Serenity
Death & Legacy

2011, Napalm Records
Power Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 11/04/11

Prima di inziare questa recensione ecco un piccolo antefatto storico: col passare degli anni i Kamelot hanno via via abbandonato il power metal sinfonico degli esordi per dedicarsi ad una forma canzone sempre più teatrale ed emozionante. Tanto di guadagnato, per chi vi scrive, ma ad onor del vero una buona fetta di fan della prima ora è rimasta affezionata a quel genere di sonorità e non è mai riuscita ad apprezzare fino in fondo la svolta musicale di Thomas Youngblood e compagni. Bene, per coloro che "soffrono" di nostalgia la cura arriva direttamente dall'Austria (dal Tirolo, per i più puntigliosi) e si chiama Serenity.

La band nasce esattamente dieci anni fa in quel di Wörgl, ma raggiunge l'attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori solamente nel 2007, grazie alla pubblicazione del debut album "Words Untold & Dreams Unlived", un concentrato di classici stilemi power intelligentemente riletti in chiave progressive e sinfonica, alla maniera dei Kamelot di "The Fourth Legacy" e "Karma" per intenderci, con qualche rimando più velato a Sonata Arctica, Stratovarius e altri capisaldi del genere. Sono passati quattro anni da quel momento, un altro full length è stato pubblicato ("Fallen Sanctuary", 2008) e ben poche cose sembrano essere cambiate in casa Serenity. Purtroppo "Death & Legacy", terzo parto discografico dei Nostri, non ci prova nemmeno a mischiare le carte in tavola: il sound è rimasto quasi completamente invariato e, rispetto al passato, i limiti della formazione emergono in maniera ancor più lampante.

Spieghiamoci meglio: nel sound dei Serenity non c'è apparentemente un solo elemento fuori posto. La produzione è cristallina, la voce di Georg Neuhauser interpretativa al punto giusto, il songwriting abbastanza vario. La presenza di tre ospiti d'onore (l'onnipresente Amanda Somerville, Ailyn dei Sirenia e Charlotte Wessels dei Delain) e un concept ispirato a importanti personaggi storici del passato come Cristoforo Colombo, Giacomo Casanova, Sir Francis Drake e la regina Elisabetta I completano il quadro rendendolo senza dubbio affascinante e, ad un primo ascolto, appetibile. Il problema è che dopo i primi venti minuti i Serenity hanno già detto tutto ciò che avrebbero dovuto dire in un album; è assurdo pensare che il brodo venga allungato per altri quaranta minuti a suon di orchestrazioni epiche, cori ridondanti ed assoli ultramelodici! È una storia, quella raccontata dal quintetto austriaco, già sentita miliardi di volte... In particolare, potremmo applicare questo discorso alle singole canzoni, che alleggerite di tutti gli elementi di troppo avrebbero fatto una figura molto più dignitosa, fermo restando che "Death & Legacy" non è affatto un brutto album e che gli estimatori del genere potranno trovare nelle varie "The Chevalier", "Far From Home" e "Changing Fate" (una dolce ballad ballad impreziosita dalla voce della Somerville, la migliore tra le tre protagoniste femminili dell'album) i loro nuovi cavalli di battaglia.

Morale della favola: da una parte abbiamo band come i Serenity, che nonostante abbiano tutti i mezzi per fare di meglio si limitano a ricalcare le orme dei loro padri ispiratori senza aggiungere alcunché ad una traduzione musicale ormai consolidata come quella del power metal sinfonico. Dall'altra abbiamo un disco come "Poetry For The Poisoned" che, a livello di originalità ed innovazione, ha spazzato via un'intera concorrenza. Qualcuno potrà contraddire questa critica, ma ci perdonerete se, dal canto nostro, preferiamo prendere le parti di coloro che in musica dimostrano di avere il coraggio di osare.



01. Set Sail To... (Intro)
02. New Horizons
03. The Chevalier (featuring Ailyn)
04. Far From Home
05. Heavenly Mission
06. Prayer (Interlude)
07. State Of Siege
08. Changing Fate (featuring Amanda Somerville)
09. When Canvas Starts To Burn
10. Serenade Of Flames (featuring Charlotte Wessels)
11. Youngest Of Widows
12. Below Eastern Skies (Interlude)
13. Beyond Desert Sands
14. To India's Shores
15. Lament (Interlude)
16. My Legacy

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