Ne avevamo ampliamente discusso all’interno di uno speciale pubblicato qualche mese fa, articolo che avevo considerato necessario dopo l’ascolto in pre-produzione di alcuni dei nuovi pezzi firmati Mandragora Scream, brani che avrebbero completato lo studio album “Volturna”.
Li abbiamo quindi giudicati, in quella che deve essere considerata a tutti gli effetti una nuova veste per il gruppo italiano, un incrocio tra Rammstein e The Vision Bleak nell’accezione più groovy & vampiresca, e ora che abbiamo tra le mani il neonato non ci resta che andare a confermare o smentire quanto di buono è stato evidenziato in occasione dello studio report.
IL CONCEPT
Londra, 1805. Varnya è una vampira colta improvvisamente da cecità, forse conseguenza dell’immenso dolore per la scomparsa prematura del padre “Lui”, un senso di vuoto che l’avvolge giorno dopo giorno. Decide perciò di recarsi a Sovana, un paesino italiano circondato da una foresta incantata, il viaggio per incontrare la Dea Delle Eclissi, Venihan, nei pressi del lago dei segreti Mesmer e conoscere il motivo della sua sofferenza. La perdita della vista e di suo padre sono il risultato del cambiamento del suo destino, che potrà invertire solo a caro prezzo: accettando di uccidere l’amore della sua vita, il giovane Moldan. Varnya approva mestamente, straziata dal dolore torna a Londra ma una notte, durante un'eclissi di Luna, la Dea del lago torna e le porge tra le mani un neonato: “Prenditi cura di lui, sarà il tuo futuro, il tuo infinito, non portarlo mai sotto la luce del sole… Nutrilo con lacrime di sangue perchè è il tuo destino…”. Il suo nome è Volturna.
IL DISCO
"Volturna" non si erige su composizioni complesse, le sue strutture sono piuttosto semplici, il contesto sonoro è personale ma non può essere definito del tutto originale. Qual è, allora, la chiave di lettura che gli ha permesso di diventare il nuovo Top Album di SpazioRock?
"Volurna" è atmosfera allo stato puro: cruda, nebbiosa, malinconica, lugubre, inquietante. Il disco gira attorno a una produzione da favola unita a un groove irresistibile, un’ode sperticata al mondo dei vampiri che non è mai stato così credibile, merito anche degli intrecci vocali ad opera di Morgan Lacroix e di Terry Horn che aumentano la sensazione di trovarsi davvero nel buio anfratto di un luogo spettrale. I brani che spiccano, a mio modo di vedere, sono quelli che ammettono un riff portante di chitarra elettrica, mi riferisco ad “I’m Goin’ Alone”, “A Chance From Him”, “Killin’Game”, “Nails” e a “The Calling from Isaia”, appoggiati sempre e comunque da un sezione elettronica intrisa di melodia. La matrice distorsiva e le pennellate elettroniche però non bastano; le orchestrazioni, gli inserti di violino, di cembalo e soprattutto di pianoforte, perfezionano una sinfonia dopo l’altra aiutando a definire un mondo interamente popolato dai vampiri.
Tocchi di classe anche nel finale, con due cover ultra-personalizzate di “Bang Bang” (Cher) e “Fade To Grey” (Visage) prima dell’outro recitata “Heartbound Eve”, pezzo che si ricollega opportunamente all’intro “Lui”.
IL VERDETTO
"Volturna" è il coraggio di osare, un universo ed un atteggiamento del tutto nuovi per un gruppo di cui credevamo di aver perso traccia. Il tour europeo con The 69 Eyes, dopo un disco del genere, è del tutto meritato, e oggi i Mandragora Scream sono consapevoli dei propri mezzi: è il momento giusto per guardare oltre l’orizzonte. Se vi piace il dark, se vi piace l’ambientazione gotica e se vi piacciono i miti e le leggende sui vampiri, beh, non fatevelo scappare per nessun motivo.