Ivan Mihaljevic
Sandcastle

2009, Attic Room
Hard Rock

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 10/02/10

Questo giovane chitarrista e cantante croato sembrerà ai più sconosciuto, ma credetemi sulla parola, una volta sentito il suo primo album solista, "Sandcastle", la sua classe ed il suo talento non passeranno più inosservati. Pur essendo rimasto nell'ombra in questi anni, Ivan Mihaljevic vanta esperienze di tutto rispetto: ha suonato con il leggendario Les Paul negli U.S.A, ha collaborato con Billy Sheehan ed ha aperto i concerti di chitarristi del calibro di Paul Gilbert.


Dal guitar hero dei Mr. Big, il giovane croato ha preso certamente la freschezza delle melodie, dei riff di chitarra, molto impegnativi e ricercati, ma non per questo privi di vivacità. "Sandcastle", "Cascading Mirrors", la celestiale "Shimmering Karma", tra flauti e chitarre acustiche, e l'ottima "Questions In My Mind (Part I)" rappresentano al meglio la leggerezza ed al tempo stesso la complessità tecnica di ogni brano, senza però scadere nello stucchevole o nel logorroico, o peggio ancora, nell'auto esaltazione delle capacità di Ivan. Il croato, inoltre, non manca di omaggiare uno dei grandi compositori di musica barocca italiani, Antonio Vivaldi, proponendo una sua personale visione della "Primavera" (nell'album tradotta in inglese, "Spring"), che non tradisce la gaiezza della versione del violinista veneziano, aggiungendoci anzi in sottofondo la risata di un neonato, quale migliore espressione della vita che fiorisce.
"Macedonian War Song" e "The Road To Nowhere" sono due brani veloci e molto ritmati nei quali Mihaljevic fa sfoggio delle sue qualità di shredder, dimostrando di non avere proprio niente da invidiare ai maestri del genere. Un pregio non solo di questi brani, ma anche dell'album nel complesso, è che la durata media delle canzoni si aggira tra i tre, quattro minuti; solo "Cascading Mirrors" supera i sei minuti. Questo è un aspetto positivo, in quanto si evita di scadere nel ripetitivo e nell'esaltazione dell'ego del chitarrista, rischio peraltro altamente probabile quando si tratta di questo genere.
I lati più intimi e personali dell'artista emergono in "Friend", brano che parla del valore dell'amicizia, con una melodia decisamente accattivante e radio friendly, e nella suggestiva traccia "Raindrops", composta solo da chitarra acustica e piano, ideale da ascoltare in una giornata autunnale. A tutto questo, vi si aggiunge una produzione pulita e curata e persino una bella prova canora da parte del poliedrico e polistrumentista Ivan.


A volte i paesi più inaspettati ed insospettabili - la Croazia non è di certo un paese dove il rock od il metal sono diffusi! - tirano fuori dei talenti veramente cristallini ed imperdibili, ragion per cui invito tutti gli appassionati ed ascoltatori di hard rock, ma anche di musica progressive, a segnarsi questo nome ed a dare una possibilità a "Sandcastle" di Ivan Mihaljevic. Non ne rimarrete affatto delusi.





01. Sandcastle
02. Cascading Mirrors
03. Distant World
04. Bulldozer
05. Questions In My Mind (Part. I)
06. Hi-Tech Orient
07. Questions In My Mind (Part. II)
08. Spring
09. Empathy
10. Macedonian War Song
11. Friend
12. Shimmering Karma
13. The Road To Nowhere
14. Raindrops

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool