Ashent
Inheritance

2012, Lion Music
Prog Metal

Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 20/11/13

Non inventano nulla di che, ma è innegabile la bravura a ricamare orpelli interessanti, a cucire bene progressioni pur familiari su un tessuto, quello del progressive metal, su cui è oramai diventato tremendamente difficoltoso creare qualcosa di sorprendente od innovativo.

Attivi dal 2001, gli italianissimi Ashent arrivano alla terza prova in studio, "Inheritance", confermando di padroneggiare più che bene lo scibile progressive tanto caro a Cynic, Simphony X e Dream Theater, senza per questo divenirne meri cloni, anzi: più che in passato, a questo giro la band riesce nell'intento di creare un qualcosa di personale, quantomeno riconoscibile.

Buona composizione, ottima e possente produzione, linee vocali che non raggiungono note stratosferiche ma incontestabilmente potenti, esecuzione pulita e precisa: il pregio ed al contempo difetto di "Inheritance" è il correre costantemente con la stessa potenza, o meglio, con la stessa carica di decibel per quasi tutta la sua durata. Questo da un lato permette di avere un impatto sonoro globalmente solido, robusto, ma dall'altro impedisce di avere battute realmente sorprendenti, quei momenti in cui la tensione si allenta per poi essere nuovamente fatta schizzare a livelli vertiginosi. Tutto ciò nonostante la presenza di episodi come "Renaissance", la cui tensione sonora è sicuramente minore rispetto ai brani precedenti, ma anche qui costante, non ci sono sali-scendi o variazioni d'intensità. Uniche eccezioni a questo discorso sono "La Danzatrice Scalza", in cui le variazioni sono state incastrate ed intarsiate con dovizia ed ottimo gusto, e la conclusiva, onirica ed atipica "Labyrinthique", eccellente esempio di come i Nostri possano creare con bei risultati mondi sonori apparentemente molto distanti dai più canonici versanti progressive metal.

I fan del genere apprezzeranno molto questo album degli Ashent, grazie ad una tecnica valida ed uno stile piuttosto riconoscibile, ma la mancanza di varietà potrebbe alla lunga stancare chi è meno avvezzo all'ambiente, il che è un peccato, visto che i presupposti per metter da parte un po' di manierismo in favore di soluzioni melodice più aperte ci sono tutti.



01. Eve
02. Magnification Of A Daydream
03. Shipwrecked Affair
04. Fractural
05. Spider's Nest
06. Renaissance
07. The Starving Litany
08. Confessions Of Reimman
09. La Danzatrice Scalza
10. The Defiant Boundary
11. Labyrinthique

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool