Tristania
Ashes

2005, SPV
Gothic

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 15/01/10

Recensione a cura di Alessio Agostinis

 

Tristania: un nome importante nel circuito del gothic metal a doppia voce (comunemente detto "Beauty and The Beast"), una fama dovuta ai primi due cd dei Nostri, "Widow’s Weeds" e "Beyond The Veil", che sono da ritenere i capolavori del gothic metal (assieme a "Velvet Darkness They Fear" ed "Aégis" dei connazionali Theatre of Tragedy), ma anche i due album che han causato la fine della corrente musicale stessa. I Tristania hanno avuto il merito, attraverso l’estro compositivo di Morten Veland, di dare alla luce due cd imprescindibili per il genere, che iniziano allo stesso tempo già a superarlo per alcune scelte compositive che possono essere ritenute azzardate. Bene, dopo questi due lavori, i Tristania, anche a causa dell’uscita di Veland dal gruppo, vengono pressocchè dimenticati da chi li aveva fino a poco prima sostenuti. I fan restano spaesati dallo sperimentalismo elettronico che permea "World of Glass", prima, e dall’approccio completamente diverso alla musica di "Ashes" (esaminato in questa recensione) poi. "Ashes" viene bollato come il più noioso e ripetitivo tra gli album dei Tristania, a causa di alcuni cambiamenti stilistici che i fan della prima era non apprezzano.  

In realtà, la parola giusta non è  “noioso”, bensì “diverso”. "Ashes" prosegue la via sperimentale già iniziata con "World of Glass", in maniera diversa e più radicale. L’oscuro decadentismo degli esordi non c’è più, nonostante persistano delle atmosfere antiche ed eleganti. In questo lavoro vengono esaltate due facce dei Tristania: quella più aggressiva e quella più melodica. Bastano le prime due canzoni per capire questo doppio sviluppo dell’album: da una parte c’è l’opener "Libre", spiazzante per l’attacco in growl e per il suo andamento perverso e psicotico che ben si rispecchia sia nelle lyrics del brano, sia nel video della canzone; dall’altra parte troviamo "Equilibrium", una canzone dall’atmosfera elegante e soffusa, che dell’aggressività della canzone precedente non ha nulla, tanto che sono assenti i grunts, scelta ben poco usata dai Tristania nella prima parte della loro discografia e che diverrà preponderante nel successivo "Illumination".   

La “noia” che molti decantano parlando di questo cd può essere compresa, ma non accettata, constatando delle novità nelle composizioni. Innanzitutto, c’è la grande assenza del violino di Pete Johansen, sostituito in alcune tracce dal violoncello di Hans Josef Groh. Inoltre si nota un certo “alleggerimento” delle chitarre, soprattutto a favore delle tastiere, scelta che provoca, da una parte, una maggiore atmosfericità del lavoro; dall'altra si nota un certo senso di tranquillità perenne che alla lunga rischia di diventare noioso. Il pericolo comunque è scongiurato, in quanto si alternano perfettamente pezzi più oscuri e psicotici (oltre alla suddetta "Libre", anche "Circus", che crea una sensazione surreale nel finale a causa dei sintetizzatori) e canzoni più atmosferiche e limpide, come "Cure". I pezzi più riusciti, a parte le canzoni d’apertura, son sicuramente quelli in cui queste due componenti si amalgamano, creando climax di straordinaria intensità, come la disperazione crescente di "Shadowman", o la dannazione di "The Gate" (bonus track della versione digipack), perfettamente esemplificata dall’arpeggio di pianoforte, o la solitudine di "Bird".  

Da notare infine sono le lyrics, che si dimenano tra parentesi più poetiche (esemplare è il "there is an hole in my chest / where my heart used to be" di "Bird") e parti più grottesche, perverse e dirette, come nel finale di "Libre" ("Every bullet hole in our holy town / is an orifice for me to rape / every woman slain is my whore").

Per concludere, questo cd è consigliatissimo a chi riesce a entrare nel lato emozionale e d’atmosfera di questo lavoro, veramente ben curato. I puristi del gothic metal, invece, si tengano alla larga. Il gothic metal non è più di casa qui: qui c’è solo musica raffinata, per ascoltatori attenti e cuori aperti.





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