Between The Buried And Me
The Parallax: Hypersleep Dialogues

2011, Metal Blade Records
Prog Metal

Ennesima dimostrazione di superiorità...
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 08/04/11

Freschi di contratto con la tedesca Metal Blade, i Between the Buried and Me ritornano in pista con un Ep nuovo di zecca intitolato “The Parallax: Hypersleep Dialogues”, tre canzoni per mezz'ora di musica. O meglio di grandissima musica, come ormai siamo abituati da tempo con la band del North Carolina.

Considerato dai nostri come un vero e proprio album, almeno stando alle informazioni ufficiali allegate al disco, il nuovo lavoro rappresenta la prima parte ci un concept in cui sono narrate le vicende di due individui che vivono in universi separati milioni di anni luce, alle prese con gli stessi problemi e spinti a prendere decisioni che potrebbero avere ripercussioni sulla loro vita e su tutto l'universo.  Nella seconda e ultima parte del concept (in arrivo prossimamente), vedremo i due percorrere enormi distanze alla velocità della luce, incontrarsi e realizzare i propri obiettivi. Una storia decisamente bizzarra che rispecchia il concetto di musica di questi cinque pazzi scatenati, evidentemente incapaci di costruire qualcosa si semplice e lineare, mettendo costantemente alla prova chi si appresta ad ascoltare la loro musica.

Per chi non avesse mai sentito parlare dei Between the Buried and Me, siamo alle prese con un melting pot di stili difficilmente elencabile senza stancare i lettori: si passa dalla matrice più violenta del metal, per arrivare al jazz, abbracciando prog rock, math, metalcore e un'infinità di sfaccettature e “bizzarrie”. Un impianto sonoro imponente che non manca di stupire anche in questa occasione, sempre strutturato in maniera da non riuscire a ricordare a memoria gli infiniti passaggi di queste tre lunghissime composizioni nemmeno dopo svariati ascolti, continuamente sballottati dalla straordinaria perizia in dote alla band. Perizia tecnia e estrema abilità nel non trasformare il sound in qualcosa di slegato e fatto apposta per stupire e strafare, senza avere poi nulla di concreto tra le mani. Sta proprio qui l'unicità dei Between the Buried and Me, nel rendere organiche anche canzoni di dieci minuti di media, in cui non si contano tutte le variazioni inserite, dando la sensazione che il tutto sia stato scritto senza evidenti forzature, in cui gli stacchi (anche brutali a volte) smussano progressivamente gli angoli con il passare degli ascolti, fin quando non si è completamente immersi nel suono da sembrare tutto quasi naturale.

“Nessuna nuova, buona nuova”, diceva qualcuno. Lo stesso potremmo dire per “The Parallax: Hypersleep Dialogues”, in cui ritroviamo lo stesso stile unico di sempre, ma che proprio per la sua particolarità non teme cloni o cali di tono, tanto è capiente la gamma di suoni e stili a cui può attingere la band, sempre attenta a non ripetersi e a proporre lavori di grandissima qualità. Certo, vi stareste chiedendo in fin dei conti come saranno mai questi tre brani... Inutile stare a fare la cronaca di tutto quello che incontrerete, passerete dall'esaltazione di alcuni frangenti intricatissimi ad altri in cui la commozione giocherà inaspettati scherzi. Semplicemente uno dei migliori lavori dei Between the Buried and Me, tanto dovrebbe bastarvi.

Un altro colpo quindi per Tommy Rogers, che dopo il recente e bellissimo “Pulse” (album solista che vi consigliamo fortemente), si riaffaccia con i compagni di sempre per ribadire la supremazia dei Between the Buried and Me. Saranno solo tre canzoni, ma in questa mezz'ora c'è tanta di quella musica da zittire intere discografie zeppe di banalità. Eccezionale!



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