Diabulus In Musica
The Wanderer

2012, Napalm Records
Symphonic Metal

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 28/02/12

Manuale del buon symphonic metaller. Regola numero #1: scegliere la propria “musa ispiratrice” tra le seguenti opzioni: Nightwish, Epica, Within Temptation. Regola numero #2: infarcire i propri brani di rimandi espliciti alla band selezionata. Regola numero #3: rivestire l'album di orchestrazioni pompose e vocalizzi lirici posticci. Se necessario, selezionare l'opzione “random” e ricorrere a cori in latino, ammiccamenti pop, nostalgie elettroniche, strumenti celtici e cadenze arabeggianti.

Ebbene sì: siamo nel 2012, ma certi musicisti non sembrano volersi scostare di un solo passo dal sound e dai cliché che, più di un decennio fa, fecero la fortuna di varie band provenienti dalle fredde lande del Nord Europa. Cliché che – è giusto ricordarlo – queste stesse band hanno contribuito a smontare, grazie ad una personalità mutevole e in grado di rinnovarsi disco dopo disco (non stiamo a ricordare l'incontrastata ascesa degli Epica e la pulsante metamorfosi di Tuomas Holopainen e dei suoi Nightwish). Per altri, la lancette dell'orologio sembrano essersi fermate o, più semplicemente, la dignità necessaria per realizzare un disco dotato di carattere e personalità pare essere venuta meno, vuoi per esigenze di mercato, vuoi per una dilagante mancanza di ispirazione all'interno della scena.

Gli spagnoli Diabulus In Musica, con il loro secondo full-length “The Wanderer”, spianano la strada ad una critica più che legittima verso tutte quelle realtà metal con voce femminile che non fanno altro che scopiazzare i vari “maestri” del genere, per giunta senza troppa inventiva o una particolare abilità nell'ingannare l'ascoltatore più smaliziato. In questo caso, il quintetto capitanato da Zuberoa Aznárez ha sviluppato una malcelata venerazione per il sound maestoso degli Epica, con tutte le derive stilistiche del caso. È un peccato tornare sul luogo del delitto e parlarne in questi termini perché, se il precedente “Secrets” lasciava intravedere una buona capacità esecutiva affiancata da ampi margini di miglioramento, “The Wanderer” preferisce seguire la strada più semplice, sulla scia del successo di un album quale “Design Your Universe”. Pare quasi che i Diabulus In Musica siano tornati a farsi sentire unicamente in funzione dell'uscita della nuova fatica discografica degli Epica prevista per gli inizi di marzo, alla quale spalancano le porte con questa sorta di album-tributo (sul quale compare, in veste di special guest, lo stesso mastermind della band olandese – guarda un po' che coincidenza!).

Non ci resta che rimandarvi al primo paragrafo di questa recensione per descrivere la proposta degli iberici: symphonic metal standardizzato e infarcito come da copione dai soliti luoghi comuni, alternati saltuariamente a sezioni strumentali che rimandano ai generi più estremi del metal. A dispetto di una manciata di brani indubbiamente gradevoli (su tutti “No Time For Repentance (Lamentatio)”), ai Diabulus In Musica mancano una frontwoman degna di questo nome (cos'è questa timbrica titubante, cara Zuberoa?), una forte dose di inventiva e, probabilmente, anche un pizzico d'amor proprio... Tuttavia, non è continuando a vagare senza meta tra gli scenari desola(n)ti del symphonic metal che questi malcapitati riusciranno a riscattarsi dall'anonimato di un genere diventato appannaggio esclusivo di pochi eletti.





01. A Journey's End (Intro)
02. Ex Nihilo
03. Sceneries Of Hope
04. Blazing A Trail
05. Call From A Rising Memory (Intro)
06. Hidden Reality
07. Shadow Of The Throne
08. Allegory Of Faith, Innocence And Future
09. Sentenced To Life
10. Oihuka Bihotzetik
11. No Time For Repentance (Lamentatio)
12. The Wanderer

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