Abraham
An Eye To The Universe

2011, Pelagic Records
Postcore

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 30/01/11

Gli Abraham sono un quintetto svizzero dedito a un corrosivo postcore/post metal. Sono tanti i riferimenti della band che si leggono qua e là, non solo nel promo sheet: tra i tanti Cult Of Luna, Isis, Neurosis, Rosetta. A essere sincero trovo che solo una delle band sopracitate costituisca il cuore della musica dei Nostri, nella fattispecie la prima. Ascoltando “An Eye To The Universe” viene quasi spontaneo ricollegarsi alla band svedese, se non altro per il drumming utilizzato dai Nostri e per certi riff di chitarra, soprattutto quelli impiegati nelle parentesi melodico/atmosferiche. Ma va riconosciuto agli svizzeri anche una buona dose di personalità, che permette loro di non essere ridotta a una mera copia carbone di gruppi più blasonati. Ma andiamo con ordine.

Il debutto degli Abraham è composto da otto tracce, otto roboanti viaggi pieni di scossoni nei quali ti senti un po’ come un tronchetto di legno sbattuto ovunque da impetuose rapide. Sotto questo punto di vista pieno centro quindi per gli svizzeri: se volevano destabilizzare gli equilibri psico-fisici dell’ascoltatore ci sono riusciti in pieno! Dal punto di vista musicale, come detto, molta influenza proviene dai Cult Of Luna: il growl profondo (anche se non siamo ai livelli di espressività raggiunti dagli svedesi) si affianca a un clean declamatorio e straziante, una voce che tutto sommato può starci come non starci, dipende dai momenti nella quale è inserita: in certe situazioni sarebbe stato meglio lasciare parlare la sola parentesi strumentale, senza saturare eccessivamente l’atmosfera, ma questo è un punto di vista totalmente soggettivo, del quale non terrò conto per il giudizio finale. La batteria è marziale e martellante, in continuo variare, dinamica e perfettamente in grado di omologarsi alle chitarre, le quali si prodigano molto spesso in saliscendi melodici e parentesi atmosferiche di ottima caratura, affascinanti nelle atmosfere che sanno tratteggiare. Una chimica quindi che funziona più che bene, e che emerge soprattutto in canzoni come “Saloon Bizarre”, “Astro Zombies” (eccezionale fino alla metà, per poi tornare su lidi più “normali”), “Bullet Dozer” e “Hellsinki” (nella quale emergono lampanti le similitudini con i COL), quest’ultima sicuramente tra i brani meglio riusciti.

Come giudicare il lavoro svolto da questi ragazzi? Siamo senza dubbio di fronte a un debutto coi fiocchi, un gruppo dalle qualità più che buone, che pecca solo in una a volte eccessiva aderenza ai propri numi tutelari. Ciò nonostante alcuni tocchi creativi impiegati qua e là fanno sì che tali somiglianze siano ben amalgamate nel contesto sonoro proposto, rendendo così “An Eye To The Universe” godibile (anche se non so quanto duraturo in termini di permanenza nel vostro lettore). Non sento infatti negli Abraham quell’alone quasi sacrale e mistico che circonda gli album di Isis e Cult Of Luna, quella forza che ti conquista e che ti attrae, svelandoti il disco ascolto dopo ascolto, caratteristica che ritengo importantissima per questo genere, basato come è su strutture tra loro spesso molto simili. C’è insomma un altro po’ da lavorare, ma le basi ci sono, eccome se ci sono.




01.Coyote Versus Machete
02.Saloon Bizarre
03.Astro Zombies
04.The Statues
05.Bullet Dozer
06.Herz, Knie, Staub
07.Hellsinki
08.Baruch

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