Crystal Viper
Metal Nation

2009, AFM Records
Power Metal

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 01/04/10

Talvolta bisogna trovare il coraggio per un mea culpa ed ammettere i propri limiti. Questo il caso di chi ad un primo ascolto decide di bollare le fatiche dei polacchi Crystal Viper come l’ennesimo cd seriale di power metal, messo insieme con una secchiata di ritmiche serratissime, voci strillanti e qualche immagine da paperback fantasy a completare l’opera. Questo è il caso di chi vi scrive. Dimenticandosi del fatto che un bel disco deve in primo luogo dare buone emozioni; capita di mettere su un cd e farlo partire pronti a cercare il pelo nell’uovo, invece di mettersi comodi e stare a vedere quel che succede senza troppi pregiudizi. Sono serviti di fatto quattro o cinque passaggi nel lettore per rendersi conto che "Metal Nation" è a tutti gli effetti un gran bel disco. Divertente, fresco e decisamente ben prodotto!

Ormai parecchi anni fa i nostrani Rhapsody coniarono la definizione "Hollywood Epic Metal" per definire il proprio genere d’appartenenza, il power più in generale è stato spesso identificato con una branca particolarmente “leggera” del metalverse. In questa dimensione i Crystal Viper trovano una loro singolare collocazione. Per definire quello che questi polacchi fanno, si potrebbe in effetti parlare di power o epic, ma forse la definizione più corretta sarebbe power-entertainment. Quello che i Nostri producono è infatti intrattenimento allo stato puro... E lo producono benissimo!


In "Metal nation" non si percepisco grandi velleità artistiche, colti richiami o poetiche riflessioni e questo in barba ad una padronanza tecnica non da ridere. Leather Wych (al secolo Marta Gabriel) fa un lavoro eccezionale, spaziando e strillando come ben pochi suoi colleghi maschietti possono permettersi, fatta forse eccezione per nomi quali Barlow o Deris nei giorni migliori. La vocalist mette in mostra i muscoli sfoggiando una voce che solo in rarissimi momenti (per altro goliardicamente calcolati) perde di corpo divenendo squillante in modo quasi insostenibile. Per tutta la lunghezza del cd le linee di voce rimangono di fatto piene e taglienti.


Saltiamo a piè pari ogni altro commento sul solito intro pseudo-orchestrale, limitandoci a dire che pare uscire dalla serie di giochi de "La leggenda di Zelda". La title-track, posta in apertura, richiama subito alla mente campi di battaglia e mura tenute d’assedio in un medioevo popolato da Re Artù, Merlino e giocatori di Dungeons & Dragons. "Bringer Of The Light" è il momento più classic power del LP. Bella. Ma stanca rapidamente, e forse è più adatta in sede live. "1428" si rivela un tributo ad uno dei mostri sacri del cinema horror moderno. Ha lunghi artigli, un maglione a righe natalizio e uccide nei sogni i poveri malcapitati… Indovinato? Inviate la risposta al 666! Sciocchezze a parte, "1428" è un buon pezzo, non il migliore del disco, ma piacevole. Con "The Anvil Of Hate" ritroviamo la vena della title-track. Dura e tirata la traccia fa più che bene la sua parte. Unica pecca un assolo di chitarra che fa solo gioire per il ritorno del ritornello.


Se riuscite a rimanere seri sull’incipit di "Zombie Lust", o siete sordi, o avete appena subito una grave perdita. Sul sottofondo di colpi d’armi da fuoco, esplosioni e bombardamenti i lamenti degli zombie vanno crescendo fino… ad un fenomenale gemito fantozziano. Che fosse voluto? Noi ingenuamente lo speriamo! Il pezzo a seguire è comunque impeccabile, potente e fa venir voglia di tentare un atto circense mangiando popcorn e facendo headbanging simultaneamente. La ballad "Her Crimson Tears" è purtroppo roba già sentita e fa poco più che dar spazio all’ennesima virtuosa prova di Marta. "Legions Of Truth" è di gran lunga il passaggio più convincente del disco, talmente potente e tirata che potrebbe da sola giustificare l’acquisto. "Gladiator, Die By The Blade" richiama anthem alla Manowar; sfortunatamente però non si avicina neanche lontanamente all’efficacia dei padri dell’epic. Di ben altra pasta è la cover di "Agents Of Steel" degli Agent Steel, che, bisogna dirlo senza timore, nelle mani dei Crystal Viper risulta devastante!

Il 2009 vede l’uscita sotto il marchio Crystal Viper - oltre a quella di "Metal Nation" - di un singolo dal titolo familiare: "Stronghold". Familiare perché fin dal primo momento il nome ha richiamato una sensazione di già sentito. Un’occhiata all’artwork ha poi dato il colpo di grazia e quella che era solo una pulce nell’orecchio si è tramutata in un elefante pronto a marciare fino alla fonte del fumoso ricordo riportato alla mente. La ricerca è stata breve e fruttuosa. "Stronghold" è infatti anche il nome di un gioco da tavolo fantasy di recente uscita. Ma non di mera coincidenza si tratta. Gioco e singolo presentano il medesimo artwork, essendo quest’ultimo la colonna sonora del primo. In anni in cui noti frontman si danno al porno e band blasonate producono videogiochi tratti da impegnati concept album, vi sfidiamo a storcere il naso! Se poi doveste decidere di fare il colpaccio, potrete ordinare il gioco con il singolo in omaggio dalla Polonia. Il tutto si aggirerebbe intorno alla modica cifra di 60 euro… Siete avvisati!





01. Breaking The Curse
02. Metal Nation
03. Bringer Of The Light
04. 1428
05. The Anvil Of Hate
06. Zombie Lust (Flesh Eaters)
07. Her Crimson Tears
08. Legions Of Truth
09. Gladiator, Die By The Blade
10. Agents Of Steel

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