Eden's Curse
Trinity

2011, AFM Records
Hard & Heavy

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 25/03/11

Non poteva esserci titolo migliore di "Trinity" per il terzo album degli Eden's Curse, poiché si rimanda al numero di album pubblicati, ma anche alle tematiche strettamente religiose trattate nei testi - anche se basterebbe guardare solamente i titoli delle canzoni per intuirle. Inoltre, sono passati ben tre anni dalla pubblicazione del secondo album, "The Second Coming". La band fondata da Micheal Eden, il cantante della formazione, in questo full-length vede l'arrivo del nostro Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever) alle tastiere e di supporto al buon Michael Eden nei cori e due pregevoli collaborazioni che verranno svelate nel corso della recensione.


"Trinity" spicca per una ricerca della melodia orecchiabile - a tratti sfacciata - e di immediata presa sull'ascoltatore. Brani semplici ed efficaci come "Trinity"o "Saints Of Tomorrow" sono caratterizzati da ritornelli chiari e semplicissimi da memorizzare e che piaccia o no, l'ascoltatore - come la sottoscritta - si ritroverà a canticchiarli sommessamente. Tuttavia, a tratti questa immediatezza rischia di sconfinare nella ruffianeria gratuita e risultare irritante, ma la qualità complessiva di quest'album rimane comunque discreta, con brani ben prodotti e ben confezionati, nonché vari, perché una ballata potente e struggente come "Guardian Angel" non poteva mancare, soprattutto per esaltare le doti vocali del frontman Eden. Sempre parlando di voci, non passano di certo inosservate le performance e le partecipazioni di James LaBrie (Dream Theater) in "No Holy Man" e come backing vocals nel resto dell'album e di Andi Deris in "Black Widow". Infine, un omaggio sincero al compianto Ronnie James Dio nel proporre la cover di "Rock ‘n' Roll Children", anche se, può piacere o non piacere ed alla sottoscritta non è parsa una cover memorabile. Il momento migliore dell'album rimane comunque nei primi tre, quattro brani e nella conclusiva "Jerusalem Sleeps". Il resto dell'album è senza dubbio gradevole, ma più prevedibile e banale.


Questo "Trinity" non è un brutto disco, anzi; lo sforzo per fare il salto di qualità si sente ed è testimoniato nel ricercare ospiti illustri. Tuttavia, a volte un'ammorbante banalità sembra aleggiare tra i brani, difetto che penalizza in modo abbastanza marcato quest'album.





01. Trinitas Sanctus (Intro)
02. Trinity
03. Saints Of Tomorrow
04. No Holy Man (feat. James LaBrie)
05. Guardian Angel
06. Can't Fool The Devil
07. Rivers Of Destiny
08. Dare To Be Different
09. Children Of The Tide
10. Black Widow (feat. Andi Deris)
11. Jerusalem Sleeps
12. Rock ‘N' Roll Children

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