Paul McCartney è un Signor Artista (le maiuscole sono d’obbligo). Riuscire ad incanalare la sua strabordante verve creativa non deve essere cosa facile per qualunque produttore discografico. Fin quando il Nostro faceva parte dei Fab Four poco male, le sue forze erano indirizzate nella giusta direzione, ma nei lavori solisti si è sempre un po’ perso. “Chaos And Creation In The Backyard”, album del 2005, inverte per fortuna questo trend, riconsegnandoci un Paul in forma strepitosa, un sessantatreenne che farebbe invidia a tanti sbarbatelli contemporanei.
McCartney si conferma forse come l'unico superstite della band in grado di portare avanti la tipica struttura-canzone beatlesiana, anche grazie ad un produttore, Nigel Godrich, che cesella e spunta eventuali orpelli ridondanti. Il prodotto è un pop squisitamente inglese, ora più sornione e malinconico, ora più allegro e sbarazzino, ma sempre dai forti connotati british. Tanti i momenti interessanti di un album che, seppur composto da tredici pezzi, non esagera in lunghezza evitando quindi di annoiare, se non a tratti. Ascoltando l’iniziale “Fine Line” si intuisce quale sia l’arma migliore del Macca: trasformare semplici ed orecchiabili melodie in brani dal sicuro appeal. Questo vale sia per i pezzi più “movimentati”, sia per le ballatone pop (“How Kind Of You”, “Too Much Rain” ed “Anyway” su tutte). Ancor più notevole è la grande capacità comunicativa del Nostro, che attraverso testi amichevoli ed immediati racconta di emozioni e sentimenti quotidiani, dando spiegazioni che sembrano elementari, eppure sono le più vere (a questo proposito, leggete il testo della già citata “Too Much Rain”). Sicuri highlights l’acustica “Jenny Wren”, “Friend To Go”, l’inglesissima “English Tea” (se questo titolo non evoca un certo stile di vita britannico…) e “Follow Me”.
E’ stupido e forse inutile sottolinearlo, ma gruppi come i Coldplay devono tantissimo ad artisti del calibro di Paul McCartney. Artisti che, va detto, avranno anche sessant’anni, ma la loro esperienza (come il loro mestiere) emerge chiaramente quando si mettono in testa di essere meno farfalloni e più concreti. Penso che quando personalità come il Macca non ci saranno più (mi auguro che quel momento sia lontanissimo) ne sentiremo la mancanza… Fino a quel momento godiamocelo in tutto il suo splendore.
“Una volta il mio Beatles preferito era John, adesso è Paul.” (“Vanilla Sky”, 2001)