Dying Fetus
Killing On Adrenaline

1998, Morbid Records
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 28/03/09

Il 1998 non era certamente un periodo felice per il death metal americano e mondiale. I grandi act della prima parte del decennio avevano interrotto da un pezzo di produrre capolavori a raffica, altri erano giunti a un tragico capolinea, e la scena registrava un preoccupante stagnamento, sorretta unicamente da band più o meno valide che non riuscivano a raccogliere i successi che sicuramente gli sarebbero stati attribuiti se solo fossero esplose nel periodo d'oro. Ma non tutto era perduto, giovani musicisti stavano ponendo le basi per un nuovo folgorante corso, ripartendo dalle radici più violente del genere, facendo proprie ed estremizzando ulteriormente le lezioni impartite dai "big", dando vita a una scena che rimarrà sempre entro i confini dell'underground, ma che fu importantissima nel colmare il periodo di assenza dell'ultima parte degli anni 90.

In questo sottobosco di band emergenti stavano (e stanno tutt'ora, purtroppo) i Dying Fetus, giunti con questo Killing On Adrenaline al secondo full-length. Una band che ha dimostrato di possedere sin dagli esordi una personalità fortissima, definendo un modo di concepire il brutal che ha pesantemente influenzato i numerosissimi proseliti che da qualche anno a questa parte stanno saturando il panorama estremo. Uno stile che si mantiene inalterato da più di dieci anni, e che di volta in volta stupisce per fantasia e capacità tecniche, un immobilismo sonoro che non tende ad autocompiacersi (grande piaga del death odierno) ma a perfezionarsi sempre più.

La ricetta vincente dei nostri rimane un marchio di fabbrica ineguagliato di brutal death fatto di riffoni cadenzati dal groove incontenibile, ovvie ripartenze a tutta velocità, con importanti commistioni hardcore e thrash metal, unite a una padronanza strumentale e compositiva di prim'ordine, in grado di rendere i brani estremamente coinvolgenti e catchy, nonostante la violenza riversata a fiumi. Killing On Adrenaline è un disco che mantiene ancora il fascino del prodotto underground, con chitarre ribassate e sature, con il caratteristico suono secco del rullante e un basso bello pieno. Un feeling che purtroppo si è perso con i seguenti album dopo il grande salto su Relapse, che ha permesso alla band produzioni praticamente perfette, mettendo in risalto i progressi strumentali di cui sono stati capaci questi musicisti.

Da quale lato vogliate osservare la medaglia, potete star sicuri della qualità della musica che i Dying Fetus regalano ad ogni uscita, noncuranti dei cambi di lineup che hanno costantemente falcidiato l'integrità della band, con il solo John Gallagher a fare da collante per i nuovi arrivati. Il capolavoro assoluto arriverà con il successivo Destroy the Opposition, ma in Killing On Adrenaline le premesse per un disco col botto c'erano tutte, bisognava solo dare tempo al tempo. Infatti in quest'album si possono apprezzare diverse soluzioni ritmiche verranno perfezionate due anni più tardi, sciorinando brani praticamente perfetti come la coppia iniziale Killing On Adrenaline e Procreate The Malformed (quasi una suite coi suoi interminabili sette minuti di continue variazioni una più bella dell'altra), entrambi molto complessi nelle strutture ma incredibilmente accattivanti. Tra sweep picking, blasting libidinosi, e tecnicismi vari, si alternano frangenti dalla carica devastante in Fornication Terrorists, We Are Your Enemy e Intentional Manslaughter, con le ugole gutturali di Gallagher e di Jason Netherton a darsi il cambio di continuo, senza rinunciare a brani più semplici e diretti come Kill Your Mother / Rape Your Dog e Judgement Day.

Il drumming di Kevin Talley non ha ancora raggiunto i livelli mostruosi di Destroy the Opposition (fornendo comunque una prova di tutto rispetto), così come le chitarre di Gallagher e Brian Latta sono ancora un po' grezze rispetto a quanto sapranno fare in seguito -Latta però abbandonerà la band subito dopo la pubblicazione dell'album-, ma questo non toglie nulla a un disco di fattura superiore, studiato minuziosamente in tutti i dettagli, complesso, violentissimo, e per giunta "orecchiabile". Un disco dei Dying Fetus insomma...dovrebbe bastare questo a dire tutto.



01. Killing On Adrenaline

02. Procreate The Malformed

03. Fornication Terrorists

04. We Are Your Enemy

05. Kill Your Mother / Rape Your Dog

06. Absolute Defiance

07. Judgement Day

08. Intentional Manslaughter

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