Fomento
Either Caesars Or Nothing

2009, Coroner Records
Thrash

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 02/02/10

Il violento muro sonoro degli Slayer e dei Lamb of God, unito alla ferocia del cantato hardcore: con questa miscela esplosiva i romani Fomento fanno terra bruciata intorno a sé e non lasciano prigionieri, conquistando anche chi, come il sottoscritto, non si considera certo estimatore dei gruppi e del genere sopra menzionato. Un debutto folgorante, prodotto alla meraviglia e interpretato in maniera impeccabile dai nostri quattro, che, per come suonano, sembrano essere quasi veterani e iper rodati musicisti con alle spalle caterve di album.

Dodici le tracce che compongono il presente “Either Caesars Or Nothing”, dodici violente cariche di falangi romane che impattano direttamente contro l’ascoltatore, che se non abituato a certi suoni, corre il rischio di esserne realmente travolto e di restare tramortito. Merito indubbio questo di pezzi dal forte impatto come “The Die Is Cast”, “Pandora’s Box”, “Kill Fashiocore” (crociata contro la moda “emo” del momento, che pare non voler proprio andar giù ai Fomento), “Welcome To The Brotherhood” (aperta da una disumana prestazione del batterista Matteo) e “Faithless”. Questi sono i brani per me più rappresentativi, ma sono convinto che anche tra i rimanenti ogni ascoltatore sarà in grado di individuare almeno altre due o tre canzoni rilevanti.

I punti di forza dell’album (violenza, immediatezza, grandi tecnicismi mai fini a se stessi) li ho detti, ma quali sono i punti deboli? “Either Caesars Or Nothing” mostra il fianco forse a una certa ripetitività di fondo nelle strutture impiegate dal gruppo: talvolta può capitare di avere un vago senso di dejavu, causato probabilmente dalla batteria serrata e dalle chitarre che tendono a incedere su melodie certe volte dissimili solo in qualche passaggio. Ciò non toglie poi tanto però alla qualità generale dei pezzi nella loro interezza, che comunque risultano tutti quanti ben distinguibili gli uni dagli altri.

Altro punto a sfavore (almeno dal mio punto di vista) è il tipo di cantato impiegato da Marco: un latrato continuo, un growl veloce e furioso di scuola  tipicamente HC. Ovviamente questo è un punto di vista personale (detto da uno che, lo ripeto, è lontano anni luce dall’hardcore), per questo ciò non andrà a inficiare sul voto che darò al lavoro dei nostri. Vero è però che una maggiore varietà nelle parti vocali avrebbe forse giovato alla fruibilità del disco, che non nego possa lasciare un po’ interdetti coloro che non sono abituati a questa impostazione canora. Se comunque si riesce a superare questa barriera (come nel mio caso, dopo diversi ascolti) ci si trova davanti a un disco che ti bombarda per quasi quaranta minuti ininterrottamente, lasciandoti alla fine le orecchie piacevolmente sanguinanti.

Lietissima sorpresa del 2009 da poco conclusosi, mi sento di consigliare caldamente l’ascolto di questo lavoro dei nostrani Fomento, una realtà sicuramente interessantissima e con ampli margini di miglioramento (sebbene questo “Either Caesars Or Nothing” si attesti già di per sé su livelli di gran lunga superiori a tante altre produzioni di artisti ben più blasonati). Onore a questi gladiatori romani quindi, che gli Dei possano essere loro sempre favorevoli come lo sono stati stavolta!





01.Hd0606b
02.The Die Is Cast
03.Pandora's Box
04.The 13th Demon
05.Kill Fashioncore
06.Welcome To The Brotherhood
07.Faithless
08.The End Of The Republic
09.Menticide
10.Cotard's Syndrome
11.The Egyptian March
12.Burial At Sea

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