Mystical Fullmoon
Scoring A Liminal Phase

2010, Blackmetal.com
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 19/03/10

E’ un peccato che spesso in Italia, almeno in campo musicale, si sia più attenti a ciò che accade fuori dai nostri confini, dimenticandosi delle realtà che abbiamo in casa. Perché quando si tratta di un gruppo come i Mystical Fullmoon e di un disco come “Scoring A Liminal Phase” viene da chiedersi come mai questi ragazzi siano stati praticamente ignorati per quasi sedici anni, quando la qualità del loro operato è così buona. Difficile parlare con loro di “solo” black metal”: il suono dei nostri è un’unione ben più complessa di sonorità provenienti dal progressive, dall’industrial, e, se proprio vogliamo rimanere in ambito “black”, dall’avantgarde. In poche parole il trio non è affatto tradizionalista, ma adora sperimentare e variare umori all’interno de i propri pezzi. In effetti sono proprio loro stessi a affermare di partire dal testo, analizzandone il mood e ricavando dalle parole la musica, che per questo motivo non sempre (e non necessariamente) segue canoni ben precisi ma svaria continuamente: per intenderci, all’interno di uno stesso brano si può passare tranquillamente dalle violente sfuriate black a arpeggi malinconici che tanto mi hanno ricordato i nostrani Novembre, fino anche a toccare atmosferiche aperture tastieristiche di notevole spessore.

Data la sua natura composita e variegata siamo di fronte a un lavoro che necessita tempo per essere assimilato, e soprattutto mai come in questo caso abbisogna della versione originale: questo perché il booklet è più che mai parte integrante del disco, riportando i testi che, in questo modo, si lasciano assaporare rivelando un gran gusto poetico da parte di questi ragazzi, che non si limitano al solo inglese ma utilizzano tranquillamente anche l’italiano e il latino. Senza sfacciataggine o presunzione i Mystical Fullmoon confezionano dieci tracce di notevole spessore, non tutte fruibili allo stesso modo e della stessa caratura qualitativa, ma con tanti ottimi spunti che, nel loro insieme, mi fanno considerare “Scoring A Luminal Phase” un gran bel disco.

Gli unici appunti che posso fare sono relativi alla voce utilizzata da Gnosis, uno scream acido e malvagio che non sempre mi convince, alla spesso eccessiva lunghezza di certi brani, che, complice i continui cambi umorali che li caratterizzano, necessitano di molta attenzione onde evitare di perdersi al loro interno, e a un pezzo, “Daleth”, caratterizzato da frequenti intrusioni strumentali jazzate che, a mio modo di vedere, potevano anche essere evitate senza troppo inficiare sulla sua qualità complessiva. Sono comunque dettagli che tutto sommato vengono via via meno con il procedere degli ascolti, non intaccando il valore generale elle composizioni. La variabilità della struttura dei brani non è per forza un fattore negativo: di fatto è anche uno dei pregi del disco, perché, una volta entrati nel meccanismo, è come scoprire nuovi mondi all’interno di altri che già ti sembra di conoscere. E’ questo quello che ho provato ascoltando, per esempio, “As I Walk Along The Dark Paths Of My Soul”: dopo una prima metà ferale e tipicamente black si inizia a sprofondare in un nero abisso fatto di riff ipnotici, subdole tastiere e un cantato in clean profondo e impostato. Sembra quasi di essere al cospetto di un’altra canzone, che conserva certe linee della precedente, in alcuni tratti sembra addirittura cedere nuovamente il passo alla sua furia, salvo poi abbandonarsi a una chiusura melodicissima dal sapore onirico, epico e molto progressive.

Ed è con questa motivazione che mi sento di premiare altre due canzoni dal carattere simile a quella appena descritta, “Opening The Strine Of Janus” e la conclusiva “May Wisdom Bless My Path”, a mio avviso i tre momenti di maggior spessore di tutto il lavoro. Nel primo dei due brani citati si fa un largo uso dell’elettronica, che non risulta mai disturbante ma anzi lo arricchisce di un pathos e di un’atmosfera unici, inquietanti, malefici e al tempo stesso affascinanti, unita ovviamente alla consueta cattiveria del black.
La traccia conclusiva è invece una grandiosa summa di quanto i nostri ci hanno fatto sentire sino a quel momento. Sontuosa anche più delle altre nella propria struttura (che vede la collaborazione della Bulgarian National Radio Orchestra nella stesura delle parti dedicate agli archi), “May Wisdom Bless My Path” si snoda attraverso otto minuti di follia sonora, dove la tensione rimane sempre alta grazie al continuo alternarsi di momenti brutali (nei quali i tipici blast beats della drum machine si rincorrono con le gelide tastiere e le taglienti chitarre) e squarci sinfonici che fanno tirare (anche solo per pochi attimi) il fiato.

“Scoring A Luminal Phase” è un disco di gran valore che può non farsi accettare sin da subito per via del suo impatto brutale e schizofrenico. Vale la pena però perderci del tempo: come già detto, se si riesce a entrare nel meccanismo piano piano ogni brano che lo compone saprà rivelare particolari sensazioni e, spesso, rivelerà sezioni al suo interno non notate negli ascolti precedenti. Mystical Fullmoon, segnatevi questo nome: questi ragazzi sono da tener d’occhio e soprattutto da premiare per la qualità della loro proposta!



01.As I walk Along The Dark Paths of My Soul
02.Hives
03.Per Speculum in Aenigmate
04.Opening the Shrine of Janus
05.Daleth: Journey
06.Omen - Capricorn vibe
07.Limbonica Mysteria
08.Progression ov Thee Revelation: Nigredo in Mars
09.Prometheus Unbound
10.May Wisdom Bless My Path

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