Breed 77
Insects

2010, earMUSIC/Edel
Alternative Rock

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 20/06/10

Al quarto album i Breed 77 fanno centro. Formazione originaria di Gibilterra ma con base a Londra, i Nostri si sono sempre caratterizzati, sin dal loro debutto nel 2001, per una commistione nel loro suono di (nu) metal, alternative rock e sonorità latine/mediterranee, riscontrabili sia nell’uso dello spagnolo che in alcune linee melodico-ritmiche riconducibili addirittura al flamenco. A dirla tutta quest’ultimo ingrediente compare un po’ meno in questo “Insects”, a favore di un inasprimento delle sonorità e di un deciso avvicinamento al mondo del metal; ciò nonostante è sempre presente e ben percepibile, soprattutto in certi break basati su linee di chitarra acustica. I testi non sono poi così innovativi in fatto di tematiche: i Nostri sviluppano attraverso undici tracce (tredici incluse le tracce bonus) una linea antiguerrafondaia che ha il suo manifesto principale nella strafamosa “Zombie” dei Cranberries, qui coverizzata in maniera più che ottima, resa ancora più aggressiva e cupa dell’originale.

Il disco si apre con “Wake Up”, brano potente ed incisivo che ben ci illustra quale sarà il mood di tutto “Insects”: linee di chitarra soffocanti e ipnotiche, che assieme alla sezione ritmica riescono a mettere un certo senso di ansia e pressione. Paul Isola, con la sua voce graffiante, acerba e nasale (a tratti pare rassomigliare addirittura a James Hetfield) interpreta in maniera eccellente ogni singolo pezzo del disco, buttandovisi sempre a capofitto e con gran passione. Si è parlato di influenze mediterranee: “The Battle Of Hatin” ne è un chiaro esempio, con le sue aperture che strizzano l’occhio addirittura a sonorità arabeggianti, mentre il resto del pezzo si sviluppa tra furiosi attacchi thrash e rallentamenti atmosferici. Oltre alle due tracce sopramenzionate ve ne sono per lo meno altre sei (inclusa la già citata cover di “Zombie”) di notevole caratura e degne di essere citate. Tra momenti pieni di groove e potenza (“Who I Am”, melodicissima nel suo ritornello che ti si stampa in testa e non ne esce più, “New Disease” e “Save Us”), altri che imboccano strade addirittura progressive (“Guerra del Sol”), e la title track (presente anche in spagnolo, lingua che pare conferirle una nuova affascinante veste), “Insects” scorre via velocemente ma anche molto piacevolmente, convincendo sin dal primo ascolto.

Aggressivi e melodici, tamarri al punto giusto, non particolarmente innovativi ma comunque distinguibili nella massa, i Breed 77 sono stati per me una graditissima sorpresa, un felice momento di “stacco” in mezzo a tanto piattume che molto spesso ci viene propinato spacciandolo per rivoluzionario, senza contare che, probabilmente, “Insects” è il disco meglio riuscito finora partorito dalla band. Un ascolto se lo meritano di sicuro!



01. Wake Up
02. The Battle Of Hatin
03. Revolution On My Mind
04. Insects
05. Who I Am
06. New Disease
07. One More Time
08. In The Temple Of Ram: Rise Of The Bugs
09. Forever
10. Guerra Del Sol
11. Zombie
12. Save Us
13. Insectos

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