Brodequin
Methods Of Execution

2004, Unmatched Brutality Recordings
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 28/03/09

Seguendo scrupolosamente il comandamento predicato dalla casa madre Unmatched Brutality, ovvero Faster, Sicker, Better (sante parole...), i Brodequin ritornano dopo Festival of Death con una versione ancor più cruenta, efferata e bestiale della mazzata inflitta tre anni prima. Methods of Execution è semplicemente il classico massacro in stile Brodequin in cui tutti gli elementi caratteristici del sound della band vengono amplificati, estremizzati e portati all'eccesso.

Una direzione ancor più brutale che non pregiudica la splendida riuscita di Methods of Execution, anzi, che pone invece il sigillo a una discografia in continua ascesa. In un genere in cui ad andare sempre più veloci sono capaci quasi tutti, i Brodequin si distinguono per ispirazione, feeling, abilità compositive, esecuzione strumentale, per la capacità di sapere esattamente dove lasciarsi andare alla brutalità più sfrenata e dove piazzare il rallentamento spezza collo, la scarica supersonica di doppia cassa, il break assassino per dare maggior respiro al brano, il grugnito paludoso, e le continue e instancabili variazioni del riffing. Il terzetto di Knoxville demolisce, tritura, abbatte qualsiasi cosa gli si ponga dinnanzi, grazie al lavoro mostruoso del nuovo batterista Jon Engman, così veloce e preciso da far impallidire il pur bravo predecessore Chad Walls (e almeno il 90% dei batteristi estremi), e alla solita devastante performance dei due fratelli Bailey, Jamie a porre a serio rischio la propria laringe e Mike a creare un muro sonoro invalicabile e in continuo movimento.

La solita passione per temi cruenti come le torture medioevali imperversa anche in Methods of Execution, con ogni canzone incentrata su un particolare "metodo di esecuzione" (con tanto di illustrazioni a margine), descrivendo procedure non meno violente di quelle descritte in Festival of Death. Partendo dall'opener Slaves to the Pyre (di cui è stato girato anche un video disponibile all'interno del cd) si è subito investiti da una furia incontrollabile, che viene resa molto bene da una produzione sporca ma perfettamente indicata per un disco del genere, corposa nei suoni, caotica al punto giusto ma ben bilanciata. Andare ad esaminare le tracce di Methods of Execution sarebbe inutile, dischi del genere vanno ascoltati tutti d'un fiato, senza badare troppo alla variabilità dei brani o al livello di innovazione inserita all'interno; ma questo gli appassionati lo sanno bene... Basta la personalità dirompente dei Brodequin ad elevare allo stato dell'arte schegge del calibro di The Red Theatre, Pressing To Plead, dall'attacco spettacolare, in cui si delineano facilmente i vari livelli di brutalità sprigionati dalla musica degli americani, con un crescendo spaventoso fino all'esplosione condita da un grugnito animale "amorevole", Lingering Existence, un vero e proprio massacro (parole più tecniche non riesco a trovarle), o la nona Verdrinken, in cui forse si incontrano i blast-beat più veloci dell'intero disco (ma potrei pure sbagliarmi eheh...). Insomma in Methods of Execution la qualità e l'intransigenza sonora è così elevata da far rimanere a bocca aperta in svariati passaggi, imbarazzati davanti a tanta cieca violenza, che sembra non affievolirsi minimamente ascolto dopo ascolto.

Un disco dunque che racchiude una delle forme più sublimi di come si dovrebbe suonare brutal nella maniera più estrema possibile, riuscendo a porre un marchio di fabbrica ad un sound che non inventa nulla di nuovo ma che diventa unico ed inimitabile al tempo stesso. In fin dei conti il massimo risultato che un album del genere può ottenere. Capolavoro.

"Torture, a penalty in itself, as a prelude to execution."



1. Slaves to the Pyre

2. The Gridiron

3. The Red Theatre

4. Pressing to Plead

5. Tyburn Field

6. Durance Vile

7. Lingering Existence

8. Cast into Torment

9. Verdrinken

10. Punishment Without Mercy

11. Methods of Execution

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