Funeral For A Friend
Welcome Home Armageddon

2011, Roadrunner Records
Metalcore

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 22/03/11

Strana la storia degli inglesi Funeral For A Friend: osannati dalla critica all’epoca dell’esordio di “Casually Dressed & Deep In Conversation”, man mano la loro carriera proseguiva, un disco dopo l’altro la critica non era più così entusiasta del loro lavoro, mentre, di contro, il pubblico accoglieva con favore sempre più crescente la formazione del Galles.

Oggi, i Nostri tornano sul mercato con questo nuovo “Welcome Home Armageddon” dopo una pausa fisiologica dallo scorso “Memory And Humanity”, nonché un piccolo scossone in line-up che ha visto allontanarsi il chitarrista Darran Smith, per testimoniare una rinnovata energia che, negli effetti, traspare all’inizio di questo inciso nelle melodie cristalline di “Old Hymns” e nel classico scontro tra voce pulita e screamo nella successiva “Front Row Seats To The End Of The World”.
Certo, magari già qui lo scontro pare un poco innaturale, ma non per demeriti del frontman Matthew Davies-Kreye, è bene precisarlo; comincia, piuttosto, a serpeggiare una certa sensazione di scolastico manierismo, ed una piccola forzatura nella dinamica del brano.
La derivazione melodic punk di “Sixteen” ancora convince, seppure consolida le sensazioni poco sopra espresse, e giunti su “Man Alive” pare oramai chiaro che di novità o motivi di genuino interesse questo quinto album in studio non ne riserverà poi molte.

Sia chiara, a questo punto, una cosa: l’album è ottimamente suonato, ancora meglio prodotto, ma ciononostante non riesce a sfuggire ai canoni classici del metalcore; nessuna sorpresa, tutto scorre prevedibile secondo un canovaccio che i Funeral For A Friend hanno sì contribuito a scrivere – questo bisogna necessariamente concederglielo – ma di cui sarebbe bene effettuare una pesante revisione, a maggior ragione se questo disco viene dopo il greatest hits “Your History Is Mine” con la chiara volontà di scrivere una pagina nuova nella storia della band.
Ma l’aspettativa viene inesorabilmente disattesa, e quello che ci ritroviamo per le mani è il classico disco che i fan della formazione apprezzeranno alla follia, ma che non possiede il minimo potere di convincimento per poter trovare nuovi e più ampi consensi al di fuori di un target ben stabilito.

Melodico ma latitante in energia, questo disco va ascoltato anche se siete profondamente amanti della scena, ma per favore: aspettatevi tutto, meno che un Armageddon musicale.



01. This Side Of Brightness
02. Old Hymns
03. Front Row Seats To The End Of The World
04. Sixteen
05. Aftertaste
06. Spinning Over The Island
07. Man Alive
08. Owls (Are Watching)
09. Damned If You Do, Dead If You Don't
10. Medicated
11. Broken Foundation
12. Welcome Home Armageddon

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