Forbidden
Forbidden Evil

1988, Century Media
Thrash

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 13/04/09

Quando si parla di thrash metal si tende spesso a considerare, a ragione, il 1986 come un anno memorabile per aver dato alla luce i principali capolavori del genere. Tuttavia, tale anno viene forse eccessivamente mitizzato al punto che ci si dimentica di tutte quelle ottime band che, sul finire degli anni ottanta, danno vita alla seconda ondata del thrash metal a stelle e strisce.

Forbidden Evil” rappresenta sicuramente uno dei migliori dischi del periodo e segna l’esordio di una band che, purtroppo, andrà  rapidamente a perdere la propria identità a causa della grande crisi che investì il thrash agli inizi degli anni novanta.

Il disco si apre con “Chalice Of Blood” , brano che senza dubbio può ambire ad essere considerato uno dei migliori pezzi thrash metal mai scritti. Un pezzo diretto, arrabbiato e martellante che non da respiro per tutta la sua lunghezza e che fa della migliore tradizione della bay area il suo marchio di fabbrica. La tensione dell’opener non tende ad esaurirsi per tutta la durata del platter e la conferma arriva subito con la successiva “Off Edge” in cui gli ispiratissimi riff vengono enfatizzati dalla coppia d’asce Craig Locicero – Glen Alvelais, mentre  la sgraziata velenosità della voce di Russ Andeson esplode in tutta la sua potenza.

Le doti tecniche della band sono, oltre all’ispirato songwriting, la vera marcia in più dei Forbidden che,  nella title track, sembrano quasi divertirsi in evoluzioni velocissime su di una sessione ritmica martellante e precisa in cui un giovanissimo Paul Bostaph fa capire quale grande futuro lo aspetti.
La furia di questi cinque giovani puledri imbizzarriti sembra proprio non avere fine e grazie a “Feel No Pain” ci troviamo di fronte a tutte le reminescenza slayeriane della band che però non divengono un recinto limitante alla creatività. Nelle conclusive “As Good As Me” e “Follow Me” la ricetta non cambia e nemmeno il risultato, capace di mantenersi sempre su ottimi livelli che si basano su di una coerenza musicale inappuntabile ed un’energia inesauribile.

Ha così fine un album che seppur non aggiunga innovazione ad un genere ormai maturo ha saputo regalare una perla di rara violenza e tecnica che nulla ha da invidiare agli album di band molto più blasonate. Un disco da riscoprire e caldamente raccomandato a tutti gli amanti della bay area.



01. Chalice Of Blood
02. Off The Edge
03. Through Eyes Of Glasses
04. Forbidden Evil
05. March Into Fire
06. Feel The Pain
07. As Good As Dead
08. Follow

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