Bluvertigo
Pop Tools (Alcune Fasi e Forme D'onda)

2001, Sony
Pop Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 13/10/09

Diciamoci la verità: la musica dei Bluvertigo è proprio come le attuali critiche da giudice del loro frontman Morgan all’interno di X-Factor. Così come Morgan, durante il celebre talent show di Raidue, è capace di lucidissime e sagge analisi, traboccanti di geniale intuizione e di cultura, altrettanto spesso si lancia in iperboli criptiche, sterili ed inutilmente polemiche.
Allo stesso modo è la musica che si ritrova puntuale in ognuno dei tre album della corrente discografia dei Bluvertigo: in ogni loro cd ci sono canzoni di uno splendore assoluto, alternate a momenti piuttosto interlocutori o eccessivamente celebrali.

Nel momento in cui, però, si decide di riunire in un Greatest Hits celebrativo gli episodi più convincenti della discografia di una band con tali presupposti, ecco che nasce l’eccezionalità assoluta di un disco testimone di una formazione che, nel bene o nel male, ha attraversato come una meteora il panorama del pop/rock alternativo italiano, forse segnandolo per sempre.
Probabilmente a molti parrà esagerata la valutazione e la celebrazione a top album di questo “Pop Tools (Alcune Fasi e Forme D’onda)”, quindi lasciate che spieghi le mie ragioni in, spero, pochi punti.

Innanzitutto, questo Greatest Hits è perfetto nella compilazione della scaletta, e se mi avreste chiesto di farvi una selezione del meglio del meglio dei Bluvertigo, io praticamente ve l’avrei fatta uguale a questo cd (con l’esclusione forse di “Cieli Neri”, troppo lagnosa e convenzionale per essere Bluvertigo – nonostante rappresenti forse uno dei loro maggiori successi commerciali).
Come dite? E’ un motivo stupido per assegnare un top album? Ok, allora lasciatemi tradurre il concetto in “critichese”: la selezione operata su questo album è geometricamente e matematicamente perfetta. 4 brani da ciascun cd, con ogni capitolo discografico a mostrare la sua netta personalità: dall’influenza più rock ed acustica dell’inizio di “Acidi E Basi”, fino alla personalissima rilettura della band milanese di tutto il movimento New Wave anni ’80 con “Zero”, passando nel mezzo al synth-pop di pregevole fattura di “Metallo Non Metallo”.

E’ un top album perché i Bluvertigo sono (o sarebbe meglio dire “sono stati”? Mistero…) un caso decisamente unico nel panorama musicale italiano: Morgan oramai, bene o male, abbiamo imparato a conoscerlo tutti grazie alla televisione, ma la sua vulcanica personalità ed il suo estro creativo erano già in piena esplosione…anzi, forse mai così fulgidamente espressi come nel periodo Bluvertigo da parte dell'eccentrico artista. Di Morgan sono meravigliosi i testi profusi in queste canzoni, queste sue analisi socio-esistenziali dalla metrica sciolta e libera, tutte elaborate in prima persona (contate quante volte sentite la parola “io” durante l’ora di durata di questo lavoro, e rimarrete stupefatti), tuttavia anche un pretesto per partire improvvisamente verso iperboli universali dalla forte impronta Battiato in cui, bene o male, ci ritroviamo tutti, rimanendo spesso spiazzati dalla potenza delle sue parole (“E finché sarò in vita, la mia morte sarà un sovrappensiero”, “Io vedo che se fossi meno intelligente e anche molto più freddo, sarei più quieto nei nervi e nella mente”, “Molto spesso una crisi è tutt’altro che folle è un eccesso di lucidità”: sono solo alcune delle perle che vi attendono copiose in questo album).
Tutto questo viene stemperato nel sax e nel sintetizzatore dell’amico di sempre Andy, il cui apporto fondamentale permette di tenere a bada l’estro eccessivamente autoriale di Morgan (lo stesso che, oggi, non gli consente come solista di spiccare il volo dal punto di vista commerciale come fu, invece, nell’epoca Bluvertigo), disperdendo il tutto in un vortice irresistibile di elettronica ironia (“Fuori Dal Tempo” è forse una delle canzoni più sinteticamente glam mai partorite in Italia, per non parlare dell’insofferenza tutta rock di “Iodio”, piuttosto che della trance di “Altre F.D.V.”).

Ritengo davvero unica la proposta dei Bluvertigo, e questa raccolta un’occasione per possedere, a poco prezzo ed “ingombro”, un frammento pulsante di una realtà cantautoriale italiana che, tristemente, forse non è destinata a tornare. Ed è davvero un peccato, perché il potenziale che la band aveva ancora da esprimere era notevole, e per capirlo basta ascoltare uno dei due inediti qui presenti, quella minimale “L’Assenzio (The Power Of Nothing)” che, letteralmente, esplode in un loop malinconico di sconcertante intensità e desolazione nel ritornello, lasciando intravedere un futuro roseo per la band che, purtroppo, non è mai arrivato, con gli attuali membri troppo dispersi e distratti su altri progetti.

Ma speriamo sinceramente di vederli tornare quanto prima, perché Morgan ho capito che sei bravo e senza di te X-Factor non sarebbe la stessa cosa, perchè Andy hai ragione che i tuoi quadri di pop-art vanno alla grande, ma qui c’è anche gente che da voi aspetta un ritorno in grande stile nella forma d’arte Musica.

Nel frattempo, inganniamo l’attesa mediante l’ascolto di questo Greatest Hits.

...ti piacciono le riviste di meccanica?
Hai paura della morte?...




01. Comequando
02. Iodio
03. L.S.D. La Sua Dimensione
04. Decadenza
05. Complicità (Here Is The House)
06. Il Mio Malditesta
07. Fuori Dal Tempo
08. Cieli Neri
09. Altre F.D.V.
10. La Crisi
11. Sovrappensiero
12. Sono=Sono
13. Zero
14. L'assenzio (The Power Of Nothing)

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