Il ritorno sul mercato di una band tanto seminale quanto discussa e altalenante come i Deicide è sempre un avvenimento di giubilo per tutti gli appassionati. Sempre alle prese con una conduzione della band ai limiti del comico, tra litigi, cambi di formazioni e defezioni live, i nostri hanno avuto comunque il merito di risollevare il proprio nome dalla cenere a partire da “The Stench of Redemption”, anno domini 2006.
Infatti al di là degli integralisti e dei critici per partito preso, la dipartita dei fratelli Hoffman, in favore dell'ex Cannibal Corpse Jack Owen e del bravissimo Ralph Santolla (Death, Iced Earth e tanti altri) ha donato nuovo smalto ai Deicide, “snaturandone” sì il suono originario, ma offrendo anche al pubblico una prova decisamente superiore e fresca rispetto allo standard della band, a eccezione dei capolavori partoriti in gioventù. Il tempo vola e accantonato il non fortunatissimo “Till Death Do Us Part” del 2008, bel lavoro minato da continui problemi di line-up (Santolla che litiga con la Earache e non partecipa alla scrittura, apparendo solo come guest per la chitarra solista), ci ritroviamo tra le mani il terzo full della seconda vita dei Deicide, “To Hell With God”, finalmente con tutto il quartetto abile e arruolato.
E quando le cose procedono normalmente, o quasi, i Deicide dimostrano di avere ancora delle ottime cartucce da sparare, sciorinando il talento che gli è sempre stato attribuito, ma troppe volte tarpato da intemperanze varie. Niente rivoluzioni sia chiaro, i toni cupi del precedente lavoro sono stati accantonati in favore di uno stile più vicino a “Stench Of Redemption”, cercando però di guardare a quanto di buono fatto prima del 2006. Troveremo quindi manciate abbondanti di bordate micidiali, rette da un Owen alla chitarra ritmica davvero encomiabile, dal riffing compatto e dinamico come non si sentiva da tempo. Non un ritorno al passato vero e proprio, ma un leggero indurimento dei suoni, che sicuramente non basterà ai detrattori una volta che il buon Santolla (cristiano praticante, alla faccia di chi crede ancora alla veridicità dei proclami satanisti del mondo metallico) piazzerà i suoi assoli, oggettivamente splendidi, ma intrisi di un gusto melodico lontani anni luce dalle rasoiate dei fratelli Hoffmann. Che se ne facciano una ragione i fan arrabbiati, ma davanti a pezzi come “To Hell with God”, la violentissima “Witness of Death”, la cadenzata e micidiale “Empowered by Blasphemy”, o l'avvolgente e strutturata “How Can You Call Yourself a God” (con un assolo iniziale che procurerà vari travasi di bile) è difficile muovere qualche critica. Brani formalmente perfetti, coinvolgenti, efficaci, da ascoltare più volte senza il timore che possano perdere di mordente.
Buona anche la prova del contoverso Glenn Benton, come al solito con la voce super effettata e “sdoppiata” (per chi non l'avesse mai sentito, growl e scream modulati insieme) senza gli eccessi del passato e del batterista Steve Asheim, probabilmente la persona che regge ancora in piedi i Deicide e vero leader “silenzioso” della band. Il giudizio finale è dunque più che buono, anzi potremmo dire al livello delle migliori produzioni degli americani. Poche novità, ma tanto mestiere e tanta sostanza. Il guanto di sfida ai Morbid Angel (prossimi a un nuovo attesissimo album) è lanciato.
Deicide
To Hell With God
2011, Century Media
Death Metal
I Deicide ci sanno ancora fare. Poche novità, ma tanto mestiere e tanta sostanza.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 04/02/11 01.To Hell with God
02.Save Your
03.Witness of Death
04.Conviction
05.Empowered by Blasphemy
06.Angels in Hell
07.Hang in Agony Until You're Dead
08.Servant of the Enemy
09.Into the Darkness You Go
10.How Can You Call Yourself a God