The Fire
Abracadabra

2009, Valery Records
Alternative Rock

Vediamo cosa Olly, ex-voce degli Shandon, ha saputo tirare fuori dal suo magico cilindro...
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 23/12/09

I The Fire, creatura tutta italiana – ma dall’ampio respiro internazionale – formata dalla fusione tra la voce degli ex-Shandon e Madbones, giunge con questo “Abracadabra” alla tanto attesa prova del fuoco: il secondo album in studio.

Concedetemi un attimo di dietrologia: i The Fire nascono nel momento in cui Olly, celebre voce della storica ska/punk band Shandon, decide di formare una nuova realtà musicale che non avesse nulla a che fare col punk, perlomeno non nella sua forma… tipicamente “Shandonesca”. La premessa fondamentale viene più che mantenuta anche in questo secondo parto discografico (e, quindi, i vecchi fan degli Shandon si mettano l’animo in pace sin da adesso), anche se è difficile, all’inizio, riuscire a vedere l’album per quello che è, tratti come siamo in inganno da una circense introduzione, cui seguono una titletrack dal forte sapore Rob Zombie ed una “Wasted” che ricorda lo sleaze degli Hardcore Superstar (anche se lo screamo di Olly già ricorda il suo passato punk). Poi eccola, la cover di “New York” di Liza Minelli e Frank Sinatra, divertente anche se non necessaria, e da lì in poi “Abracadabra” rivela, finalmente, la sua vera identità: quella di un album emo-core.

Ecco, io già so che qui molta gente comincia a storcere tutto quello che è possibile storcere sul proprio volto; aspettate, non abbiate fretta. Olly ed i Madbones non sono affatto degli sprovveduti, militano nella musica da oltre un decennio oramai, quindi quello che sono arrivati a produrre è sì un album fortemente emozionale (ascoltate anche solo la ballad “Seet Enemy” per capire esattamente quanto), ma non in senso teen “MTV-friendly”. Piuttosto, in senso direi…adulto ed originario. C’è del grande mestiere ed esperienza profusa in quest’album, cosa che si traduce in canzoni assolutamente energiche e convincenti come “Scars” (con una progressione musicale e lirica sul ritornello da brividi), piuttosto che “Walk” – che piacerebbe con ottima probabilità ai Nickleback – o “Yvonne” – che convincerebbe di sicuro Dave Grohl a fare nuovamente punk rock. Su tutto, una perizia e pulizia di esecuzione strumentale di tutta la band, con anche assoli chitarristici certosini e sorprendenti.

Insomma, è davvero un peccato vedere questo album occasionalmente perdersi in episodi poco convincenti (come la fiacca “Lady Motorcycle” che tenta di essere inutilmente hard rock), quando non scontati e banali (il ritornello e lo svolgimento di “Bohemian Burlesque”, oppure il singolo “Emily” o un’altra cover troppo sfruttata come “Small Town Boy” dei Bronski Beat). Peccati veniali, ad ogni modo... anche se è indubbio: con meno passi falsi, ci saremmo trovati di fronte a qualcosa di terribilmente significativo... Comunque, se vi sentite incuriositi dalla scena Emo-teen pop che va tanto per la maggiore, ma la ritenete troppo fiacca, artisticamente e musicalmente parlando, e cercate qualcosa di fortemente energico e rock che dia un grosso valore aggiunto ad un panorama spesso troppo glamour: “Abracadabra”, ed ecco che dal cilindro del mago è uscito questo cd, in risposta a tutte le vostre preghiere!



01. Never
02. Abracadabra
03. Wasted
04. New York
05. Bohemian Burlesque
06. Seet Enemy
07. Scars
08. Chevalier
09. Yvonne
10. Lady Motorcycle
11. My Fenestration
12. Walk
13. Emily
14. Smalltown Boy

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