loro interezza e valutati con cura. Un vero peccato.





01. One Minute Of Reality
02. Awaited
03. Fate & Belief
04. Life Is
05. Meet The Maker
06. You And Me
07. Misfortune-teller
08. Learn To Crawl
09. Eyewitness Of Life
10. Place For Freedom

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool