La band americana, proveniente da Los Angeles, è giunta al debutto con l'album "Love Is Gone"; tuttavia, come potrete anche apprendere dalla videointervista, questi musicisti sono già attivi da circa un decennio e questo debut album rappresenta in un certo senso un sunto di quanto fatto sinora.
Il particolare che si percepisce già dai primi ascolti, è che i Dommin non sembrano affatto una band esordiente: tutti i brani sono ben costruiti, equilibrati e variegati, senza disperdere il messaggio di fondo che il fondatore della band, nonché chitarrista e cantante Kristofer Dommin, vuole lanciare, circa l'amore perduto e tutti i sentimenti e stati d'animo che lo riguardano. Inoltre, la voce di Kristofer costituisce uno degli aspetti più interessanti e gradevoli di quest'album: infatti, il cantante si destreggia cupo e graffiante tra i brani, mostrando sicurezza e scioltezza, senza così scadere nella cantilena fastidiosa di un amante probabilmente un po' troppo disperato.
Le canzoni proposte in "Love Is Gone" sono quindici, di qualità piuttosto uniforme, alquanto corpose e ricche di elementi dark e goticheggianti, di atmosfere eteree e malinconiche.
La prima traccia "My Heart, Your Hands" ne è un esempio interessante ed affascinante; si tratta di un brano decisamente rock e grintoso, accompagnato dal suono lento e mesto delle campane e sottofondi spettrali. "Dark Holiday" costituisce un altro ottimo esempio di atmosfere strane e cupe, dalle sonorità oserei dire tragicomiche e paradossali, per via delle tastiere che propongono un motivetto da siparietto comico, quando il tema proposto è tutt'altro che spensierato.
"Tonight", "Closure" e "New" sono brani più diretti ed aggressivi, dalle sonorità più rock ‘n' roll, ideali per un buon singolo. Una buona idea, sfruttata in modo saggio, è quella di aver messo tre brevi intermezzi "Evenfall Hollow", "Within Reach" e "One Eye Open", che fungono da introduzioni a tre canzoni del brano, e concedono un po' di respiro nell'atmosfera cupa e piovosa che si avverte in tutto l'album.
La fine dell'album è affidata ad un brano un po' diverso dagli altri, più elettronico ed etereo, "Honestly", dove il rock viene abbandonato per strizzare l'occhio - seppur in modo molto vago - ai Depeche Mode e alla suggestiva "Remember", affidata agli archi ed alle tastiere ed agli urli portentosi sfoggiati dal cantante.
La produzione è stata ben curata e questo ha garantito ai brani una buona dose di personalità ed una particolare varietà di sfumature. Sicuramente i Dommin hanno tirato fuori un buon debutto, con brani facilmente memorizzabili, accattivanti (senza mai scadere nello stucchevole) e ben strutturati. Confido in una loro ulteriore crescita e maturazione nel corso della loro carriera. Tutti coloro che tendono a prediligere brani strappalacrime e strazianti, con "Love Is Gone" non rimarranno di certo a mani vuote.