Blackguard
Profugus Mortis

2009, Nuclear Blast
Folk Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 13/04/09

Secondo disco, o meglio dire primo, per i canadesi Blackguard. Si, perché i più attenti di voi avranno riconosciuto nel nome dell’album il vecchio monicker della band.
Fresco di passaggio d’etichetta alla Nuclear Blast, il combo nordamericano ha tempestivamente cambiato il proprio nome, onde evitare futuri disguidi con alcune band che ricordavano, nemmeno troppo velatamente, il nome originale “Profugus Mortis”.
Rassicuro subito i fan dicendo loro che l’unica cosa ad essere cambiata è proprio il nome. Per il resto, i Blackguard sono rimasti sempre gli stessi, sia per quanto riguarda  la formazione, sia per quello che ne concerne la musica.

Fautori di quell’Epic-Folk Metal che ormai sta spopolando un po’ ovunque, i nostri si sono evoluti, andando a creare una sorta di mix musicale attingendo a filoni metal di chiara ispirazione death, black e power. Chiari riferimenti a band come Equilibrium, Korpiklaani, Children of Bodom ed Alestorm sono disseminati in tutto il lavoro.
L’album è composto da nove tracce, e la produzione è di alti livelli.

Tutte le canzoni sono molto cadenzate ed energiche, partendo dalla splendida “This Round’s On Me” alla grintosa “I Deamon”. Lo screaming, graffiante (alexi laiho docet), si alterna a veri e propri guttural sound, le chitarre al fulmicotone seguono impazzite l’onnipresente tappeto di doppio pedale e il tutto viene condito dal gioioso e “birraiolo” synth fisarmonico.
Il vero problema dell’album la poca ecletticità dei suoi brani. Presi singolarmente sono sostanzialmente di pregevole fattura ma, uniti in sequenza nello stesso cd, perdono di efficacia ed efficienza traccia dopo traccia.
Insomma, nell’attesa di qualcosa di più vario, quest’album va bene per riempire le pause di dieci minuti (due canzoni) all’interno della nostra giornata.



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