Striker
Stand In The Fire

2016, Autoproduzione
Heavy Metal

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 25/02/16

Un genere stantìo, morto, ripetitivo e pieno di cliché. Quante volte abbiamo udito queste parole per descrivere l'heavy metal classico e, soprattutto, il power metal? A dispetto di chi prolunga dignitosamente la propria carriera (Helloween), di chi ricomincia da zero (Rage) e di chi è riuscito a farne un fenomeno di rilevante portata commerciale (Tobias Sammet), bisogna ammettere che la fine degli anni '90 è davvero un'epoca ormai lontana per le sonorità classiche. Capita tuttavia di imbattersi, non di rado, in quel gruppo capace di portare una ventata d'aria fresca senza stravolgere le regole del gioco. E' il caso dei canadesi Striker che con "Stand In The Fire" giungono al loro terzo full length. Il combo d'oltreoceano adotta per certi versi la stessa filosofia che ha fatto la fortuna dei Primal Fear, fare un ottimo disco con il vocabolario che tutti conoscono. Nessuna velleità rivoluzionaria, niente che possa stravolgere gli stilemi di un genere ben definito, come già sottolineato, E' sufficiente apportare un po' di arguzia compositiva e un bagaglio tecnico di livello medio alto. E gusto per la melodia. Tanta melodia. Gli Striker ne hanno da vendere: non quella aggressiva dello US power e nemmeno quella al sapor di cannella di certi gruppi tedeschi, bensì quella ispirata all'hard rock degli anni '80. E i chorus giungono in tutta la loro magniloquenza, liberatori e derivativima senza dubbio travolgenti. "Out For Blood", "Too Late", la title track sono gli esempi migliori e la dimostrazione più evidente della riuscita alchimia fra tutti questi elementi. Gli inevitabili riferimenti ai Judas Priest di oggi ("Locked In") e di ieri ("United") non spostano di molto il giudizio sul disco; c'è una certa omogeneità nei pezzi mentre la power ballad di turno arriva soltanto in chiusura, troppo tardi per spezzare gli equilibri di un disco monolitico ma comunque ben riuscito. Gli Striker non saranno (forse) mai una band di quelle che fanno tendenza, ma di quelle in grado di alliettare le ore pomeridiane di un qualsiasi festival senza ricorrere a pagliacciate di sorta senz'altro sì. In questo primo scorcio di 2016 "Stand In The Fire" sta all'heavy metal classico come "Rulebreaker" dei Primal Fear sta al power. Non è un caso che la band sia in tour con Primal Fear e Brainstorm, Dio li fa e poi li appaia, in qualche modo. E li fa vincere entrambi.




01. Phoenix Lights
02. Out For Blood
03. Too Late
04. Stand In The Fire
05. The Iron Never Lies
06. Escape From Shred City
07. Outlaw
08. Locked In
09. United
10. Better Times
11. One Life

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