Forbidden (Craig Locicero)
In vista del ritorno discografico dei Forbidden siamo stati raggiunti telefonicamente dal leader della band, il chitarrista Craig Locicero. Buona lettura.
Articolo a cura di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 09/11/10

Ciao Craig, innanzitutto grazie mille della tua disponibilità. Devo ammettere che sono un po’ emozionato. Vi ho amato molto da ragazzo e ora sono proprio curioso di parlare del vostro nuovo album “Omega Wave”.


Grazie mille del caloroso benvenuto e mettiti comodo, abbiamo mezz’ora per parlare di tutto quello che vuoi.


Dopo tredici lunghi anni siete finalmente tornati con un nuovo disco. Quando  avete capito che era arrivato il momento giusto per registrare un nuovo album?


L’ho capito un po’ di tempo fa anche se in realtà non era una cosa legata all’idea di incidere un nuovo disco. Quando abbiamo pensato ad una possibile reunion l’idea era quella di riunire i membri originari della band giusto per fare un po’ di concerti, per divertirci e per capire se anche dopo così tanto tempo potevamo dire ancora la nostra. Purtroppo però molti dei ragazzi ora hanno una vita ricca di impegni, mentre altri non erano più interessati alla musica. Siamo comunque riusciti a organizzarci con nuovi musicisti e da li siamo partiti per respirare un po’ l’atmosfera dei concerti. Quindi puoi capire che il progetto originariamente non prevedeva che mi mettessi a scrivere nuovo materiale, però poi è maturato tutto nel corso del tour fatto nel 2008 e 2009. Eravamo talmente euforici che la volontà di tutti era quella di tornare a fare album… il problema è che non avevamo nemmeno un brano pronto (ride, ndm). Quindi mi sono caricato l’impegno sulle spalle, ero ricco di ispirazione e poi quando sei così carico diventi un fiume di idee e siamo così giunti alla stesura di Omega Wave  che,  per quanto complesso, è nato in maniera molto semplice e spontanea ed eccoci qui.


Senza dubbio Omega Wave è un gran disco anche se devo ammettere che al primo ascolto mi aveva molto spiazzato. Personalmente mi aspettavo un ritorno alle sonorità che vi hanno resi celebri alla fine degli anni ottanta, ma devo ammettere che dopo molti ascolti lo posso considerare tra i migliori prodotti in campo thrash di quest’anno. E’ ricco di ritmo, di aggressività, di idee. Come mai questa scelta coraggiosa? Non era più facile ricollegarsi direttamente alle sonorità passate?

Wow grazie, non sai quanto mi rendono felici le tue parole. Beh ovviamente quello che si aspettano i fan è chiaro e si sa che si aspettano sempre un qualcosa legato agli anni d’oro della band. Io rispetto molto queste idee, ma chiederci di suonare come negli anni ottanta sarebbe come chiedere ai Metallica di riesumare le sonorità di Kill’em All. Sono passati molti anni e siamo cresciuti come artisti e come persone e sono cambiate le fondamenta su cui costruire la nosta musica. Abbiamo semplicemente cercato di fare un disco che ci rappresentasse. Adoro tutt’oggi l’heavy metal, ma ascolto di tutto e volevo condensare tutte queste esperienze in Omega Wave, però portandole all’estremo con un disco più melodico, più aggressivo e più profondo.

 

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Ho parlato di semplicità perché molte band dopo una reuinion hanno preferito un prodotto “facile” piuttosto che coraggioso.  Comunque dove ammettere che la tua capacità di scrivere riff aggressivi è rimasta immutata anche se il tutto si basa su di un impianto molto più tecnico e complesso. In tal senso cambierà qualcosa durante le esibizioni dal vivo? Mi riferisco alla maggior difficoltà esecutiva ed alle atmosfere.


Al momento non ci penso. La cosa principale che mi stava a cuore era legata al fatto di fare un disco ispirato e che mi piacesse. Per il futuro vedremo, anche se la nostra attitudine non potrà cambiare. Siamo musicisti professionisti e abbiamo fatto della musica la nostra vita, quindi non ci preoccupiamo, tutto avverrà con molta naturalezza e i nostri live saranno esplosivi come sempre.


L’album è ricco di grandi pezzi, senza nemmeno un filler. Tra i brani migliori non posso non citare “Forsaken At The Gates”, l’accoppiata “Chatter” – “Dragging my Casket”, “Overthrow” e “Hopenosis”….


Hai detto che uno dei tuoi pezzi preferiti è “Chatter”?


Si, confermo.


Nessuno fino ad or a lo aveva mai citato e mi fa molto piacere che ti piaccia, si vede che hai una mentalità molto più aperta degli altri.


A dire il vero vengo spesso additato come un defender però devo ammettere che anche se molti la possono considerare una sorta di intro, trovo che “Chatter” abbia un ruolo fondamentale nel disco. E’ un brano di rottura che porta ad una dimensione musicale diversa rispetto ai primi brani.


Complimenti, non posso aggiungere altro (ride, ndm)


Comunque la domanda che ti volevo fare è questa: qual è il brano del disco che secondo te
rappresenta al meglio la musica dei Forbidden?


E’ difficile sceglierne una perché credo che ogni singolo brano abbia aspetti interessanti e molto originali che la rendono unica, ma comunque legata alle atmosfere generali dell’album e, anche se non si tratta di un concept, è una sorta di puzzle dove ogni canzone è al posto giusto. Se devo dire il brano che preferisco è probabilmente “Dragging my Casket” in quanto racchiude tutti gli elementi che caratterizzano la nostra musica. Possiamo dire che in questo senso è il brano più completo. Ha un riff molto aperto ed è melodica, ma non per questo ci siamo fatti mancare passaggi più interessanti ed aggressivi.


Ora vorrei fare un salto nel passato. Come è stato vivere la scena thrash degli anni ottanta, specialmente in California?


E’ stato grande. Gli anni ’80 sono stati qualcosa di incredibile, così ricchi di idee e di entusiamo. Un momento irripetibile che ormai però fa parte del passato. La nascita del thrash è stato un evento incredibile che ha rilanciato l’intero genere heavy metal. Purtroppo la spinta innovativa è stata talmente forte che all’inizio degli anni novanta molte band si sono perse, senza più stimoli ed idee.

 

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Recentemente c’è stato un grande ritorno del thrash, con molte band storiche tornate in voga seguite da moltissime band emergenti. Come mai questo ritorno?


E’ una situazione un po’ complessa. Ci sono alcune band che sono tornare alla grande, con dischi convincenti e soprattutto una sana carica. Però ci sono altri casi in cui sono rimasto deluso, probabilmente è una questione di motivazione e la differenza tra una band che è tornata per denaro ed una che è tornata per passione risulta evidente. Non puoi tornare senza ispirazione solo per rivivere le glorie del passato. O meglio, puoi anche farlo, ma una cosa del genere è destinata a durare poco.


Ho visto sul vostro sito che avete in programma un lungo tour negli States ed in Canada. E per quanto riguarda l’Europa?


Non ti preoccupare che veniamo! Il tour europeo è previsto a partire da marzo, ma lo stiamo ancora definendo, poi sicuramente torneremo in estate per i festival. L’idea è di venire in Europa almeno tre volte l’anno prossimo quindi ci saranno molte occasioni per vederci dal vivo.


Bene Craig, per me è tutto. Ti ringrazio di tutto il tempo che mi hai concesso e lascio a te l’ultima parola se vuoi dire qualcosa ai vostri fan italiani.


Innanzitutto grazie per averci aspettato tutto questo tempo e speriamo di essere riusciti a regalarvi un grande album! Ascoltatelo con attenzione e sono certo che vi piacerà. Ci vediamo presto! Ciao (in italiano, ndm).




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