Decrepit Birth
Diminishing Between Worlds

2008, Uniquel Leader
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 07/04/09

Devo essere sincero, quando diversi mesi fa lessi le dichiarazioni del leader Matt Sotelo riguardo il nuovo album dei Decrepit Birth, rimasi leggermente contrariato. Loro, una delle band più feroci della scena brutal underground, spingersi su territori maggiormente melodici e progressive, incorporando nel proprio stile elementi riconducibili a Death, Cynic, e Quo Vadis? Nomi eccellenti ma che difficilmente si sposavano con il classico sound tritatutto di ...And Time Begins, in una rivendicazione di intransigenza che stupidamente non guardava alle reali potenzialità di questo mix esplosivo. Ebbene Sotelo ha accompagnato le parole ai fatti, dando vita a un disco che svetta su tutto quanto è stato scritto in ambito death metal da qualche anno a questa parte.

Strutture perfette, un convulso dipanarsi di variazioni e cambi di regime, chitarre che si rincorrono senza sosta attraverso un riffing ultratecnico, fatto di assoli incrociati e ritmiche che passano dalla brutalità pura al ricamo con maestria assoluta. Questo è Diminishing Between Worlds, un disco che in qualche modo sposta ulteriormente i confini del genere, che stupisce per freschezza compositiva, complessità, e personalità, senza scadere nelle semplice esasperazione degli elementi principali del sound. La cosa che contraddistingue i nuovi Decrepit Birth dal resto delle band ultratecniche in giro per il mondo è il calore che i nostri riescono a infondere alla propria musica, non solo mirabili digressioni strumentali, ma tanta passione, sentimento, tantissima melodia che permea ogni minuto del disco, anche i frangenti più spietati, riuscendo a donare una precisa identità a ogni singolo brano. Basti ascoltare la strumentale The Enigmatic Form, una Voice Of The Soul sui generis, riletta in chiave Decrepit Birth, per capire quanto i nostri si siano sforzati in questo senso, riuscendo a commuovere persino con sfuriate a tutta velocità.

Una completa fusione di melodia e brutalità, in cui questi due aspetti sembrano trarre forza vicendevolmente, tanto da sembrare a tutti gli effetti una cosa sola, non elementi contrapposti a cui dare maggior peso a seconda dell'andamento della canzone. E' proprio in questo che i Decrepit Birth hanno avuto successo dove tanti altri hanno fallito, riuscire a scrivere musica che sia il più organica possibile, dando l'idea di non ricercare volutamente il colpo ad effetto, lasciando scorrere liberamente l'ispirazione, assecondandola e infine ricondurla secondo strutture identificabili. In ogni canzone di Diminishing Between Worlds è possibile apprezzare (dopo ripetuti ascolti, sia chiaro) il songwriting, l'attacco, lo svolgimento e il finale, con le rispettive variazioni d'umore e di sfumature, che i nostri mettono in pratica attraverso una prestazione strumentale ai vertici del genere e del metal in generale. Come in The Living Doorway, con alcuni dei riff più belli sentiti ultimamente, Reflection of Emotions, dagli innumerevoli assoli uno più bello dell'altro, o in Diminishing Between Worlds, probabilmente il pezzo più emozionante dell'intero album. Al di là di tutto siamo alle prese sempre con un disco brutal, quindi chi è alla ricerca di blast beat e velocità a iosa verrà comunque accontentato, A Gathering of Imaginations, Await the Unending, canzone a mio avviso perfetta, un vero manifesto, o Through Alchemy Bound Eternal vengono in vostro soccorso, per non parlare di ...and Time Begins, brano ripreso dal debutto, che con una produzione più adeguata diventa ancor più devastante. Devastante come del resto è l'ultimo vero pezzo di Diminishing Between Worlds, Essence of Creation, sei minuti e mezzo di pura magia che rischierà seriamente di farvi appendere al chiodo i vostri strumenti (se non ci avevate gia pensato), per concludere con la delicata outro The Morpheus Oracle.

Spesso la parola capolavoro viene usata a sproposito. Non è il caso di Diminishing Between Worlds, un vero capolavoro di capacità compositive, di tecnica, di saper evolversi in modo intelligente, di cercare il limite e di superarlo. Onore a questi musicisti dunque, e onore a un album che entra prepotentemente nella storia del death metal, destinato a essere preso come termine di paragone da qui in avanti.



01. The Living Doorway

02. Reflection of Emotions

03. Diminishing Between Worlds

04. Dimensions Intertwine

05. The Enigmatic Form

06. A Gathering of Imaginations

07. Await The Unending

08. Through Alchemy Bound Eternal

09. ...And Time Begins

10. Essence of Creation

11. The Morpheus Oracle

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