In Italia c'è chi fa del grandioso rock and roll ma nessuno (o quasi) lo sa, anche perché sovente le radio e le televisioni puntano sul nome dei soliti rocker di cartone e sulle rime dei pistoleri di frottole filoamericani. Ma questo, ahimè, si sa.
I ferraresi Voodoo Highway, alla stregua di altri valorosi artisti nostrani, rientrano di diritto in quella inconcepibile “casta” di esclusi dal grande palcoscenico del music biz. Ma le teorie, per essere credibili, hanno spesso bisogno del risvolto materiale, di una cosiddetta prova. Per mia fortuna, più difficilmente sugli scaffali ma più facilmente su internet è possibile reperire “Broken Uncle’s Inn”, l’album di debutto dei simpatici scampaforche romagnoli dal sound più resistente di una batteria di pentole in acciaio inox. La band, spumosa come la mareggiata che involge gli scogli, è debitrice al rock classico degli anni settanta e non lo nasconde. Dopo aver studiato alla corte dei giganti, i nativi di Ferrara hanno riavvolto la bobina e - repetita iuvant – da buoni allievi hanno buttato giù un’opera che ricalca le orme dei propri maestri provando a superarli. La missione è ostica, i sentieri del passato sono impervi, ma i Voodoo Highway non sembrano temere il confronto e suonano con una convinzione internazionale.
La fuoriserie schizza a tutta velocità sulla route 66. La benzina brucia nel motore azionando i pistoni che lavorano senza sosta. “Broken Uncle’s Inn” è un disco su di giri che rallenta solo in occasione della discreta ballata “Heaven With No Stars”. Le restanti otto tracce (senza tener conto dell’introduzione) sprigionano energia da ogni riff. La struttura è semplice e accattivante, le melodie sono più che appetibili e l’organo Hammond si spande come un tappeto di rose al seguito degli strumenti. Non c’è un brano da buttare via. L’adrenalina scorre per tutta la durata del platter e la scoppiettante “Running Around”, in sesta posizione, è il piatto forte del saporito menù.
“Broken Uncle’s Inn” degli strepitosi Voodoo Highway ha tutte le carte in regola per sfondare le classifiche e i botteghini. Un prodotto griffato “Made in Italy” che non ha nulla da invidiare a nessuno e che non può e non deve essere tenuto nascosto. Per niente al mondo. Eh già.