All'alba del 2012 la one-man band francese Alcest e la marea di progetti ad essa affini hanno fatto scuola. E questa non è affatto una novità: ormai non si fa che parlare della cosiddetta scuola post-black metal francese, vero? Una scuola che, di fatto, non ha inventato un bel nulla, ma si è contraddistinta per l'aver saputo creare un nuovo ibrido musicale, andando a pescare tanto nella tradizione del black metal atmosferico quanto in quella del post rock, con tutte le derive shoegaze e darkwave del caso. Se, da un lato, tutto questo fermento ha dato vita a realtà musicali d'indubbio interesse e spessore qualitativo, dall'altro ci ritroviamo a dover bandire dai nostri ascolti uno stuolo di band che cerca di inserirsi in questo filone senza possederne i meriti.
Gli olandesi An Autumn For Crippled Children si collocano esattamente in mezzo a queste due categorie. Privo dell'appeal radical-chic dei padri ispiratori e più vicino ad un'altra scuola di pensiero per quanto concerne la pulizia del suono (la qualità della produzione ricorda da vicino i primi vagiti luciferini del black metal scandinavo), il trio composto da MXM (voce, chitarra, tastiere), TXT (basso) e CXC (batteria) si concentra quasi esclusivamente sul versante atmosferico e strumentale del proprio sound, fino a relegare le classiche screaming vocals ad un semplice ruolo di accompagnamento. In un primo momento ciò consente all'ascoltatore di immergersi in uno stato di profonda introspezione, lo stesso che, sibillinamente, viene suggerito dallo scarno artwork di “Everything”, dove uno scenario desolante di alberi scheletrici lascia intravedere uno stormo di uccelli mentre s'innalza in volo verso il candore di un cielo invernale.
Purtroppo i brani scorrono uno dietro l'altro senza regalare particolari sussulti e in breve tempo la magia iniziale sembra venir meno: ci si ritrova quasi a desiderare la melodia più malinconica di altri dischi ed altre formazioni, a cercare l'arrangiamento atmosferico di un pianoforte o di una chitarra acustica che in quest'occasione non si degnerà di farci visita, sebbene la componente shoegaze sopperisca a questa “mancanza” emotiva in buona parte dei brani, portando il disco ben oltre la semplice sufficienza. Va dato atto agli An Autumn For Crippled Children di essersi in parte distaccati da una compagine di artisti che troppo spesso tende a citare se stessa con una spiccata dose di autocompiacimento, ma i risultati, purtroppo, non sono lontanamente equiparabili a quanto raggiunto in questi anni dai vari Amesoeurs, Les Discrets e dagli stessi Alcest. Questo ci insegna che il black metal può sì trasformarsi in poesia decadente, ma necessita di un maggiore lavoro di cesello per riuscire a far breccia nel cuore di chi solitamente si ciba di sonorità meno estreme. In ogni caso “Everything” conferma gli olandesi come una delle realtà da tenere in considerazione per gli sviluppi futuri di questa sempre più prolifica corrente musicale; il terzo disco potrebbe rappresentare la loro conferma definitiva.
An Autumn For Crippled Children
Everything
2011, ATMF
Black Metal/Shoegaze
01. Forever Never Fails
02. Formlessness
03. Absence Of Contrast
04. We All Fall
05. Nothing/Everything
06. Her Dress As A Poem, Her Death As The Night
07. I Am The Veil
08. Cold Spring
09. Rain
02. Formlessness
03. Absence Of Contrast
04. We All Fall
05. Nothing/Everything
06. Her Dress As A Poem, Her Death As The Night
07. I Am The Veil
08. Cold Spring
09. Rain