Project Pitchfork
Dream, Tiresias!

2009, Trisol
Industrial

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 21/05/09

La label tedesca Trisol è oramai una garanzia in fatto di proposte di prim’ordine per quanto riguarda le forme più industrializzate ed elettroniche dell’arte musica, ed il fatto di distribuire l’11mo album in studio dei Project Pitchfork è un chiaro segnale della serietà dell’etichetta.
Questo perché i Project Pitchfork si possono tranquillamente definire i pionieri di quella scena tedesca di industrial esplosa poi con i Rammstein, certo, ma anche con altri gruppi assolutamente validi quali, ad esempio, gli Eisbrecher.

Dream, Tiresias!” è un album che ci presenta 10 sogni di oscuro silicio, un puro distillato di darkwave anni ’80 che, nel vocione roco, drammatico e potente di Peter Spilles, trovano il veicolo ideale per produrre esattamente quello che ci si aspetta da una formazione di questo tipo.
Sia chiaro: poiché i padri della scena germanica sono proprio i Project Pitchfork, la cosa non sarebbe eccessivamente negativa, tuttavia…avete presente quando disponete di un gradevole aroma, ma è troppo concentrato ed arriva presto a saturare l’ambiente, creando quindi un indesiderato effetto di soffocante claustrofobia?
Ecco, è esattamente ciò che succede con questo album: canzoni che non durano mai meno di 5 minuti, tutte molto simili tra loro eppure in un qualche modo diverse, certo, ma non quel tanto da conferire una personalità precisa a ciascun sogno.
Insomma, a differenza dei Rammstein (tanto per tirarli nuovamente in ballo), che sanno diluire l’aroma con innesti di metal, orchestra ed influenze varie da altri generi che li rendono, appunto, interessanti e fruibili da un vasto pubblico, i Project Pitchfork presentano questo quadro definito, chiuso e tedesco di marziale musica elettronica che non lascia davvero alcuna via di scampo.

Sono giusto un attimo più ariose, e quindi forse più godibili per un pubblico non abituato a certi tipi di sonorità, il singolo “Feel!” (e non potrebbe essere altrimenti, visto che è singolo) e l’oscura sacralità di “An end”.
Tutto il resto, invece, prosegue indistinto in una matassa eccessivamente prolissa all’orecchio del profano non avvezzo a nutrire la sua cultura musicale con certi tipi di sonorità.

Un album quindi assolutamente non per tutti. Gli estimatori della scena sono pregati di prendere la gambetta all’insù di quel “6” presente nella valutazione finale ed abbassarla ad un “9” con la mia assoluta benedizione: perché un prodotto così genuino lo stavate aspettando da molto.
I fan della band, invece, troveranno nuovamente quella gradevole conferma che consente ai Project Pitchfork di mantenere la loro meritata fama.



01.If I Could (first dream)
02.Nasty Habit (second dream)
03.The Tide (third dream)
04.Promises (fourth dream)
05.An End (fifth dream)
06.Your God (sixth dream)
07.Feel! (seventh dream)
08.Full Of Life (eighth dream)
09.Darkness (ninth dream)
10.Passion (last dream)

Bonus-Tracks:
11.Feel! - [:SITD:] Remix
12.Feel! - Remixed by NOISUF-X
13.Feel! - DIE KRUPPS Remix

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